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MORIAGO, FESTIVAL DELLA CULTURA: sabato 5 marzo inaugura “TI PROTENDI AL SILENZIO”, la mostra di Graziella da Gioz ispirata dalle parole del poeta Andrea Zanzotto

DiRedazione

Feb 28, 2022

I sassi, l’acqua, la terra dell’Isola dei Morti con i suoi fantasmi al centro di uno sguardo che abbraccia il paesaggio, luogo dell’anima di un Veneto nascosto che sembra assorbire i versi di Andrea Zanzotto, “E ti protendi come silenzio/ti protendi al silenzio, generi, sei silenzio”. E’ proprio alle parole del poeta di Pieve di Soligo che si ispira la mostra della pittrice Graziella Da Gioz, al via il 5 marzo alle 18 alla Casa del Musichiere di Moriago, altro evento di punta del Festival della Cultura ideato dalla critica Lorena Gava: “Ti protendi al silenzio (Da “Meteo” di Andrea Zanzotto)”, questo il titolo dell’esposizione che resterà aperta fino al 20 marzo, rappresenta non soltanto un nuovo omaggio al poeta, sempre  punto cardine della biografia ed esperienza di vita della pittrice, ma anche una ulteriore rielaborazione personale del paesaggio, elemento che segna fortemente il lavoro di questa artista di Pieve di Grappa.

L’ESPOSIZIONE

Nata a Belluno nel 1957 ma ormai di casa nella Marca, Graziella Da Gioz presenta a Moriago una trentina di lavori di varie dimensioni tra oli, pastelli e incisioni. Fra monti, sentieri e corsi d’acqua che rendono il paesaggio un elemento fondante della sua riflessione artistica, la pittrice si misura adesso con un ciclo di opere del tutto nuove “dove l’uso sapiente del pastello e dell’olio – osserva la critica Gava – diventa a dir poco supremo.  Chi conosce Graziella Da Gioz, sa di quanta ineguagliabile maestria si avvalga la costruzione e la composizione di ogni opera e soprattutto di quanto studio si nutra l’ideazione di qualsivoglia realizzazione”. Da Gioz ama raccontare i luoghi dopo averli visti e assimilati, dopo averne calpestato il suolo e respirato l’aria, trasponendo tutto nei suoi lavori, sintesi della sua memoria e delle emozioni. Un alfabeto della natura popolato di alberi, colline, fiumi e campi che vengono raccontati nella loro vitalità, “in un connubio visivo cartesiano che la mano traduce in segno e colore – aggiunge la direttrice artistica del festival – Per l’occasione, la terra, l’acqua e i sassi dell’Isola dei Morti nel comune di Moriago (un lembo di terra lambito dal fiume Piave che deve il suo nome al ritrovamento di corpi senza vita nella Prima Guerra Mondiale) sono stati la fonte per un’indagine espressiva ancora una volta estremamente personale e magnetica”.

LE OPERE

In una serie di pastelli e oli presentati alla mostra, Da Gioz si spinge nell’alveo del Piave che domina la scena, diventando anche una sorta di via di fuga per la mente e lo sguardo. “Davanti alle opere si avverte un incontenibile desiderio di evasione, come se un respiro ampio sgravasse la realtà da ogni laccio e contingenza – spiega Gava – Principale responsabile di questa magia percettiva è senza dubbio il colore elaborato in trapassi chiaroscurali talmente sottili, leggeri e friabili da sciogliere ogni limite e barriera verso orizzonti aperti sull’ infinito. Modulazioni tonali, vibrazioni atmosferiche, viraggi cromatici inusitati che dalle latitudini azzurre e verdi giungono alle terre brunastre e aranciate, consegnano perimetri fisici di incantevole bellezza e silenzi, i medesimi silenzi di cui è pervasa tanta lirica zanzottiana, sorgente conclamata di letture e ispirazione della nostra artista”.  Non mancano, infine,  le incisioni, per Da Gioz molto importanti sin dagli studi in Accademia, “punto di transizione”, come ha ammesso l’artista, che l’hanno aiutata a lasciare il suo  periodo astratto abbracciato agli inizi con Vedova per  creare dei paesaggi quasi astratti.

IL POETA ZANZOTTO

L’amicizia con il poeta di Pieve di Soligo ispira Graziella Da Gioz sin dagli inizi della carriera: nel 1986 nascono alcune illustrazioni di liriche pubblicate nella rivista francese “Noise” edita dalla galleria parigina Maeght.  Nel 2006 arriva il  libro “Dal paesaggio” che contiene nove  incisioni originali dell’artista con una scelta di liriche di Zanzotto, realizzato per le Edizioni del Tavolo Rosso dalla stamperia di Corrado Albicocco di Udine.  “Quel libro, per me, è stato un avvenimento importante – diceva al tempo Graziella Dal Gioz –  si è concretizzato un sodalizio con un grande poeta iniziato nel 1984. La sua poesia e i nostri dialoghi  mi hanno aiutato a trovare la mia dimensione attraverso la visione del paesaggio, mediato dalla poesia”.  Per lei Zanzotto è sempre stato un maestro, un punto di riferimento: “Pur essendo veneto è anche internazionale. Eʼ riuscito attraverso il paesaggio, la ricerca dellʼidentità e della tradizione a rinnovare il linguaggio. A far suscitare interesse per il suo lavoro da tutto il mondo. Io trovo che anche in pittura vi è una ricerca “linguistica”. In lui, che è persona attenta e curiosa, ho trovato un interlocutore acuto”.

LO SGUARDO

La mostra diventa così un inno alla natura e ai suoi risvegli, una natura che, nonostante tutto, continua a commuovere e a intenerire. “Come da sempre accade nell’universo di Graziella Da Gioz, non ci sono presenze umane a siglare i luoghi ma soltanto paesaggi con le forme silenti, gli alberi riuniti, le erbe affastellate e le zolle levigate dall’aria -osserva la curatrice  Gava- .La visione totalizzante non muta nel passaggio dal colore al bianco e nero: ci sembrano a dir poco insuperabili le incisioni e le grafiche rivolte a narrare le trasparenze dell’acqua, gli scorci dal basso verso l’alto e le innumerevoli specie arboree disseminate sugli argini e sulle sponde delle tante zone acquose. E che dire della luce? Di quella luce rara, endogena, rabdomantica perché appare e scompare in una danza fascinosa e travolgente? E’ tutto merito della regia compositiva di un’artista vera e autentica che nelle quotidiani peregrinazioni del pennello e dello spirito e negli abituali eremitaggi “dentro” il paesaggio veneto, sa cogliere e trascrivere l’intimo e profondo alfabeto di una natura che da “particolare”, perché legata ad una “parte” di mondo, sa elevarsi a linguaggio universale e stupendamente catartico”. 

LA PROTAGONISTA

Graziella Da Gioz (Belluno 1957) vive a Pieve del Grappa. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Venezia seguendo i corsi di Emilio Vedova.  Predilige la tecnica del pastello, dell’olio su tela e dell’incisione calcografica. Ha partecipato a numerosi eventi, allestendo mostre personali e collettive in spazi museali e gallerie d’arte. Nel 2011 è stata invitata alla 54. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Nel 2006 la Stamperia d’Arte Albicocco ha pubblicato un libro d’artista con sue incisioni e le poesie di Andrea Zanzotto; ha dedicato una serie di opere e un libro d’artista (Edizioni Colophon) alla giornalista Tina Merlin e alla tragedia del Vajont.

Con le sue incisioni è stata invitata a esporre in Italia, Brasile, Germania, Stati Uniti, Francia, Macedonia, Romania, Repubblica Ceca, Cile, Irlanda e Cina.

Fa parte dell’Associazione Nazionale Incisori Contemporanei.

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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