Pubblichiamo le osservazioni che il Comitato “Amici del torrente Alberone” ha trasmesso tramite PEC alla Regione Friuli Venezia Giulia, in opposizione al progetto del parco eolico “Pulfar” proposto dalla ditta milanese Ponente Green Power S.r.l., sul Monte Craguenza (Pulfero).
Osservazioni del Comitato “Amici del torrente Alberone” sull’assoggettabilità alla valutazione di
impatto ambientale del progetto “Pulfar” (Nota prot. 0484956, pubblicata sul sito della Regione
FVG) – Progetto di un impianto eolico di potenza nominale pari a 28,8 MW integrato con un
sistema di accumulo di potenza nominale pari a 20 MW da realizzarsi nei comuni di Pulfero,
Torreano, Cividale del Friuli, Moimacco e San Pietro al Natisone presentato dalla società
Ponente Green Power S.r.l. – SVA/SCR/2052
Il presente Comitato, costituito da cittadini residenti nel comune di Savogna (UD), esprime con
fermezza la propria contrarietà al progetto del parco eolico “Pulfar” per le seguenti motivazioni:
1) Mancanza di consultazione e trasparenza
Da quanto si è a conoscenza, i cinque Comuni interessati dall’opera proposta non sono
stati preventivamente consultati dalla ditta proponente. Attraverso verifiche dirette
condotte dal Comitato “Proteggiamo il Craguenza / Zaščitimo Kraguojnco”, è emerso che
neppure i proprietari delle quattro particelle interessate dal progetto, né le relative realtà
agricole, sono stati consultati. Inoltre, si segnala un metodo scorretto e poco trasparente
nell’esecuzione di una perlustrazione svolta da presunti tecnici il 29 dicembre 2024
presso la proprietà privata dell’Azienda Agricola Causero, nella località di Antro (Pulfero).
In tale giorno, le stesse persone sono state sorprese a fotografare strutture e
attrezzature, oltre a essere viste mentre effettuavano misurazioni sulla suddetta proprietà
privata, presumibilmente per valutare modifiche alla viabilità contenute nel progetto.
Oltre al mancato coinvolgimento dei Comuni e dei proprietari terrieri, si rileva anche
l’assenza di coinvolgimento degli abitanti delle Valli del Natisone, che rischierebbero di
subire degli impatti significativi senza essere stati preventivamente informati.
2) Gravi carenze nello studio dell’impatto ambientale
Si evidenzia che il progetto non considera adeguatamente l’impatto ambientale
complessivo: l’effetto sulla fauna e sulla flora locale, sulle risorse idriche e sul paesaggio
naturale, elementi fondamentali per la tutela del territorio e della biodiversità delle Valli
del Natisone. I quattro grandi aerogeneratori in movimento rappresentano infatti un
rischio concreto di morte per molte specie di rapaci protetti dalla Direttiva europea Uccelli
compromettendo l’ecosistema, con una deviazione delle rotte migratorie dall’arco alpino
fino alla Croazia, alla Serbia e alla Grecia.
La presenza di rumore e di attività umane, inoltre, potrebbero provocare danni anche ai
chirotteri (pipistrelli) e ai rondoni, per i quali non sono stati effettuati studi validi di
valutazione. Come ha fatto notare anche il Comitato in difesa del Craguenza,
è importante constatare che nel progetto proposto non sia presente uno studio completo
sull’impronta di CO2, che sarebbe causata dalla realizzazione del cantiere del parco
eolico.
3) Assenza di studi geologici approfonditi e di valutazione sui rischi sismici
Nel progetto non si rileva alcuno studio geologico approfondito, tenendo conto anche
della presenza in loco della Grotta di San Giovanni d’Antro e di un complesso mondo
sotterraneo scavato dal flusso delle acque nel cuore del Monte Craguenza per vari
chilometri. Oltre alla grotta, è presente l’antica chiesetta ai Santi Giovanni Battista ed
Evangelista risalente al XV° secolo; l’insieme di questo sito è uno dei luoghi più simbolici
e rappresentativi di storia e cultura nelle Valli del Natisone.
Nel progetto non ci sono dati sui possibili danni che potrebbero riportare a questo sito,
né sui rischi di danneggiamento causati dagli impianti e dai piloni installati nel terreno del
Monte Craguenza.
Inoltre, nei pressi di uno dei siti di installazione delle pale eoliche, si trova una zona
classificata come a massima pericolosità geologica (P4).
Nella documentazione del progetto non è presente alcun studio specifico sui rischi
sismici; teniamo a ricordare che tutti i cinque Comuni interessati dall’opera proposta
(Pulfero, San Pietro al Natisone, Torreano, Cividale del Friuli e Moimacco) sono stati
classificati come aree di alta sismicità dalla più recente classificazione sismica del
territorio del Friuli Venezia Giulia, risalente al 6 maggio 2010, con la pubblicazione della
delibera della Giunta Regionale n. 845 sul Bollettino Ufficiale della Regione (BUR) n. 20
del 19 maggio 2010. Questa delibera è basata sulla legge regionale n. 16 del 2009.
4) Impatto paesaggistico e visivo
Il parco eolico modificherebbe radicalmente l’aspetto paesaggistico della vallata di
Pulfero e delle intere Valli del Natisone. Ognuna delle quattro pale avrebbe un’altezza
complessiva di 200 metri, quasi 17 volte l’altezza della grande croce di Castelmonte
(Prepotto), alta 12 metri. Per capirne meglio l’imponenza, si può pensare a due volte la
Statua della Libertà una sopra l’altra: questa costruzione di New York, con il suo
basamento, è alta infatti 93 metri, quindi l’imponenza sarebbe ancora maggiore.
5) Dati di ventosità e di affidabilità del progetto
È sorprendente e preoccupante constatare che i dati relativi al vento, riportati nella
relazione tecnica descrittiva del progetto “Pulfar”, siano errati, poiché fanno riferimento a
una località in Val Canale, nel tarvisiano, molto probabilmente nel comune di
Malborghetto-Valbruna (UD). Questo denota poca conoscenza del luogo di intervento o,
quantomeno, una svista. Anche se fosse una piccola imprecisione, è grave considerare
che si vogliano installare quattro aerogeneratori alti ben 200 metri in un sito così poco
studiato e con dati di ventosità non affidabili, come evidenziato dal Comitato in difesa del
Craguenza.
La zona, inoltre, non risulterebbe adatta poiché i dati ufficiali indicano un’insufficienza di
vento che produrrebbe scarsa energia elettrica rispetto a quanto dichiarato dalla
Proponente; questi dati errati sono stati ricavati dalla Ditta esclusivamente dal sito
internet dell’Atlante Eolico d’Italia, senza rilevazioni sul campo, dimostrando una certa
superficialità nelle analisi contenute nel progetto.
6) Effetti della cantierizazzione
L’area interessata dal progetto è una delle ultime zone ancora incontaminate delle Valli
del Natisone, attualmente minacciata non solo dalle pale eoliche, ma anche dall’intero
impianto infrastrutturale previsto. Lo scavo stimato di 353.000 metri cubi di terra, di cui
285.000 senza destinazione certa, comporterebbe circa 28.500 viaggi di mezzi pesanti,
con un impatto notevole sulla viabilità locale; la strada che collega la frazione di Tarcetta
con Spignon, soggetta a limite di transito di 15 tonnellate, sarebbe gravemente
compromessa, e il traffico quotidiano di camion avrebbe effetti notevoli sulla vita
quotidiana dei centri abitati interessati. Si segnala, inoltre, la mancanza di informazioni
dettagliate riguardanti le modifiche alla viabilità, rendendo difficile una valutazione
accurata degli impatti e degli interventi previsti. Come evidenziato dal Comitato in difesa
del Monte Craguenza, gli interventi di modifica della viabilità si svolgerebbero in aree
soggette a vincoli di natura cimiteriale, aree boschive e zone soggette a esondazioni,
dove vi è anche la presenza di un depuratore, aumentando i rischi e le criticità ambientali
e sociali.
7) Impatti sulle attività agricole
Come ha fatto notare il Comitato “Proteggiamo il Craguenza / Zaščitimo Kraguojnco”,
nelle particelle interessate dal progetto operano due aziende agricole biologiche che
producono foraggi per i propri capi di bestiame. La realizzazione del progetto rischia di
dividere letteralmente in due una di queste aziende, a causa del nuovo tratto di strada
previsto dalla viabilità alternativa, compromettendo le attività agricole.
8) “Turismo lento” (Slow Tourism) e sentieri riconosciuti
Sul Monte Craguenza passano due sentieri riconosciuti a livello nazionale: il “Sentiero
Celeste” e il “Cammino delle 44 chiesette votive”, che verrebbero deviati in caso di
costruzione del parco eolico. Il progetto andrebbe a ledere la strategia dei Comuni e della
Comunità di montagna, fondata sulla valorizzazione delle risorse naturalistiche,
paesaggistiche, storiche, artistiche, culturali ed enogastronomiche del territorio delle Valli,
che promuove il turismo lento e rispettoso dell’ambiente.
9) Effetti sul mercato immobiliare
La realizzazione del parco eolico avrebbe conseguenze anche sul mercato immobiliare:
tutti gli immobili nelle vicinanze perderebbero infatti valore, portando ad una svalutazione
significativa e causando un danno economico alle famiglie che hanno scelto di vivere in
un contesto naturale e di quiete. Molto spesso le persone che hanno scelto di trasferirsi
nelle località delle Valli del Natisone, desiderano immergersi in un ambiente ancora poco
antropizzato.
10) Legge sulla Tutela della Minoranza Slovena
Il progetto non ha considerato la Legge sulla Tutela delle Minoranza Slovena, in
particolare la Legge n. 38/2001, sulla salvaguardia del paesaggio culturale e ambientale
del territorio di insediamento di tale minoranza, né il processo partecipativo e consultativo
previsto per le comunità coinvolte
.
11) Aspetto economico
La sfrontatezza della ditta proponente, oltre al danno, prevede anche la beffa:
considerando un fatturato annuo stimato di almeno 6,6 milioni di euro, il Comune di
Pulfero verrebbe risarcito di appena 143 mila euro annui.
Per concludere, il Comitato, alla luce delle motivazioni sopra elencate, delle osservazioni del
Comitato “Salviamo il Craguenza / Zaščitimo Kraguojnco” e delle osservazioni degli studiosi
indipendenti contrari al progetto, ribadisce con decisione la posizione di assoluta contrarietà al
progetto del parco eolico “Pulfar”.
Sarebbe un grave errore rilasciare l’autorizzazione a procedere per la realizzazione di questo
progetto in quanto danneggerebbe irrimediabilmente il Monte Craguenza, bene comune da
tutelare anche per le future generazioni.
Noi esponenti del Comitato non accettiamo si parli di energia sostenibile se si compromette
irreparabilmente il patrimonio naturale, paesaggistico e culturale del territorio. Esistono varie
soluzioni alternative di produzione di energia rinnovabile, come il solare, che non comportano
l’occupazione e il deturpamento di campi e terreni. I pannelli solari, per esempio, possono essere
installati sui tetti di parcheggi, di aziende, di edifici pubblici dismessi o tra le rotaie dei treni, come
è già successo a Buttes, piccolo villaggio svizzero nel Canton Neuchâtel, dove la startup
Sun-Ways ha inaugurato il primo impianto fotovoltaico al mondo posato direttamente tra i binari
di una linea aperta al traffico.
Le possibilità di sviluppare energia pulita senza sacrificare paesaggi, beni pubblici e attività
agricole (specialmente se biologiche e attente alla sostenibilità) esistono, ma sembrerebbe
vengano prese poco in considerazione. Siamo convinti che la reale energia rinnovabile e
sostenibile vada realizzata cercando il più possibile di riutilizzare l’esistente, trasformando uno
spazio inutilizzato e già antropizzato o deturpato in una risorsa attiva.
Si invita la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e in particolare la Direzione Centrale Difesa
dell’Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile – Servizio Valutazioni Ambientali a privilegiare
soluzioni davvero sostenibili, partecipate e rispettose del territorio e delle comunità, che tutelino e
valorizzino realmente il patrimonio pubblico, ambientale, storico, culturale e naturale.
Distinti saluti.
Savogna, il 6 agosto 2025
Il Comitato “Amici del torrente Alberone”
Il portavoce
Aran Cosentino
E-mail: torrentealberone@gmail.com
Con il sostegno di:
Coalizione ambientale interregionale TESS – Transizione Energetica Senza Speculazione
Renata Capria D’Aronco – Presidente del Club per l’UNESCO di Udine
Eriberto Eulisse – Direttore del Centro Internazionale per la Civiltà dell’Acqua
e Direttore della Rete Mondiale UNESCO dei Musei dell’Acqua
Alberto Travain – Presidente del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”,
del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”
e del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”
Marino Visintini – Referente dell’Osservatorio Civico contro le illegalità del FVG
Con il sostegno degli abitanti dei seguenti comuni:
Pulfero: Laura Della Longa, Marcello Della Longa, Mara Cernoia, Monica Saccu’, Maria Turcutto,
Pio Domenis, Elda Crast, Roberto Tracogna, Giulia Gorenszach, Alessia Remondini,
Angelica Rubin, Maurizio Zamò, Fulvia Gusola, Gabriella Cucovaz, Alan Nauta, Giuliano Citti,
Fulvio Sartori
San Pietro al Natisone: Mattia Cendou, Davide Faracchio, Domenico Faracchio,
Anna Maria Iussa, Flavio Onesti, Andrea Bellida, Luciano Bellida, Giulia Bellida,
Carmen Scaunich
Torreano: Denis Guion, Fanika Feletig, Gisella de Liddo, Edi Cudicio, Sabrina Cucovaz
Cividale del Friuli: Ilda Cola, Raffaella Mendolia, Federico Giaretta, Stefano Clauti,
Maria Corredig, Laura Carosa, Claudia Bevilacqua, Michela Corsini, Luciano Favia,
Alessandro Favia, Carla Danelone, Franco Zanone, Adelma Quercig,
Diana Marcela Rueda Ferreira, Paolo Perozzo, Miriam Lugnan, Isabella Tomad,
Cinzia Mattelicchio, Valter Mattelicchio, Nicoletta Graffig, Andrea Scubla, Adriano Josè Zanone,
Alessandro Flocco, Monica Iuretig, Raffaele Miconi, Matilde D’adda
Moimacco: Simona Rodaro, Giovanni Dorigo
Savogna: Andrea Baricchi, Lorenzo Basso, Mariarosa Bucovaz, Massimo Farris, Moreno Golop,
Flavio Medves, Monica Piano, Andrea Oballa, Vida Ohojak, Elisabetta Seriani, Patrizia Nardo,
Gabriella Rucli, Paola Bombardier, Michelina Tufo, Giulia Cariola
San Leonardo: Marco Cucovaz, Paola Menichini, Monica Coceancig, Daniele Cettolo,
Cristian Cettolo, Tiziana Perini
Grimacco: Margherita Trusgnach, Marina Vogrig
Stregna: Alberto Carluccio
Prepotto: Deena Mussig, Sara Zanone, Susanna Pertot, Elvio Vascotto, Edith Andrea Bàrdos,
Rosanna Magnan, Silvia Baldan, Beatrice Paussa
Premariacco: Gioia Rovere
San Giovanni al Natisone: Annamaria Di Lena, Mauro Basso
Corno di Rosazzo: Silvano Marinig, Liliana Iacuzzi, Manuela Bevilacqua, Daniele Marinig,
Alex Faracchio, Erica Cantarutti, Sonia Visintini, Renato Rovere
Cormòns: Davis Perkljic
Povoletto: Elena Pitassi, Michele Ferrandino
Udine: Francesca Zuiani, Chiara Clauti, Ada Beuzer, Angelo Porcaro, Maria Ida Turello,
Valentino Piano, Silvana Minen, Gloria Corradi, Marcello Nobile, Laura Cappellaro,
Romanamaria Pironio, Elvis Giglio, Alberto Di Filippo
Tavagnacco: Lucia Zaccaron, Barbara Ortoleva, Daniela Droussi
Pagnacco: Fiammetta Tonutti
Tricesimo: Juan Ramon Escobar, Marianna Cantarutti
Coseano: Lara Melchior, Adriano Pilosio
Cassacco: Elisabetta Spagnol
Buja: Liliana Kovatsch
Ragogna: Silvia Londero
Pasian di Prato: Dino Rocco
Campoformido: Giuseppe Intravaia
Codroipo: Liuba Giro
Palmanova: Alessandra Simonetti
Aiello del Friuli: Angela Bertoni
Cervignano del Friuli: Antonella Nicola, Luisa Contin
Fiumicello Villa Vicentina: Dominique Marie-Jeanne Frausin, Emiliano Movio, Enrica Bestetti
Staranzano: Erik Puz
Romans d’Isonzo: Vania Scapin
Monfalcone: Francesca Grassi, Licia Padovan, Donatella Procacci
Palazzolo dello Stella: Mario Sguassero, Judit Kokeny
Rivignano Teor: Mauro Giona
San Michele al Tagliamento: Eleonora Follonier Flores
Lignano Sabbiadoro: Francesca Cernoia
Fossalta di Portogruaro: Consuelo Gonella
Portogruaro: Daniela Catto
Fiume Veneto: Sandra Bellomo
Treviso: Silvia Diotallevi, Alessandra Diotallevi, Alice Gasparoni, Alessandro Gasparoni,
Benedetta Eulisse
Noventa Padovana: Manuela D’Incà
Varese: Gianpaolo Sommaruga
Genova: Delfina Magnan, Giancarlo Carnevale
Macerata Feltria: Giuseppe Diotallevi
