GRADO – In occasione della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, il 2 novembre, la Chiesa invita i credenti a pregare per le anime del Purgatorio, rinnovando una tradizione che affonda le sue radici nella spiritualità monastica.
Fu sant’Odilone di Cluny, nel 998, a istituire questa giornata di suffragio, poi estesa a tutta la Chiesa universale nel corso del XII secolo.
Nei secoli passati, la liturgia prevedeva in questo giorno anche l’allestimento, nella navata centrale delle chiese, di un catafalco: un monumento effimero in legno dedicato alla memoria dei defunti.
Anche quest’anno, il catafalco di fine Seicento viene nuovamente collocato nella Basilica delle Grazie: Non come elemento liturgico, ma come testimonianza di arte, fede e memoria, a rinnovare il legame tra la tradizione e la devozione dei secoli passati.
Ma che cos’è il catafalco e quale significato racchiude?
L’etimologia del termine è incerta: alcuni studiosi la fanno derivare dal latino captare (“catturare lo sguardo”) e palcus (“palco”, cioè luogo elevato e visibile).
Si tratta infatti di una struttura lignea, dalla forma di tronco di piramide, ornata con simboli che richiamano il trascorrere del tempo e la caducità della vita umana.
Il catafalco esposto alle Grazie, databile alla fine del XVII secolo e restaurato nel 1875, presenta otto riquadri disposti su due pannelli che raffigurano le anime del Purgatorio e le arti e i mestieri dell’epoca.
Queste immagini avevano lo scopo di stimolare la riflessione sul destino comune degli uomini e di invocare la preghiera per la pace e il perdono dei defunti.
Livio Nonis
