Ventana Sur: assegnati i due premi di APCLAI. Vincono nelle sezioni Primer Corte e Copia Final un’opera messicana e una coproduzione Bolivia–Perú–Uruguay.
I due film premiati venerdì 6 dicembre da APCLAI nel più importante mercato dell’audiovisivo in America Latina, saranno sottotitolati gratuitamente in una lingua europea a loro scelta.
Sono un’opera messicana e una coproduzione boliviano-peruviano-uruguayana le pellicole vincitrici dei Premi APCLAI – L’Italia a Ventana Sur (2-6 dicembre 2024).
I Premi sono stati assegnati da APCLAI (Associazione per la Promozione della Cultura Latino Americana in Italia), nel corso della Cerimonia di Premiazione dell’edizione “Rio de la Plata” di Ventana Sur nello storico Teatro Solís di Montevideo.
Il più importante mercato dell’audiovisivo in America Latina è stato realizzato quest’anno a Montevideo (Uruguay) dall’Instituto de Cine y Artes Audiovisuales dell’Argentina (INCAA), dal Marché du Film – Festival de Cannes e dall’ACAU (Agencia del Cine y el Audiovisual del Uruguay).
I Premi, conferiti dalla Giuria di APCLAI composta da Rodrigo Díaz (Direttore artistico del Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste), Luigi Cuciniello (critico cinematografico e membro della Direzione artistica del Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste) e Fabrizio Catalano (regista e drammaturgo) favoriscono ulteriormente la distribuzione dei film premiati nel mercato europeo e il loro ingresso nel circuito dei Festival.
Primer Corte: Vainilla
Il messicano Vainilla, della regista Mayra Hermosillo ha vinto nella sezione Primer Corte, nella quale partecipano lungometraggi di finzione latinoamericani nella loro fase di post-produzione.
Alla fine degli anni ‘80 una famiglia composta da sette donne di diverse generazioni e con diverse ideologie lotta per salvare la casa in cui vive e che sta per perdere a causa di un debito pendente.
Si vede la storia attraverso gli occhi di Roberta, una bambina figlia di una di loro, mentre intraprende un viaggio di scoperta di sé stessa, che ha effetti sul resto della famiglia.
Copia final: La Hija Cóndor
In Copia Final, la sezione che dà visibilità ai film terminati e in cerca di distribuzione internazionale, ha vinto la coproduzione boliviano-peruviano-uruguaiana “La Hija Cóndor – The Condor Daughter” del regista Álvaro Olmos.
Clara, una giovane ostetrica quechua, possiede un dono: il suo canto allevia il dolore delle donne partorienti. La sua comunità tra le montagne e sua madre, Ana, considerano questo dono come un regalo divino da onorare per tutta la vita.
Influenzata dalla sua migliore amica e dopo un allontanamento dalla madre, Clara giunge in città per diventare cantante. Qualche tempo dopo, la sua comunità, entrata in crisi a causa della sua fuga in città, pretende il suo ritorno e la sua anziana madre deve compiere un lungo viaggio per provare a riportarla a casa.
A commento dell’edizione appena conclusasi, dichiara Rodrigo Díaz: “Sorprende che in una fase di passaggio di responsabilità (da Buenos Aires a Montevideo) e con nuove e diverse responsabilità che hanno dovuto assumere il mondo istituzionale e il mondo del cinema uruguaiano in generale e nel contesto di una partenza dell’organizzazione ritardata rispetto agli anni precedenti l’evento abbia avuto una partecipazione europea straordinaria, in particolare di spagnoli, francesi e italiani. Sorprende anche la generosità e la competenza degli amici uruguaiani nell’organizzare un evento che ha rappresentato comunque una sfida. L’esperienza vissuta a Montevideo permette di constatare che le strutture di cui dispone la città non hanno nulla da invidiare ad altri eventi simili nel mondo e le permettono di porsi come valido interlocutore qualora nel tempo si decida di individuare una sede definitiva per un evento così importante che, per quanto riguarda gli operatori presenti, va ben oltre l’America Latina. L’evento gode insomma di ottima salute. Mi ha sorpreso inoltre che all’inaugurazione dell’evento sia intervenuto niente di meno che il Presidente della Repubblica Luís Lacalle Pou. E rappresenta una piacevole sorpresa constatare che in Uruguay l’alternanza in democrazia non implica né tragedia né timore, un indice di alto tasso di civiltà del popolo uruguaiano”.