Un’opera patriottica in un Castello asburgico
È stata presentata questa mattina a Miramare l’opera di Annibale Strata “Allegoria di Trieste e l’Istria” che rimarrà a Trieste per dieci anni grazie al progetto del MiC “100 opere tornano a casa. Dai depositi ai musei”.
“Le opere d’arte a volte segnano i momenti epocali e sono loro stesse segnate dalla storia”. La direttrice del Museo storico Andreina Contessa interpreta così l’arrivo a Miramare del quadro di Annibale Strata “Allegoria di Trieste e l’Istria” installato negli Appartamenti del duca d’Aosta e presentato questa mattina nella Sala del Trono del Castello. Il progetto si inserisce nella più vasta operazione del Ministero della Cultura “100 opere tornano a casa. Dai depositi ai musei” che consiste nel riportare in vita, grazie a un sapiente restauro, opere custodite nei depositi di grandi musei italiani per esporle in luoghi della cultura altrettanto importanti.
Il dipinto “Allegoria di Trieste e dell’Istria” di Annibale Strata, donato al re Vittorio Emanuele II nell’autunno del 1861 da patrioti triestini, con il chiaro intento di sostenere la causa dell’annessione di Trieste e dell’Istria al neonato regno d’Italia, è esposto da questa mattina negli Appartamenti del duca d’Aosta nel Castello di Miramare; “un’operazione che può essere vista come provocatoria perché si tratta di un quadro dalla connotazione fortemente patriottica (il suo autore era stato un combattente nei motti del 1948) che viene collocato in una dimora asburgica – ha spiegato la direttrice Contessa -. Questo quadro ci insegna l’importanza di guardare la storia anche da un punto di vista diverso, quello della Trieste multiculturale e multietnica, che pure ha ricevuto molto dagli Asburgo, ma che aveva mantenuto una forte connotazione linguistica italiana e che a metà dell’Ottocento anela all’indipendenza. È un’opera che porta i segni della storia e rappresenta diverse anime della città, in un certo senso come lo stesso Castello di Miramare, dove gli echi degli eventi storici si incontrano e si parlano”.
Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali di Torino dai quali l’opera proviene, ha raccontato la complessità del restauro al quale è stata sottoposta, dopo il suo coinvolgimento nel disastroso incendio della Cappella della Sindone nel 1997.
“Dopo l’intervento di consolidamento della pittura – ha detto la direttrice Pagella – è stata ripristinata la cornice purtroppo privata dello stemma sabaudo e il collare dell’Ordine dell’Annunziata, irrimediabilmente compromesso”.
Pagella si è anche soffermata sull’importanza del progetto ministeriale “che permette di togliere dall’oblio importanti opere rendendole nuovamente fruibili al pubblico ponendo l’attenzione sui contenuti che veicolano”. Nel caso della tela di Annibale Strata – un “pittore combattente” poco studiato e che invece ha lasciato quadri di pregio, anche a Gorizia – si offre “un interessante parallelo per riflettere su come lo scorrere del tempo e della storia presenti inedite alleanze, come quella tra le comunità di Trieste e Torino. È una tela originale – ha concluso Pagella – anche perché testimonia un tipo di pittura di stampo accademico eppure rappresentante un tema di cronaca che fino all’Unità non era praticata”.