C’è un dono originale e prezioso, per il pubblico che assisterà al secondo concerto della Stagione Cameristica 2022 firmata da Chamber Music Trieste: è l’esecuzione del Quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi, un vero ‘unicum’, l’unica composizione cameristica del repertorio verdiano giunta fino a noi. Ad eseguirla sarà un Ensemble che si dedica con passione alla scrittura cameristica degli autori italiani, cui ha intitolato un album recentissimo sulla plurisecolare tradizione quartettistica italiana, edito Warner Classics: è il Quarttto Noûs, al secolo Tiziano Baviera e Alberto Franchin violino, Sara Dambruoso viola, Tommaso Tesini violoncello, quattro musicisti attiviall’interno del Conservatorio della Svizzera Italiana che dieci anni fa, nel 2011, hanno deciso di riunirsi in una formazione subito gratificata dalla conquista del Primo Premio al Concorso Internazionale “Luigi Nono”: una affermazione coronata dalla performance ai “Concerti del Quirinale” in diretta su Rai Radio3. Sul filo rosso del loro CD, anche il programma del concerto di Trieste, nella serata di mercoledì 19 gennaio al Teatro Miela dalle 20.30, spazierà nel tempo e includerà capolavori di Luigi Boccherini, con il Quartetto per archi in re maggiore op.8 n.1, di Antonio Bazzini, con il Quartetto per archi in do minore op.80, n.5 e, appunto, di Giuseppe Verdi, con il Quartetto per archi in mi minore. Biglietti e abbonamenti presso TicketPoint Trieste, info www.acmtrioditrieste.it. “Cromatismi” è il cartellone numero 27 allestito al Teatro Miela da Chamber Music, con il sostegno del MIC – Ministero della Cultura, della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e di Banca Mediolanum, Itas Assicurazioni, Suono Vivo – Padova, Fondazione Casali, Civibank e Zoogami.
Le musiche in programma di Luigi Boccherini ci riporteranno al 700 strumentale italiano: la sua produzione comprende un centinaio circa di quartetti dove gli strumenti dialogano su uno stesso piano in fluente scioltezza. Di Antonio Bazzini, violinista virtuoso nella prima parte della sua carriera, ritroveremo uno dei sei quartetti per archi che Bazzini compose in poco meno di trent’anni. Il Quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi fu scritto invece nella primavera del 1873 durante la produzione di Aida a Napoli ed eseguita per la prima volta a Milano il 5 dicembre 1876: esprime l’intenzione verdiana di definire una diversa pratica musicale, che sintetizzi nella forma classica un gusto e uno stile tipicamente italiani. «Non potevamo esimerci – spiegano infatti i musicisti del Quartetto – dalla scelta del Quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi: composto in una sola notte rappresenta una prova della maestria del compositore nel cimentarsi in questa forma, oltre i capolavori operistici per i quali era universalmente acclamato». Il Quartetto Noûs si è perfezionato con Maestri di fama internazionale quali Aldo Campagnari (Quartetto Prometeo), Bruno Giuranna, Carlo Chiarappa (Nuovo Quartetto), Massimo Quarta, Robert Cohen (Fine Arts Quartet). Ha frequentato la prestigiosa “Accademia Stauffer” di Cremona nella classe del Quartetto di Cremona e la “Musik Akademie” di Basilea nella classe di Reiner Schmidt (Hagen Quartett). Oltre al Primo Premio nel Concorso Internazionale “Luigi Nono” di Venaria Reale è vincitore del Primo Premio al XXI “Concorso Internazionale ANEMOS” di Roma e nel luglio 2014 è stata conferita al Quartetto Noûs la menzione d’onore nell’ambio del Concorso “Sony Classical Talent Scout” di Madesimo. Si esibisce regolarmente per importanti stagioni concertistiche italiane quali “Amici della Musica di Palermo, Associazione Bellini di Messina, GOG di Genova, Associazione Amici del Quartetto Guido Borciani” di Reggio Emilia, “Polincontri” di Torino e “Musica Insieme” di Bologna, ecc.. Dopo essere stato selezionato tra 74 gruppi provenienti da tutto il mondo, ha avuto modo di esibirsi all’interno della stagione “Monteleón Chamber Music Festival” di León (Spagna). Nel 2013 e nel 2017 è stato invitato come quartetto “in residence” al “Festival Ticino Musica” di Lugano. «Siamo profondamente affascinati dal ricchissimo repertorio quartettistico – raccontano ancora i musicisti del Noûs – La scelta del nostro nome lo rispecchia: noûs è un termine greco che allude insieme alla mente e alla razionalità, quindi all’analisi dettagliata della partitura e del contesto storico e stilistico del brano, ma anche all’ispirazione creative, processo essenziale per dare un’interpretazione efficace e trasmettere emozione al pubblico».