Prima lunga uscita dopo il rientro dall’ultimo viaggio in Groenlandia: sui monti del nostro Friuli, lungo la Val Canal del Ferro, inerpicandomi lungo il sentiero che porta al Zuc del Bor, il mio pensiero corre ancora ai giorni trascorsi sul Artic Circle Trial.
Niente unisce questi posti se non forse il freddo, ma una cosa di certo li accomuna la bellezza della natura: stupendi paesaggi, fauna selvatica, torrenti con l’acqua che li percorre di un limpidezza unica a volte di un colore smeraldo. Posti da affrontare con lo stesso impegno, rispetto e fatica: come in terra artica dove la sforzo per raggiungere gli immensi plateau mi veniva compensato con la vista sulle bellissime e selvagge valli sottostanti contornate da miriadi di laghi e torrenti impetuosi generati dai ghiacciai o nevai, dalla fantastica e sconfinata calotta polare.
Non so quanti monti, quanti passi ho scalato ma ogni volta l’ intera Groenlandia sembrava estendersi tutta ai miei piedi in tutta la sua maestosità, eppure la voglia di scoprire, di raggiungere la meta che mi ero prefissato, mi davano la forza, il coraggio di andare avanti stando sempre attento a non oltrepassare i limiti fisici e perdere quella lucidità mentale per andare avanti in sicurezza e prendere decisioni.
Scelte importanti come quella volta che ridiscendendo la valle Nerumaq seguendo il torrente omonimo, su di un sentiero sconnesso e ripido, mi sono ritrovato in un canyon senza uscita: unica soluzione guadare il torrente per mettermi in sicurezza sul costone roccioso opposto. Decisione non facile ma la sicurezza viene prima di tutto in questi luoghi così lontani dalla civiltà, immerso fino alla cintola ho raggiunto la sponda opposta sfidando la corrente impetuosa e le acque gelide al limite del congelamento, arrampicandomi ho raggiunto il pianoro sovrastante il canyon, infreddolito per non dire congelato con brividi che mi percorrevano tutto il corpo.
Il rumore dell’acqua che scorre nel torrente mi riporta in Friuli. Terminata l’ascesa mi lascio alle spalle il massiccio del Zuc del Bor e il Cozzarel col il loro magnifico anfiteatro. Oggi è il caldo che mi avvolge in questo ottobre anomalo, mai e poi mai avrei immaginato di camminare sotto un sole cocente, scendendo verso valle oltre che ammirare gli scorci bellissimi, vengo attratto dalla maestosità del Forte Col Badin.
Passando per Chiusaforte aveva attratto più volte la mia curiosità ma non lo avevo mai raggiunto, quindi decido di fare una piccola visita prima di rientrare, bello maestoso e in via di ristrutturazione davvero affascinante.