Antonia Klugmann a Miramare
Oggi nella Sala del Trono al centro dell’attenzione è stato il senso del gusto, nell’ambito del ciclo dei “Grandi incontri a Miramare”, pensati a corollario della mostra Ars Botanica. Giardini di carta allestita fino a gennaio 2024 nel Museo storico.
Protagonista di questo terzo incontro, la chef stellata Antonia Klugmann accompagnata dalla giornalista Laura Lazzaroni.
Protagonista del terzo incontro del ciclo dei “Grandi incontri a Miramare”, pensati a corollario della mostra Ars Botanica, la chef stellata Antonia Klugmann ha fatto decisamente capire come sia appropriato dire che la cucina è una forma d’arte.
“Vogliamo esplorare le piante da ogni punto di vista – ha detto nel suo discorso introduttivo il direttore del Museo storico Andreina Contessa -, e oggi ci occupiamo di come le erbe hanno influito e influiscono sul nostro modo di mangiare. Siamo partiti con l’esplorazione dell’arte botanica con una mostra che ci parla dell’Ottocento, il secolo nel quale si scoprono sia le piante esotiche sia le flore locali, producendo un apporto incredibile di nuove entità botaniche e una rivoluzione anche nella cromia del paesaggio”.
Nello specifico, ha precisato Laura Lazzaroni che è anche un’affermata autrice e consulente di panificazione, Antonia Klugmann ha fatto il punto sull’utilizzo della flora selvatica e di come la sua raccolta abbia influito nel suo percorso di cuoca.
“Raccolta del selvatico può voler dire tante cose – ha spiegato la Chef, nota per uno degli approcci più profondi, completi e colti alla raccolta. Io ho fatto del mio percorso professionale un luogo di approfondimento aldilà del tecnicismo. Ho cercato di intraprendere un processo di cambiamento intimo e costante, avvicinandomi al selvatico grazie alla bellezza. Meno c’è l’uomo, più si trova un’armonia segreta. Riconoscere che esiste qualcosa di perfetto di cui servirmi, mi ha reso un cuoco diverso. Cerchiamo di custodire e tutelare, non togliendo soltanto ma preservando”.
Laura Lazzaroni ha chiesto sia al direttore sia alla chef che cosa le accomuni in quanto custodi del patrimonio e cosa abbiano in comune il giardino botanico e un ecosoistema selvatico.
“Fin dal mio arrivo al Museo– ha detto Contessa – ho preso molto sul serio la custodia di Miramare, un patrimonio che è di tutti. La grande opera di restauro intrapresa, è stata fatta con molta riflessione e studio, con consulenze importanti in ambito botanico. Abbiamo consultato le fonti per fare nel Parco la cosa giusta che è risultata essere riproporre il giardino di Massimiliano, la scelta vincente su tutti i fronti. Il suo modello di parco era quello più ricco dal punto di vista botanico, più rispettoso della storia, anche il più sostenibile e di fatto il più moderno e avanzato”.
“Per quanto mi riguarda – ha chiarito Klugmann – mi occupo di quello che si può fare nel tempo che ci è concesso: la magia dell’uomo sta nella trasformazione e nello svelamento che è una forma d’arte. Questo per me è il senso della custodia”.
E creare un piccolo giardino di erbe spontanee a Miramare?
Uno spunto cui il direttore ha risposto raccogliendo lo spunto pur precisando che “si parla di mondi completamente diversi, il giardino è artificiale. Abbiamo anche noi delle zone a prato con dei progetti interessanti per favorire la biodiversità. Stiamo lavorando su un progetto che concerne quelli che erano chiamati gli orti di Massimiliano e, in autunno, si vedranno i primi frutti. La chef Klugmann raccoglie, io pianto. La cosa importante è dare continuità di memoria per quelli che verranno”.
È possibile rivedere la conferenza accedendo al canale YouTube del Museo a questo link: