• Ven. Dic 5th, 2025

Voce del NordEst

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C’era una volta un re di nome Giubidello, che viveva in un grigio e triste castello. Il suo regno si chiamava Tristonia e, già dal nome, potete capire che lì era vietato fare baldoria.

Se un’altalena facevi dondolare, le guardie in galera ti potevano mandare. Serietà e contegno erano le parole d’ordine in quel regno. Se solo una risata tu accennavi, era meglio per te se emigravi; perché, insomma, si è capito che in quel regno divertirsi era proibito?

Ma arrivò un giorno al castello un forestiero dal buffo cappello, con in punta un campanello. Era Caramello, un simpatico menastrello! Con il re volle parlare ed alla porta del castello andò a bussare. Ma non ci fu nulla da fare: Giubidello non lo fece entrare.

Ma Caramello era un burlone, e sotto al castello urlò una canzone:

«Presto sarò sovrano… gioite, gente, anche se vi par strano!»

A quel punto il re lo fece chiamare: doveva tacere se la pelle voleva salvare. Ma Caramello, con grande impudenza, rispose che solo i codardi utilizzan violenza. Il re Giubidello capì il tranello e la vita risparmiò al menastrello. Una punizione, però, gliela doveva dare, e una notte nel letame doveva passare.

Ma neanche il concime lo rese acquiescente, ed il suo ritornello intonò nuovamente:

«Presto sarò sovrano… gioite, gente, anche se vi par strano!»

«Quest’uomo mi sfida!» disse il re con tono irritato. «Che in pubblica piazza venga allora denudato!»

Ma niente da fare: anche ignudo insisté a provocare:

«Mi potrai dei vestiti defraudare e nel letame il mio odore cambiare, ma il mio buonumore non riuscirai ad estirpare.»

La gente cominciò a capire: quel buffone li invitava ad agire. Il re Giubidello era infuriato e in gattabuia l’aveva mandato. Ma anche in quel posto non perse occasione di intonar per bene una bella canzone; e cosa poteva cantar il menastrello, se non il suo solito ritornello?

«Presto sarò sovrano… gioite, gente, anche se vi par strano!»

Il re, esasperato, andò alla cella dello scellerato. «Il sorriso gli tolgo, se di pulci lo avvolgo!» ed un pacco insidioso «regalò» al giullare presuntuoso.

Ma niente da fare: anche col prurito quello si mise a ballare. «Sei proprio un vile e triste sovrano,» disse grattandosi il deretano, «non puoi regnare incutendo terrore: sarebbe più adatto persino un buffone!»

A quelle parole il folle sovrano entrò nella cella per strozzar il villano. Ma Caramello, che era più astuto, un piano burlesco aveva tessuto: sopra la porta aveva legato un secchio di urina per il malcapitato, che, senza capirci nemmeno più niente, fu presto inzuppato sapientemente.

Le pulci, allora, che il tanfo aman tanto, abbandonarono uno per zompar sopra l’altro. A quel punto il giullare fu pronto ad urlare: «Svelto, sire, vi dovete denudare!» Ma un abile trucco gli aveva giocato, e del suo vestimento si era impossessato. Con il sovrano intento a grattare, la serratura della prigione fece scattare.

Tutta la prigione iniziò ad esultare quando i reclusi andò a liberare. Dalla prigione era uscito indisturbato, quando le guardie aveva ingannato e, vestito da re, aveva bussato. Velocemente accorse la popolazione per vedere il re messo in prigione. Cacciate le guardie e detronizzato il sovrano, tutti cantarono un solo brano:

«Caramello vogliam per sovrano… gioite, gente, anche se vi par strano!»

Nel grigio castello regnò Caramello, e in cima alla torre montò un campanello, che ogni ora si facesse suonare, per poter alla gente ricordare di dover sempre divertirsi e festeggiare.

Miei piccoli lettori… capito cosa insegna Caramello? Siate allegri ed usate il cervello. Se con umorismo un’ingiustizia affronterete, non sarete voi quelli che soffrirete.

La lezione anche io ho imparato, e con le mie pulci ora ballo incarcerato.Triste sovrano di un regno da Caramello ormai spodestato

La storia di Caramello vi ho qui raccontata, per ogni bambino che talvolta è arrabbiato.

Buona notte, miei piccoli lettori felici!

By likegod ©

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Di Simone Piaquadio

Simone è uno scrittore in viaggio tra parole e riflessioni. Ama raccontare storie di cambiamento e ricerca di sé, con uno sguardo profondo e autentico- Qui condivide pensieri, frammenti di racconti con chi, come lui, ama perdersi e ritrovarsi tra le righe.