E IL CINEMA BUTTÒ IL FUCILE
Pacifismo, lutto e memoria in tre film del primo dopoguerra (1919-1927)
A cura di Lucio Fabi, in collaborazione con La Cineteca del Friuli, Gemona
Finita la Grande Guerra si aprì per l’Italia un periodo di grande incertezza politica e sociale: una vittoria “mutilata” per certuni, un grande lutto collettivo patito dalla popolazione, ideologie e movimenti politici diversi in estrema, violenta contrapposizione. In quel periodo tutto sembrava possibile e il cinema, prima che la “rivoluzione” fascista intorbidisse le coscienze, tentò una sua
lettura pacifista del mondo e della società.In collaborazione con La Cineteca del Friuli, presentiamo tre film muti che esprimono una visione diversa del conflitto appena terminato.
UMANITÀ, 1919
Film pacifista della regista Elvira Giallanella, tra il rifiuto del conflitto e l’utopia di un futuro migliore. In un momento storico in cui tutto sembra possibile, uno sguardo di donna inventa una favola possibile. Girato negli straordinari scenari del cimitero distrutto di Gorizia.
GLORIA, 1921
Il “viaggio” del Milite ignoto da Aquileia a Roma inaugura la liturgia civile del lutto collettivo degli italiani. Dalle trincee del Carso e dei monti alla tumulazione nel Vittoriano, un intero Paese in lutto omaggia il simbolo del sacrificio collettivo.
CIMITERI DI GUERRA, 1927
Madri e vedove di guerra percorrono un dolente viaggio alla ricerca dei cimiteri di guerra in cui sono sepolti i loro cari, da Trento a Caporetto, da Redipuglia al Piave. Il lutto privato si fa memoria collettiva all’interno dell’affermazione del fascismo.
