Trieste, 25 lug – RCM – Sono pluricampionesse nazionali ed europee, detentrici di record assoluti e puntano ai Giochi paralimpici di Tokyo 2020. Si tratta di due punte di diamante della società sportiva Triestina Nuoto, ma in realtà di tutta la regione Friuli Venezia Giulia: Giorgia Marchi e Margherita Sorini, rispettivamente 15 e 18 anni, con al collo più medaglie che “primavere”.
Le hanno incontrate i presidenti del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, e della Regione, Massimiliano Fedriga, con il consigliere Emanuele Zanon. A loro, le ragazze hanno mostrato l’ultimo medagliere: gli ori, gli argenti e i bronzi portati a casa in occasione degli European Para Youth Games – Campionati Europei Giovanili Paralimpici di Pajulahti, in Finlandia.
Siamo orgogliosi di ospitarvi nella casa della comunità regionale – ha detto il presidente Zanin -. Voi siete l’apice di un duro lavoro che, oltre a voi, coinvolge società, volontari e genitori, a cui va tutto il plauso delle istituzioni. E siete lo spaccato di un’Italia che si impegna e si sacrifica, cittadini responsabili e portatori di grande senso civico, riferimento per tutta la nostra gioventù, esempio anche per coloro che magari sono un po’ “smarriti”.
Il presidente Fedriga si è poi complimentato per la tenacia delle due atlete, che ogni giorno si allenano per due ore, subito dopo la scuola. Ha così appreso che nonostante i sacrifici dei genitori, che si organizzano per riuscire a portarle da una piscina all’altra per gli allenamenti, anche sino a Gorizia se necessario, rischiano di essere due sirene senz’acqua – come le ha definite il loro allenatore, Nicola Cassio -. Il mese di agosto, infatti, vede tutte le piscine triestine chiudere senza una turnazione.
E i problemi non sono tutti lì: se da parte del presidente della Triestina Nuoto, Renzo Isler, arriva tutta la sensibilità per degli atleti particolari, “che vanno trattati come i normodotati – hanno sottolineato i due genitori presenti – ma ovviamente con delle accortezze dedicate”, a cui si permette una inclusione vera con tutti gli altri ragazzi che entrano in vasca e per i quali è stata anche creata la Scuola di avviamento al settore paralimpico, le discriminazioni arrivano dai regolamenti che assegnano il numero di corsie dedicate ad allenarsi sulla base delle medaglie conquistate ma per i “pesciolini” con disabilità non è previsto alcuno spazio. E nulla importa che siano campioni come e più degli altri.
Un altro nodo – per il quale la società e le famiglie vorrebbero che la Regione intercedesse presso il Governo – è che si crei un sistema che garantisca a questi campioni maggiore riconoscimento a livello nazionale.
Da parte dei presidenti Fedriga e Zanin è già giunta tutta la disponibilità a far sì che queste richieste non restino inascoltate.