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GRADISCA D’ISONZO ‘Ferinando il toro, i fiori e il calabrone’ nell’ambito di SpazioRagazzi il 4 gennaio, con la compagnia Accademia Perduta

DiRedazione

Dic 29, 2025

NUOVO TEATRO COMUNALE DI GRADISCA D’ISONZO

‘Ferinando il toro, i fiori e il calabrone’ per le famiglie nell’ambito di SpazioRagazzi

Tutti a teatro domenica 4 gennaio, alle 16, con la compagnia Accademia Perduta

Appuntamento per tutta la famiglia, domenica 4 gennaio, alle 16, al Nuovo Comunale di Gradisca d’Isonzo, che ospiterù – nell’ambito della rassegna SpazioRagazzi – il lavoro di Danilo Conti e Antonella Piroli, ‘Ferdinando il toro, i fiori e il calabrone’, prodotto da TCP Tanti Cosi Progetti, Accademia Perduta/Romagna Teatri. In scena Danilo Conti e la sua straordinaria capacità narratoria, accompagnata dalle canzoni registrate di Antonella Piroli ed Euski, e dalla voce registrata di Ivan Conti.

C’era una volta in Spagna un piccolo toro che si chiamava Ferdinando. Tutti gli altri piccoli tori dell’allevamento correvano, saltavano e si prendevano a testate; ma Ferdinando no. Lui aveva il suo posticino prediletto sotto una quercia, dove si accucciava tranquillamente all’ombra ad annusare i fiori. Con il passar degli anni Ferdinando divenne molto grosso e molto forte. Un giorno un perfido calabrone, emissario del torero più famoso di Spagna, venne alla fattoria a scegliere i tori più grossi, veloci e feroci per la corrida. Ferdinando sapeva che non l’avrebbero scelto e non gl’importava; così tornò a sedersi sotto il suo albero ma il calabrone lo punse e allora lui, suo malgrado, cominciò a correre sbuffando e muggendo come impazzito. Tutti pensarono che fosse il più feroce toro che mai fosse nato e lo fecero portare via, per il combattimento con il torero nella Plaza de Toros. Il giorno del combattimento ci fu grande festa, la parata, i banderilleros con i loro punteruoli aguzzi per punzecchiare, i picadores con le lunghe lance da conficcare nel toro per farlo arrabbiare ancora di più, poi arrivò il matador, il più famoso di Spagna, con una cappa rossa e la spada, per infilzare il toro dopo tutti gli altri. Ferdinando era spaventato ma quando dagli spalti gli venne lanciato un mazzo di fiori…Pubblicata per la prima volta nel 1936, la favola di Ferdinando, il giovane toro che preferisce il profumo di un fiore alla violenza della corrida, suonò a molti come una nemmeno troppo velata metafora pacifista. Un messaggio potente, che contrapponeva in modo ironico e paradossale l’umanità del toro e la bestialità della violenza e della guerra. Anche Gandhi lo citava tra i suoi libri preferiti. E… per quello che ne sappiamo… Ferdinando è ancora là sotto la sua quercia da sughero preferita che annusa tranquillo il profumo dei fiori.

Di Redazione

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