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Il Margine: Lavori sporchi – reportage dall’angolo cieco della globalizzazione

DiRedazione

Ago 25, 2023

Jan Stremmel

LAVORI SPORCHI

STORIE DALLA SALA MACCHINE DELLA NOSTRA VITA COMODA

Nel sottobosco di sub-sub-subappaltatori, di piccoli fornitori, di fabbrichette improvvisate, i temi della tutela dei lavoratori o dell’ambiente hanno confini sempre più labili. E noi volevamo raggiungere proprio questi confini, nell’angolo cieco della globalizzazione.

Le tintorie di Kolkata, dove migliaia di persone lavorano a contatto con centinaia di sostanze chimiche tossiche, corrosive, cancerogene.

I «ladri di sabbia» di Capo Verde, che riforniscono illegalmente i cantieri edili degli hotel dedicati al turismo di massa mettendo a repentaglio la sopravvivenza di interi ecosistemi e le riserve mondiali di sabbia, seconda risorsa naturale più sfruttata al mondo dopo l’acqua.

I taglialegna del Paraguay che, producendo carbone ricavandolo di frodo da legname tropicale, hanno già disboscato un quarto della copertura forestale del Paese, al ritmo più rapido dell’intera America Latina.

Il comparto florovivaistico kenyano che alimenta il mercato di fiori di tutto il mondo, sfruttando le lavoratrici e causando gravi danni alla flora e alla fauna locali.

Gli ex pescatori del Lago d’Aral, in Asia Centrale, un tempo grande quanto l’Irlanda e ora completamente prosciugato a causa dell’industria cotoniera che ha portato la mortalità infantile a divenire tra le più alte al mondo.

Il «mare di plastica» delle serre andaluse, dove ortaggi vengono coltivati in un’area desertica grande quasi quanto il Mar Morto – la più ampia al mondo ricoperta da serre – tenuta in piedi da lavoratori clandestini che riforniscono così di ortaggi l’intera Europa, in qualsiasi stagione.

Le coltivazioni di caffè colombiane, in fase di abbandono da parte dei coltivatori locali a causa del progressivo crollo del prezzo dei chicchi sul mercato mondiale.

Gli oranghi del Borneo minacciati d’estinzione dalla deforestazione dovuta alla richiesta di olio di palma.

Gli smartphone prodotti in Cina, sulle spalle di milioni di lavoratori spesso in cerca di opportunità migliori di quelle offerte nelle aree rurali da cui provengono.

Le savane africane dove gli elefanti stanno scomparendo per via del bracconaggio.

Dopo essersi messo letteralmente “nei panni” dei lavoratori sfruttati, andando a cercarli in aree difficili del pianeta per affiancarli nel loro lavoro quotidiano, il giornalista d’inchiesta tedesco Jan Stremmel racconta ciò che visto e sentito nei luoghi dove i Paesi occidentali hanno relegato la produzione dei beni di consumo che compongono la nostra comoda quotidianità, dettando legge e prezzi al costo dello sfruttamento di popoli ed ecosistemi e contribuendo a perpetuare conflitti e disuguaglianze.

Dieci reportage in uscita l’8 settembre per Il Margine che, con uno stile coinvolgente e quasi colloquiale, restituiscono la sua testimonianza diretta portando il lettore, attraverso le parole, a vedere coi suoi occhi.

*Jan Stremmel (1985), nato a Stoccarda, è cresciuto vicino a Monaco dove ha studiato storia dell’arte, storia e germanistica e si è laureato alla Deutsche Journalistenschule. Lavora come reporter per la «Süddeutsche Zeitung am Wochenende» e per la rivista scientifica «Galileo». Dal 2021 è reporter e autore per il network giornalistico «Y-Kollektiv» (i suoi servizi appaiono sui canali pubblici tedeschi ARD e ZDF). I suoi articoli hanno ricevuto diversi riconoscimenti. Vive a Berlino.

*Traduzione di Michela Guardigli. Laureata alla Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Forlì, dal 2004 si occupa di traduzione tecnica e editoriale dall’inglese e dal tedesco.

Collana: Pinova

Pagine: 216

Prezzo: 17,50€

Libreria: 8 settembre 2023

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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