“I dati sono sotto gli occhi di tutti: un anno di emergenza sta annullando i ragazzi. Gli accessi al pronto soccorso degli adolescenti per problemi psichiatrici o di autolesionismo sono aumentati del 300%*, gli abbandoni scolastici sono impressionanti, gli sportelli di ascolto sono presi d‘assalto con richieste di aiuto impossibili da esaudire. Quotidianamente, le cronache riportano episodi di violenza minorile.” questo è solo un tratto della lunga lettera che l’Associazione ha rivolto al Ministro Bianchi. Un grido di aiuto, ma soprattutto di attenzione, verso tematiche che non possono più essere trascurate.
“I ragazzi, le nuove generazioni, subiscono più di ogni altro, in questa eterna emergenza diventata normalità, la dittatura dei diritti: prima viene la salute dei genitori, dei nonni, degli insegnanti. Il loro diritto a crescere e il loro sviluppo psicofisico viene ignorato e sacrificato alla sensazione di sicurezza degli adulti.” lo dice Milena Paoli, Presidente dell’Associazione Liberamente Onlus.
Da più di dieci anni l’equipe multiprofessionale composta da counsellor, pedagogisti, psicologi, psicoterapeuti, neuro-psicomotricisti ed educatori, accompagna i minori in difficoltà con la scuola e l’apprendimento in percorsi per il superamento del disagio scolastico utilizzando un approccio originale e non clinico, che integra i più efficaci strumenti del mondo della relazione di aiuto dell’età evolutiva.
Con la pandemia la situazione si è decisamente aggravata, sempre più ragazzi hanno bisogno di aiuto e sono sempre meno le risorse che riescono a soddisfare le loro richieste. Così l’Associazione Liberamente Onlus, che durante la pandemia e i mesi successivi ha continuato a seguire i suoi ragazzi anche a distanza, ha deciso di “reagire” nel proprio piccolo accorrendo in aiuto dei preadolescenti e degli adolescenti stessi.
Senza alcun sussidio pubblico, e dunque costretta a muoversi fino a dove possibile e solo con le proprie forze, l’Associazione sta organizzando un progetto chiamato “Fuori gioco” rivolto proprio ai ragazzi che sono stati messi fuori gioco da questa pandemia con l’intento di consentire ai ragazzi di tornare a socializzare, ed approcciarsi quindi con i loro pari. Una cosa che dovrebbe essere normale, ma che nell’ultimo anno non è stata possibile a causa delle restrizioni e della chiusura continua delle scuole.
Un altro obiettivo dell’associazione è quello di “unire le forze, con altre associazioni, comuni, assistenti sociali: non avendo un aiuto concreto da parte dello Stato – NDR per ora la lettera al Ministro è ancora senza risposta – è utile unire gli intenti e cercare non solo di farsi sentire, ma anche di organizzarsi per essere a disposizione dei ragazzi in maniera pratica e concreta.” spiega Liberamente Onlus.
“Perchè è questo che serve” – dice Milena Paoli. “I ragazzi hanno bisogno di ri-abituarsi a stare con gli altri. Con la scuola chiusa, la loro possibilità quotidiana di relazione è stata loro privata e così nascono i loro disagi”. Disagi che comprometteranno il futuro intero di queste generazioni. “Per immettere con successo i ragazzi nel mondo del lavoro, come prima condizione, occorre che i ragazzi ci siano, che esistano. Bisogna che siano sani di mente, che non si siano isolati, consumati nell‘anoressia, che non siano finiti in galera, che non siano in una baby gang, che non siano sotto psicofarmaci, che abbiano, insomma, uno status psicofisico adeguato ad affrontare la vita e il lavoro.”
*Fonte: Convegno “Covid e lockdown, effetti collaterali sulla psiche dei bambini e dei giovani” Camera del Senato 24 febbraio 2021.