• Mer. Dic 10th, 2025

Voce del NordEst

online 24/7

IL CROCIFISSO E LA SCIMITARRA: IL TURCARUM DÌ/DAY CODROIPESE HA RISCOPERTO UN CIMELIO STORICO DELL’EPOPEA DE “I TURCS TAL FRIÙL”

DiRedazione

Dic 10, 2025
oppo_2

La seconda edizione dell’iniziativa scolastica nella ricorrenza della vittoriosa sortita contro gli incursori ottomani nel 1477, fulgido esempio di resistenza civica, si è fatta occasione anche per valorizzare i beni culturali correlati a quel periodo oltreché motivo per un’ideale riconciliazione tra le due sponde del Mediterraneo. E c’è stato anche chi, “fevelant par furlan” tra croissant e lokum, ha riproposto il sabir come lingua comune di un “Mare Nostrum” diviso da secoli.

“Leggenda vuole che i Turchi sfidassero i codroipesi piantando una scimitarra presso la loro cortina: i paesani risposero alla provocazione sostituendo l’arma con un Crocifisso, in segno di monito all’invasore…”. Anche da questo portato della tradizione, raccolto sul territorio dallo studioso Maurizio Zorzini, il prof. Alberto Travain, ideatore lo scorso anno di uno studentesco Turcarum Dì/Day nel capoluogo del Medio Friuli, ha potuto trarre ancor nuova linfa per arricchire ed approfondire un evento teso a richiamare ed a celebrare l’orgoglio civico del Quadruvium friulano nel ricordo di una sua obliata e vittoriosa sortita contro i Turchi, giunti poi persino alle porte di Vienna dopo aver devastato mezza Mitteleuropa. La seconda edizione della manifestazione, organizzata dall’Istituto Comprensivo di Codroipo con l’apprezzata ospitalità del Comune e il lusinghiero plauso dell’Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane (ARLeF) nonché la preziosa collaborazione del gruppo cittadino “Codroipo nel tempo” e del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, si tenuta, con nutrito programma, martedì 9 dicembre 2025, nella ricorrenza della vittoria locale sul Corno nel 1477, che vide le cernide del podestà mastro Antonio Calligaro coraggiosamente travolgere il campo del governatore bosniaco Amelec Pascià. Il Turcarum Dì/Day 2025, sotto il coordinamento culturale del citato prof. Travain con il concorso dei colleghi prof. Alexej Giacomini, prof.ssa Elena Bianconi, prof.ssa Dania Benedetti, prof. Daniele Cressa e prof.ssa Lidia Zanetti oltreché il supporto della vicaria d’istituto prof.ssa Lucia Schilter e delle docenti Chiara Cè e Rosa Disnan, ha visto la partecipazione delle Classi 1^ e 3^ E, del Coro e di deputazioni della locale Scuola Secondaria di Primo Grado “Giuseppe Bianchi”.

Codroipo – Turcarum Dì-Day 2025 al ponte sul Corno, luogo della battaglia del 1477

Momenti davvero suggestivi e di grande profondità civile ed umana oltreché culturale. Protagonisti i giovanissimi. Rimembranze in municipio aperte da simbolica posa di un elmo romano al banco del Consiglio, rimando alla madre di tutte le civiche resistenze della storia friulana: quella di Aquileia del 238. È seguita solenne lettura dell’epigrafe commemorativa della locale vittoria sui Turchi nel 1477, in originale latino e versioni friulana e italiana. Dopo l’introduzione del “vice rector” dell’“universitas” o “repubblica” di 3^E, Noemi Venturini, sono seguiti, in italiano e friulano, gli indirizzi di saluto dei decani studenteschi dei Comuni storici del Codroipese: Simone Iandolo per Codroipo, Jasmin Puppo per Beano, Francesco Marzinotto per Biauzzo, Robert Astefani per Goricizza, Diana Zanini per Pozzo ed Ethan Baracetti per Rivolto. Vi è stata, poi, l’allocuzione del “rector” della “repubblica” succitata, chiamata a presiedere al cerimoniale, Elia Zoratto, il quale ha presentato ed illustrato al Comune civica istanza di valorizzazione dei beni culturali locali riferibili al ricordo delle incursioni turchesche. A seguire, cenni commemorativi di celebri confronti intercontinentali caratterizzanti la storia europea: l’alunna Iris Costantini si è soffermata sulla Guerra di Troia mentre il compagno Tommaso Dal Mas si è soffermato sulle Guerre Persiane di Greci e Macedoni; Greta Deana è, dunque, riandata alle Guerre Puniche; Mattia Ronchiadin alle Invasioni Barbariche; delle Crociate contro i Saraceni ha parlato Matilde Loiero mentre Alessia Mello ha commemorato l’immane scontro con gli Ottomani. Tutto ciò a preludere a splendido discorso di riconciliazione euromediterranea tenuto magistralmente dallo studente Alp Casini e seguito da relativa dedica al Comune, emblema associante i simboli cristiani e musulmani, creato dall’allievo Shaheer Shah, che, insieme ai compagni Zakaria Oudni e Noemi Venturini, in rappresentanza – un po’ come i Magi – dei tre continenti del Mediterraneo, ha consegnato, tra gli applausi, il manufatto nelle mani del locale vicesindaco, dott. Giacomo Trevisan. Quest’ultimo ha fatto gli onori di casa per conto della Civica Amministrazione, complimentandosi per l’iniziativa e rimarcando l’enorme importanza di una pace procedente da sentimenti e comportamenti della quotidianità. Lo stesso ha rimarcato come l’esempio di capacità di resistenza dato dai codroipesi nel 1477 debba essere imputato anche ad utile coesione della cittadinanza, lezione di armonia nella diversità sempre da rinnovare. Gli ha fatto eco il presidente Eros Cisilino dell’ARLeF, che, in lingua friulana, ha sottolineato l’importanza di una condivisione della memoria locale a scopi coesivi, radicanti ed inclusivi, memoria di cui l’amata “marilenghe” del territorio si fa bandiera e segnavento comuni rivolti al futuro della comunità. Il rappresentate regionale ha espresso particolari parole di stima nei riguardi del sunnominato prof. Travain, additato come qualificato ed indefesso promotore di un’identità storica e linguistica autorevole della Friulanità e della sua capitale Udine, attraverso pluidecennale impegno ai vertici del circolo “Academie dal Friûl” e del movimento “Fogolâr Civic”. Di valorizzazione del Friuli Venezia Giulia come antico e rinnovato crogiolo di lingue e culture ha parlato la vicaria dell’Istituto Comprensivo locale prof.ssa Lucia Schilter, in una prospettiva di educazione alla cittadinanza europea che valorizzi la vocazione intrinseca dei territori. Ha preso, infine, la parola lo studioso Maurizio Zorzini, consulente storico della manifestazione e referente del gruppo “Codroipo nel tempo”, per auspicare passione e dedizione da parte delle giovani generazioni nei confronti degli studi storici e delle memorie del passato. Un primo appuntamento concluso con il canto plurilingue dell’Inno alla Gioia di Schiller, musicato da Beethoven, ode all’unione degli europei e all’armonia universale che il coro scolastico codroipese “Canta che ti passa”, diretto dalla prof.ssa Bianconi sopraccitata, intona anche in lingua friulana – unico al mondo – nella versione curata dal detto prof. Travain.

Codroipo – Turcarum Dì-Day 2025 al Tabernacolo di Via Balilla

Secondo appuntamento delle rimembranze, presso il Tabernacolo di Via Balilla, riferito alla leggenda di quella scimitarra di sfida – ricordata anche dallo scrittore Elio Bartolini nel suo romanzo “L’infanzia furlana” – che gli Ottomani avrebbero pagato con una cocente sconfitta sul campo alle porte di Codroipo. Ecco, allora, suadente rievocazione della tensione di quei momenti, affidata alla scolaresca della Classe 1^E del prof. Alexej Giacomini, seguita da orazioni civili in friulano e italiano, tenute rispettivamente dagli esaminandi Robert Astefani e Aurora Pramparo, e da deposizione di corona civica con dedica trilingue: “Defensoribus patriae contra barbaros / Ai difensôrs da la patrie cuintri il Barbar / Ai difensori della patria contro i barbari” mentre gli onori a combattenti e caduti della resistenza contro ogni barbarie venivano resi con lettura corale dell’Appello di Meni da “I Turcs tal Friul” di Pier Paolo Pasolini, bibbia di un’epica popolare nata dall’eco contemporaneo di quella tragedia. Al centro delle cerimonie, lo stendardo storico bianco e rosso – antichi colori feudali del Friuli divenuti insegna locale sin dall’epoca del dominio dei Conti di Gorizia – retto dall’alunno Daniele Valerio, studente benemerito per dedizione agli studi storici.

Terzo appuntamento in Via Ostermann, presso il ponte sul torrente Corno, area dello scontro del 1477, dove si è spiegato il grande “Tricolore Civico Europeo”, simbolo di cittadinanza continentale, nato vent’anni fa in seno al movimento culturale udinese euroregionalista del Fogolâr Civic, da un’idea dello stesso prof. Travain e confezionato, in dieci metri di lunghezza, dalla compianta decana fogolarista sig.ra Mirella Valzacchi. Ed ecco – schierate le scolaresche, con alte picche sormontate da antichi berretti balcanici ed anatolici – dipanarsi, sul campo di battaglia, tra gli alberi, la lectio magistralis del prof. Giacomini, ad introduzione delle riflessioni dei suoi alunni di 1^E, lavoro collettivo “sui temi dell’Uomo e della sua autodeterminazione”, momento dedicato alla cosiddetta “Rivolta gentile”, rilettura vivida del saggio del filosofo Albert Camus intitolato “L’Homme révolté”, prendendo le mosse da momento importante della storia locale, in cui la popolazione si sentì chiamata ad imporsi a una storia di soggezione a destino fatale. E ancora due orazioni, sulle tematiche dell’identità e dell’unità d’Europa: una in italiano, tenuta dall’allievo Simone Iandolo, e l’altra, conclusiva, in lingua friulana, pronunciata dal prof. Alberto Travain, la cui voce, tra lance e bandiere, si è levata, alta, per dire che oggi “il Turc, il Barbar, o sin noaltris”, la sempre conflittuale e meno empatica, solidale, sensibile, società friulana ed occidentale. La manifestazione si è chiusa con la “Merenda della Vittoria (e della Riconciliazione)” – annunciata dal “rettore” studentesco Zoratto – a base di croissant, ricordo viennese della Mezzaluna sconfitta, ma anche di lokum, delizia turchesca validamente proposta dall’alunno Casini, a sigla di pace in un Mediterraneo di nuovo cerniera di continenti e di civiltà. Oltre a friulano e italiano, lingue territoriali della Codroipo contemporanea, nonché alla gran lingua madre latina, in tale occasione, sono risuonate anche le sonorità di arabo e pashtu, apici estremi del grande impero tra Atlantico e Indo che sciaguratamente ruppe la mai poi ricostituita unità del Mediterraneo. In un rimpallo di suggestioni tra i colleghi Giacomini e Travain ha fatto capolino anche l’idea di riproporre realmente il Sabir, lingua franca storica – su base veneziana – del Mediterraneo diviso, come nuova lingua identitaria comune del “Mare Nostrum”. Una vertigine culturale e civile che ha permesso alle scolaresche, seguite da attento stuolo di genitori e cittadinanza, di vivere un momento pregnante e trasognato, con al centro valori locali e universali di umanità libera, coesa e solidale, a procedere dal vissuto storico di un territorio da sempre crocevia d’Europa e di Mondo.

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it