Il punto di vista dell’esperto di big data, del medico, del giovane ricercatore e del paziente.
Venerdì 27 settembre, ore 15.00. Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich
Fin dall’antichità il fegato è stato considerato un organo di cruciale importanza, la sede degli affetti, del coraggio, dell’ira e dell’intelligenza. Veniva esaminato dagli aruspici – i sacerdoti designati all’analisi delle viscere in epoca romana – per verificare se le vittime fossero ritualmente pure e anche per trarne indizi per l’interpretazione di prodigi di vario genere: prende spunto dal lontano passato, il titolo della conferenza “Il fegato: dagli aruspici ai big data” proposta e organizzata dalla Fondazione Italiana Fegato Onlus nell’ambito di Trieste Next. Venerdì 27 settembre, dalle 15.00 alle 16.15, nella Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich si parlerà infatti dell’evoluzione nello studio della fisiologia e della patologia del fegato tramite la clinica e la diagnostica, analizzando l’utilizzo di big data, intelligenza artificiale e delle “chatbots” in medicina, in particolare in epatologia, ascoltando il punto di vista dell’esperto di big data, del medico, del giovane ricercatore e del paziente.
La conferenza, moderata da Cristina Bellarosa, Senior Scientist della Fondazione Italiana Fegato, vedrà la partecipazione di Diego Antonini, Amministratore unico INSIEL, Società ICT in house della Regione Friuli-Venezia Giulia; Gabriele Codotto, PhD Student Università degli Studi di Ferrara; Anna Fracanzani, Epatologo e Professore Associato di Medicina Interna all’Università degli Studi di Milano e Claudio Tiribelli (in copertina), Direttore Scientifico Fondazione Italiana Fegato
“L’avvento dei big data e dell’intelligenza artificiale” – anticipa Cristina Bellarosa – “permette di costituire un’innovativa piattaforma digitale per l’integrazione di dati clinici e molecolari di pazienti affetti da diverse malattie epatiche, come tumore al fegato, steatoepatite e steatosi epatica. Durante la conferenza ci concentreremo sulle potenzialità delle nuove tecnologie digitali, ma anche sui loro limiti, che devono, da tutti, essere conosciuti e presi in considerazione. Al termine il prof. Claudio Tiribelli racconterà la sua esperienza di medico epatologo e di direttore scientifico della Fondazione Italiana Fegato, che si occupa di ricerca traslazionale nell’ambito delle principali patologie epatiche, di formazione di medici e ricercatori in un contesto di intense e proficue collaborazioni internazionali, e che ha promosso insieme a Insiel il progetto GenIA, che prevede la creazione di piattaforme digitali di dati clinici e di laboratorio e la creazione di algoritmi per prevedere la progressione della steatosi epatica”.