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MONASTIER,UN TACCO ALTO 2 METRI CONTRO IL SILENZIO DELLA VIOLENZA

DiRedazione

Nov 25, 2025

25 novembre, a Monastier lo scoprimento dell’opera di fronte a sanitari e autorità

UN TACCO ALTO 2 METRI CONTRO IL SILENZIO DELLA VIOLENZA

Monastier accoglie, nel suo viaggio itinerante, “Passo di Donna” l’opera simbolo dello scultore veneziano Giorgio Bortoli

È una scultura imponente, vibrante e carica di significato, che da oggi si erge come sentinella di speranza e consapevolezza all’ingresso del Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Monastier.

In occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, il 25 novembre, l’ospedale accoglie “Passo di Donna”, l’opera monumentale dello scultore veneziano Giorgio Bortoli, la cui esposizione è stata inaugurata questa mattina di fronte a sanitari e autorità.

Alta 2 metri, larga altrettanto e con un peso di oltre 50 kg, questa scarpa rossa con il tacco a spillo è molto più di un’installazione artistica: è un potente manifesto contro la violenza di genere, un simbolo visibile di accoglienza e supporto.

L’opera di Bortoli, già ammirata in location prestigiose come la Mostra del Cinema di Venezia, la Loggia dei 300 di Treviso, in piazza castello a Noale e a Portogruaro e Chioggia, si distingue per la sua complessa dualità, espressa attraverso i materiali e la forma.

La scultura, realizzata nel 2022 con la collaborazione degli studenti del corso ITS Cosmo Fashion Shoes Coordinator del politecnico calzaturiero di Vigonza, è riprodotta in tre sezioni, alcune delle quali lasciano spazio a “zone d’ombra”. Queste aree scure e misteriose sono, come spiega lo stesso Bortoli, quelle dimensioni in cui la donna si trova a identificarsi nelle situazioni di fragilità e vulnerabilità che troppo spesso è costretta ad affrontare.

A squarciare l’oscurità e a infondere forza, i frammenti di vetro di Murano si diramano su tutta la superficie della scarpa, riflettendo la luce, l’allegria e la vitalità. Questa mescolanza di buio e splendore rappresenta la forza intrinseca della donna, capace di resistere e risplendere nonostante le difficoltà.

A sorreggerla, poi, un elemento cruciale, celato alla base: una mano in rete metallica che sembra accoglierla e proteggerla. “La scultura riflette la luce e l’allegria e la vitalità della donna, ma anche la sua dimensione oscura, misteriosa ed enigmatica, – commenta il Cav. Giorgio Bortoli, – e la mano alla base vuole rappresentare il dialogo tra il mondo maschile e femminile, un invito al rispetto e alla protezione reciproca.”

Bortoli, artista veneziano innovatore che ha saputo fondere la passione per il legno con la maestria del vetro di Murano e l’audacia della metallurgia alchemica, dona così al territorio un’opera di profonda riflessione e, la scelta della Casa di Cura “Giovanni XXIII” come luogo di esposizione non è casuale. L’installazione si inserisce in una precisa volontà della struttura, di non essere solo un luogo di cura fisica, ma anche un presidio di sensibilità sociale e psicologica.

Accogliere ‘Passo di Donna’ significa ribadire l’impegno quotidiano dell’ospedale nell’offrire supporto non solo medico, ma anche umano e morale alle donne, diventando un faro contro la violenza e per l’affermazione della dignità femminile” commenta la Dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina, Direttore Sanitario del “Giovanni XXIII”.

L’ospedale dimostra questa sensibilità in modo costante: lo scorso anno, all’ingresso del reparto di Radiologia, è stato installato un altro simbolo speciale: una vecchia sedia destinata al macero, recuperata e fatta “rifiorire” dalle donne dell’associazione “La Forza in Passerella” di Michela Bardi. Restaurata e decorata con scarpe rosse e la frase “FERMATI A PENSARE, MA NON PENSARE DI FERMARTI”, la sedia vuole essere un monito per ogni donna in visita: anche quando ci si sente abbattute, c’è sempre la possibilità di una rinascita.

Presenti alla cerimonia di scoprimento della statua, oltre allo scultore Cav. Giorgio Bortoli, l’Amministratore Delegato del “Giovanni XXIII” il Cav. Gabriele Geretto assieme al direttore sanitario dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina, al presidente Massimo Calvani e a Matteo Geretto; la sindaca di Monastier Paola Moro, l’ex Prefetto Aldo Adinolfi, il consigliere di San Donà di Piave Gabriele De Rosa,  il signor Enzo “Chechi” Muraro che, con il Comm. Ginetto Buoso, il signor Giuseppe Orler figlio di Ermanno e la “Edilmestrina” di Neshaj Arjan sostengono come sponsor l’iniziativa.

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