Il concerto è un evento di cooperazione culturale Italia – Serbia in collaborazione con Facoltà di Musica – Universita delle Arti di Belgrado, Accademia delle Arti, e Coro St. Jovan Damaskin di Novi Sad, e con il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia e con la partecipazione del Coro della Chiesa Serbo-Ortodossa di San Spiridione di Trieste.
BELGRADO – Dopo il fortunatissimo debutto in prima nazionale a Mittelfest e la replica di Trieste nella Cattedrale di San Giusto nel luglio scorso, lunghi applausi hanno accolto le repliche del tour internazionale della produzione del Conservatorio Tartini “Antennae”, firmata dalla celebre compositrice serba Aleksandra Vrebalov, diretta in scena dal Maestro Petar Matošević. Nell’ambito del progetto Italia – Serbia, infatti, il concerto è andato in scena con successo nei giorni scorsi a Belgrado, nella Cattedrale della Vergine Maria Benedetta, e a Novi Sad, nella Cattedrale Chiesa del nome di Maria. Due tappe che hanno permesso anche al pubblico serbo di apprezzare l’ispirazione profonda e il talento di talento della compositrice Aleksandra Vrebalov, espresso attraverso un concerto mistico per coro misto, quattro trombe, due organi, campane, quartetto d’archi e cantori bizantini, ispirato all’icona della Vergine Eleusa del XV secolo, attribuita al pittore Angelos Akotantos. Le tradizioni che hanno attraversato e segnato il mosaico della cristianità balcanica sono risuonate anche nella terra d’origine di Aleksandra Vrebalov come una nuova armonia, «un diapason umano – spiega l’autrice – attraverso il quale per un momento tutti possiamo sostenere una frequenza comune». Il progetto pluriennale Italia – Serbia impegna da molte stagioni il Conservatorio Tartini quale evento di cooperazione culturale, del quale sono partner per questa produzione la Facoltà di Musica della Università delle Arti di Belgrado e l’Accademia delle Arti di Novi Sad, insieme alCoro St. Jovan Damaskin di Novi Sad e ia Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. Il coordinamento produttivo è a cura del docente e responsabile delle Produzioni internazionali del Conservatorio Tartini Andrea Amendola, di intesa con il direttore del Conservatorio Sandro Torlontano. «È il sogno di ogni compositore creare un’opera senza limiti di strumentazione, durata o argomento. Nella tradizione bizantina, le icone sono considerate portali verso un altro regno e i canti sono codici sonori trasmessi dal choros, un coro formato da tutti i presenti, che siano o meno musicisti». ha spiegato la compositrice serba Aleksandra Vrebalov, che ha firmato partiture per le più note istituzioni musicali del mondo, dalla Carnegie Hall al Kronos Quartet, all’Orchestra della Città Proibita di Pechino, dall’English National Ballet al Teatro Nazionale Serbo. Aleksandra Vrebalov, docente di composizione presso l’Accademia delle arti di Novi Sad, ha scritto più di 90 opere che spaziano dalla musica da concerto, all’opera, alla danza, ai film sperimentali e documentari.