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La rivoluzione del quarto d’ora: come cambia la bolletta elettrica

DiRedazione

Ott 15, 2025

L’Italia entra in una nuova era dell’energia: dal 1° ottobre 2025 la “rivoluzione del quarto d’ora” trasforma il sistema di calcolo dei prezzi elettrici, facendoli fluttuare ogni 15 minuti anziché ogni ora. Le conseguenze per i consumatori saranno sia opportunità che sfide, a seconda delle abitudini di consumo e del tipo di contratto scelto. 

Il salto dalla tariffa oraria alla Market Time Unit da 15 minuti

Il cambiamento più evidente riguarda l’introduzione della Market Time Unit (MTU) da 15 minuti: prima i prezzi dell’energia elettrica venivano fissati ogni ora (con 24 fasce al giorno), ora il mercato nazionale ne adotterà 96.

Questo nuovo ritmo rende il sistema più aderente alle oscillazioni reali della domanda e dell’offerta: alcuni momenti della giornata potrebbero risultare molto più costosi, altri sorprendentemente economici.

Per gli operatori e i grandi produttori significa dover sincronizzare meglio le offerte e gestire in tempo reale la produzione, specialmente se da fonti rinnovabili.

Per i consumatori domestici il salto rappresenta una sfida comportamentale: chi potrà spostare i consumi verso gli intervalli più economici sarà premiato, mentre chi non avrà flessibilità subirà l’impatto delle oscillazioni. Non cambiano (almeno inizialmente) le tariffe fisse: chi ha un contratto a prezzo fisso continuerà a pagare il prezzo pattuito, indipendentemente dalla volatilità del mercato.

Benefici e rischi per famiglie e imprese con tariffe variabili

L’effetto più immediato per chi ha una tariffa indicizzata è la maggiore variabilità dei costi: le bollette potranno oscillare sensibilmente in funzione dei momenti di consumo.

Capire la bolletta della luce e la bolletta del gas è essenziale per gestire al meglio i consumi. Ogni voce, dai costi dell’energia agli oneri di sistema, influisce sul totale. 

Un dato indicativo è che nel quarto trimestre 2025 la bolletta media per luce di una famiglia vulnerabile, con consumi pari a 2.000 kWh annui, è stimata in circa 575 euro, con una crescita dell’8,6 % rispetto allo stesso periodo del 2024 (anche il consumo medio del gas registra un aumento, seppur più contenuto).

Tra i benefici potenziali figura la possibilità di risparmiare se si sposta il consumo nei momenti più convenienti. In particolare:

  • Dispositivi intelligenti che programmano automaticamente gli elettrodomestici.
  • Automazione domestica e gestione da remoto dei consumi.
  • Pianificazioni orarie in base ai momenti di prezzo basso.

Anche le imprese con carichi flessibili possono trarre vantaggio: spostare processi produttivi nei momenti migliori può ridurre i costi marginali.

Ma non mancano i rischi: per chi non ha la possibilità di modulare il consumo, o dispone di apparecchiature fisse, le oscillazioni possono generare bollette più onerose rispetto al passato.

Infine, la maggiore complessità nell’interpretare le bollette è un ostacolo: 96 intervalli giornalieri richiedono strumenti più avanzati per essere compresi.

Quali tutele, innovazioni e scenari futuri

Il governo ha approvato un decreto legislativo in attuazione della direttiva UE 2024/1711, che introduce nuovi diritti e tutele per i consumatori:

  • Possibilità di stipulare contratti a prezzo fisso con durata annuale.
  • Maggiore trasparenza nei contratti.
  • Misure specifiche per clienti vulnerabili.

Un’altra novità prevista è lo “switching lampo”, ossia il passaggio da un fornitore all’altro in 24 ore. Originariamente previsto dal 1° gennaio 2026, è stato rinviato e dovrà entrare in vigore entro lo stesso anno.

Sul fronte tecnologico, la digitalizzazione e i sistemi di energy management (gestione intelligente dei consumi) diventano essenziali per sfruttare i momenti di prezzo basso in modo automatico.

Le comunità energetiche e le soluzioni di accumulo (batterie domestiche) potrebbero assumere un ruolo centrale, consentendo agli utenti di stoccare energia nei momenti favorevoli e usarla quando i prezzi salgono. Sul medio-lungo periodo, un mercato più granulare può ridurre il ricorso a interventi di bilanciamento tardivi e rendere il sistema elettrico più resiliente e sostenibile.

In conclusione, la rivoluzione del quarto d’ora rappresenta una svolta nel modello energetico italiano: le sue ricadute saranno concrete soprattutto per chi saprà governare i consumi in maniera intelligente e flessibile.


Fonte: papernest.it

Di Redazione

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