Forme scultoree di Leonardo Lebeničnik, testi di Massimo Lazzeri
L’evento viene presentato e inaugurato giovedì 11 aprile alle ore 17 a Palazzo Geremia in via Belenzani a Trento. Al pianoforte Pajic Dragan.
C’è sempre qualcuno quando hai bisogno” breve, incisiva, positiva, la poesia con cui Massimo Lazzeri interpreta liberamente la scultura di pietre e ferro “Settimo Grado” di Leonardo Lebenicnik. Il settimo grado è quello più vicino al cielo, dove il corpo e la mente si librano fino a spiccare il volo ma… il ferro piegato di Leonardo ed il verso di Massimo ci mettono in guardia e contemporaneamente ci rassicurano: se non hai le ali, meglio essere prudente.
Scultore e poeta sono due anime diverse unite per la mostra di Palazzo Geremia nata dalla collaborazione del Comune di Trento, di Marina Eccher, assessore del Comune di Caldonazzo, Waimer Perinelli del Centro d’Arte La Fonte e Trento Film Festival.
Lebenicnik, 49 anni, di origine bosniaca, scultore e scrittore è un introspettivo in conflitto amoroso con la materia grezza. Niente scalpello, nessuna fusione di cera o bronzo, non modella la creta, è un concettuale che usa la materia di cui è fatta la Terra: roccia, pietra, legno. Usa il ferro, prodotto dall’uomo, trasformandone la funzione. Lo usa per unire, sostenere, separare. In “Porfido piangente” i cubetti pendono come lacrime dai tondini scuri e restano sospese. Scrive Lazzeri: “Pensaci bene prima di parlare, pensaci bene prima di pensare/i tuoi pensieri sono leggeri come le pietre e pesanti come le parole……”
“Il Santo” è una composizione di due pietre rotondeggianti: una grande per il corpo, una piccola per la testa, unite da un ferro e racchiuse in una corona di ferro. Scrive Lazzeri: Era scalzo/lungo la strada incontrò una puttana. Le chiese raccontami una storia/ la puttana incominciò. Andarono via insieme”. Una favola per bambini. La ricordate? c’era una volta un re che disse alla sua serva, raccontami una storia… e il racconto diventa infinito, una filastrocca dove inizio e fine si allontanano per ritrovarsi e ricominciare.
Massimo Lazzeri, trentino, è un attore e regista teatrale, cantautore e naturalmente poeta con alle spalle un volume “Quasi Poesie, ma soprattutto d’amore” con cui ha esordito nel dicembre del 2017. Il contenuto delle riflessioni è certo, sicuro, il tratto leggero come quello di Filippo Bampi che l’ha illustrato a penna biro. “Mi piace scrivere” dice Lazzeri. Alcuni suoi testi teatrali sono diventati spettacoli, alcune poesie parole per canzoni. È direttore artistico del Teatro San Marco di Trento.
Pagina web http://www.formescultoree.it/
Struttura ospitantePalazzo Geremia