“Nel 2018 in Friuli Venezia Giulia sono mancate 14.500 persone e ne sono nate 8.000. È in questo contesto che chi governa deve assumersi la responsabilità di decisionichiare e non pilatesche. Quando un reparto assicura 320 prestazioni in 365 giorni, e nel caso della pediatria di Palmanova la media è stata di 2,2 prestazioni al giorno, è necessario intervenire per non mettere a rischio la salute delle mamme e dei bambini“.
È quanto ha affermato in Consiglio regionale il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, replicando all’opposizione durante la seduta per l’approvazione del ddl “omnibus“, nel quale è contenuto il provvedimento che permetterà la riapertura del punto nascita di Latisana e l’implementazione delle funzioni di programmazione del nosocomio di Palmanova.
Riccardi ha sottolineato che “si tratta di scelte politiche che tengono conto delle necessità del sistema, perché i presidi sanitari per avere un futuro devono avere una vocazione specifica, quindi se la collocazione di Latisana la rende più idonea ad ospitare l’emergenza-urgenza il servizio di programmazione viene affidato a Palmanova“.
Il vicegovernatore ha quindi precisato che questa scelta “mette in sicurezza e garantisce la crescita e l’operatività futura sia dell’ospedale di Palmanova sia di quello di Latisana, all’interno di un quadro complessivo che deve tenere conto del cambiamento dei flussi d’utenza nelle nostre strutture, del forte aumento dei tempi d’attesa, in particolare dell’oculistica e dell’ortopedia, avvenuto negli ultimi anni e delle fughe di molti pazienti verso il vicino Veneto”.
Il vicegovernatore ha quindi rimarcato che “il problema del calo della natalità in Friuli Venezia Giulia è strettamente connesso a quello dell’attrattività del nostro sistema sanitario, il cui valore è passato dai 48 milioni di euro del 2014 ai 44 milioni del 2018. In questo contesto, un altro dato importante è quello del ricorso all’attività privata, che nel 2014 incideva per 24,5 milioni e alla fine del 2018 ha raggiunto quota 29,5 milioni. Si tratta di una differenza di 5 milioni di euro, che vanno soprattutto in Veneto. Dobbiamo quindi sostenere azioni coraggiose che proteggano il nostro sistema sanitario e per farlo è necessario puntare alla specializzazione delle strutture”.
Riccardi, evidenziando la professionalità di chi opera nel settore sanitario, ha spiegato che “oggi non sono in discussione i risultati ottenuti da una singola equipe, ma l’interesse generale del sistema e degli utenti, che devono essere difesi“.
Il vicegovernatore ha infine ribadito convintamente che “nella nostra regione non viene chiuso alcun ospedale, ma vengono solo attuate razionalizzazioni e specializzazioni. Inoltre, è fondamentale che il sistema sanitario, e chi ci lavora, si adattino ai cambiamenti della società e alle necessità degli utenti, non il contrario”.
ARC/MA/ppd