In un mondo che cammina verso l’innovazione digitale, l’Italia mostra ancora una certa resistenza nel lasciare alle spalle l’uso del denaro contante, nonostante le evidenze indicano un impatto ambientale significativo legato a tale pratica. Recenti studi hanno infatti messo in luce come la produzione, la distribuzione e lo smaltimento del denaro fisico comportino emissioni dannose per l’ambiente e un considerevole consumo di risorse. Questo solleva interrogativi urgenti sull’opportunità di mantenere tale sistema in una società che mira alla riduzione dell’impronta ecologica.
Le Implicazioni Ambientali della Circolazione del Contante
Il ciclo di vita del contante, dalla sua produzione fino al suo smaltimento, rappresenta una fonte notevole di inquinamento. La creazione di monete e banconote implica l’utilizzo di metalli come il rame e il nichel e la trasformazione della cellulosa, ottenuta dall’abbattimento degli alberi, in carta. Questi processi non solo richiedono un ingente dispendio energetico ma sono anche responsabili di emissione di gas serra e di un ampio utilizzo di risorse naturali. L’iter di distribuzione del denaro contante aggiunge ulteriori oneri ambientali, dato il consumo di carburante ed emissioni di CO2 legati al trasporto fisico verso banche e sportelli automatici. In aggiunta, l’energia necessaria per il funzionamento degli ATM e le operazioni di gestione e smaltimento delle valute deteriorate incidono ulteriormente sull‘ambiente. Pertanto, l’intero processo di circolazione del contante si traduce in un considerevole impatto ecologico.
Persistenza del Contante e Preferenze di Pagamento in Italia
Nonostante la crescente consapevolezza delle conseguenze ambientali, il contante continua a essere profondamente radicato nelle abitudini dei consumatori italiani. Relazioni recenti indicano che il denaro fisico rappresenta ancora il 69% del totale dei pagamenti effettuati, una cifra in calo rispetto al passato ma che comunque evidenzia una lenta transizione verso i pagamenti digitali.
Questa tendenza è alimentata da vari fattori:
- La riluttanza di una porzione degli esercenti, il 20% dei quali mostra ancora una preferenza per i pagamenti in contante.
- La mancanza di informazioni sulle potenzialità del digitale, che limita l’adozione di metodi di pagamento online.
La percezione di una maggiore sicurezza legata all’uso del contante, nonostante i rischi concreti di gestione fisica.
Un Futuro più Verde: Il Passaggio ai Pagamenti Digitali Il dibattito sull’impatto ambientale dei metodi di pagamento ha portato alla luce un dato rilevante: i pagamenti digitali hanno un’impronta di carbonio inferiore del 21% rispetto ai pagamenti in contante. Questo aspetto sottolinea l’importanza di promuovere l’adozione di soluzioni digitali, non solo per la loro comodità e sicurezza ma anche per il minor impatto ambientale che comportano. La transizione verso l’abbandono del denaro fisico richiede un impegno congiunto da parte delle autorità, del settore bancario e commerciale, e della società civile. Attraverso l’educazione finanziaria, l’ampliamento dell’infrastruttura per i pagamenti senza contante e l’introduzione di incentivi per le transizioni digitali, è possibile ridurre l’impatto ambientale delle nostre transazioni finanziarie e avanzare verso un’economia più sostenibile. In conclusione, pur mantenendo un ruolo significativo nell’economia italiana, il denaro contante impone di riconoscere e affrontare il suo impatto ambientale. La strada verso un sistema di pagamento privo di contante presenta sfide ma offre anche l’opportunità di realizzare una società più sostenibile, in armonia con gli obiettivi globali di riduzione dell’impronta ecologica e di conservazione delle risorse naturali.
Fonte: https://energia-luce.it/news/inquinamento-del-contante/