Una coproduzione del Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone, per la prima volta proposto dopo il debutto della scorsa estate a Ravenna Festival, allestito in collaborazione con il Festival Pergolesi Spontini ed Emilia Romagna Festival. Appuntamento domenica alle 20.45 nel Duomo di Pordenone: Transitus, su musiche di Cristian Carrara, è una sacra rappresentazione, liturgia della memoria in cui Francesco canta l’avvicinarsi di Sorella Morte. In scena il baritono Clemente Antonio Daliotti e il Quartetto dei Filarmonici Friulani (violino Alessio Venier, viola Federica Tirelli, violoncello Alessandro Ricobello, contrabbasso Marcello Bon), con il Quartetto vocale del Coro del Friuli Venezia Giulia.
PORDENONE – C’è un momento di particolare emozione legato alla vita di San Francesco ed è quello intorno ai suoi ultimi momenti: ampiamente descritti nelle fonti francescane, sono rievocati adesso attraverso un ufficio liturgico che ripercorre la vita memorabile del Santo e il suo rapporto con la Terra e con il Cielo. Si chiama Transitused è una Sacra Rappresentazione, una sorta di liturgia della memoria nella quale Francesco canta l’avvicinarsi di Sorella Morte con le parole pronunciate in vita, ma anche con gesti simbolici, rituali, liturgici, secondo l’antica consuetudine drammatica. A firmare la partitura che racconta gli ultimi attimi della vita di San Francesco è il compositore friulano Cristian Carrara, autore di riferimento della scena musicale contemporanea – nel luglio scorso aveva firmato le musiche de “La cripta dei Cappuccini” di scena a Mittelfest – e direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini. Spiega Carrara di aver «rielaborato quel corpus liturgico di canti gregoriani consolidatosi dopo la morte del “poverello” di Assisi, la cosiddetta liturgia del Transito di Francesco, che ancora oggi i francescani cantano. Il mio desiderio – spiega Carrara – non era produrre una partitura staccata dal contesto sacro e devozionale e da eseguire in concerto, ma integrare la scrittura musicale all’elaborazione di una vera e propria Sacra Rappresentazione per baritono, voci maschili, archi e armonium, recuperando un cerimoniale fatto di gesti simbolici e movimenti in costume che potessero dare nuova vita a questa liturgia». Ecco dunque l’evento che sarà in scena DOMANI domenica 20 ottobre in prima regionale, alle 20.45 nel Duomo Concattedrale di Pordenone, concerto inaugurale della 33^ edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra e seconda replica assoluta dopo il debutto della scorsa estate a Ravenna Festival. L’ingresso è aperto gratuitamente al pubblico, come da tradizione del festival, ma è consigliata la prenotazione su musicapordenone.it L’allestimento è realizzato in collaborazione con il Festival Pergolesi Spontini ed Emilia Romagna Festival. In scena il pubblico troverà il baritono Clemente Antonio Daliotti, il Quartetto dei Filarmonici Friulani con Alessio Venier violino, Federica Tirelli viola, Alessandro Ricobello violoncello e Marcello Bon contrabbasso. E inoltre il Quartetto vocale del Coro del Friuli Venezia Giulia con Enrico Basso eFabio Cassisi tenori, Nicola Patat baritono, Gaetan Tagnè basso e maestro preparatore, affiancati da Cristiano Dell’Oste Armonium e concertazione. Il concerto inaugura anche uno dei temi portanti dell’intero progetto artistico del festival incentrato su “Caritas”, promosso da Presenza e Cultura con il Centro Iniziative Culturali Pordenone, diretto dai Maestri Franco Calabretto e Eddi De Nadai. Si tratta del fil rouge dedicato a Francesco d’Assisi, anticipato nella edizione precedente del festival, e che trova quest’anno un’attenzione speciale su cui si innesteranno la Leggenda di Liszt e la riscoperta di un film muto del 1918, Frate Sole di Ugo Falena e Mario Corsi, dedicato alla vita di Francesco, con accompagnamento di organo in proiezione giovedì 24 ottobre alle 20.45 a Codroipo nel Duomo di S. Maria Maggiore. Ulteriori citazioni francescane saranno presenti nei repertori medievali proposti in altri due concerti vocali del festival, e nelle letture che intercalano un concerto di canto gregoriano.
Il tema francescano è caro a Cristian Carrara, che vi si era addentrato nel 2017, con Sola beatitudo. Attraverso l’allestimento di “Transitus. Il cielo di Francesco” si puntano i riflettori innanzitutto sul primo officiante, che è lo stesso Francesco, quindi c’è il coro che rappresenta i confratelli, ma non solo. Chiunque assisterà allo spettacolo si potrà sentire parte di quella comunità a cui Francesco parla, che nel Transitus sono i frati. «Ho voluto distinguere anche musicalmente – racconta ancora Carrara – e sul piano linguistico i frati cantano in latino, secondo una scrittura musicale ispirata al canto gregoriano delle liturgie del Transitus, Francesco invece canta in italiano, o in volgare, e la sua voce è caratterizzata da una scrittura musicale nuova, sebbene con numerosi rimandi alla tradizione liturgico musicale storica. Ho selezionato alcune delle cose che Francesco ha detto in vita, alcune delle ultime parole pronunciate prima di morire e inoltre frammenti delle tante preghiere da lui composte». Le voci di Francesco e del coro sono accompagnate da una compagine strumentale ridotta: un ensemble di archi costituito da violino, viola, violoncello e contrabbasso, e un armonium, strumento più “povero” rispetto all’organo, presente di solito anche nelle chiese più piccole, che non possono permettersi un organo.
La 33^ edizione del Festival internazionale di Musica Sacra è promossa in sinergia con il Ministero della Cultura, la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e il Comune di Pordenone, con il sostegno di Fondazione Friuli e BCC Pordenonese e Monsile.
Cristian Carrara
Nato nel 1977, si diploma in Composizione presso il Conservatorio di Udine. Scrive musica sinfonica e cameristica, opere destinate al teatro musicale e alla televisione. Le sue musiche sono eseguite in sale prestigiose, dall’Accademia di Santa Cecilia a Roma alla Berliner Hall, dal Maggio Musicale Fiorentino all’Auditorium Binyanei Hauma di Gerusalemme, in collaborazione con importanti protagonisti della musica e del teatro, ensemble e orchestre, italiani e internazionali. Tra i suoi lavori teatrali, La piccola vedetta lombarda, Oliver Twist, Alto sui pedali e Il giocatore (su testo di Marco Martinelli). Nel catalogo sinfonico, Magnificat. Meditation for pedal piano and orchestra (commissione Emilia Romagna Festival), Destinazione del sangue, Liber Mundi, Tales from the underground, Ondanomala (commissione Teatro Lirico di Trieste), Vivaldi. In memoriam (commissione Maggio Musicale Fiorentino). Tra le musiche da camera più eseguite si annoverano Luce, Bianco, Ludus e la raccolta di pezzi pianistici A piano diary. Nel 2015 viene proposto in prima esecuzione War Silence, per pianoforte e orchestra (commissione Festival di Ravello), con l’Orchestra Filarmonica della Fenice. Del 2016 è Machpela, doppio concerto per violino, violoncello e orchestra (Prodotto dalla Santa Barbara Symphony Orchestra), con Francesca Dego al violino e Robert DeMaine, primo violoncello della Los Angeles Philarmonic. Lo stesso anno debutta The Waste Land, concerto per viola ed orchestra commissionato da Mittelfest di Cividale del Friuli ed eseguito in prima assoluta dalla Slovenian Philarmonic con la viola di Danusha Waskiewicz. Sempre nel 2016 va in scena Cenerentola, una nuova opera lirica commissionata dalla Fondazione Petruzzelli di Bari. Nel 2018 viene eseguito I am Home, per flauto e orchestra d’archi, commissionato da Claudio Scimone e da quest’ultimo eseguito dirigendo I Solisti Veneti. Nel 2020 debutta Luci danzanti nella notte, concerto per violino commissionato dal Teatro Municipale di Piacenza e dedicato alla violinista Francesca Dego. Nel 2021 sono state proposte in prima esecuzione assoluta 4 emotions, per flauto e orchestra d’archi (commissione Emilia Romagna Festival), O somma luce, per flauto e coro misto (commissione Coro del Friuli Venezia Giulia), The Devil’s Bridge, per violoncello e orchestra (commissione Mittelfest/FVG Orchestra) e la sua nuova opera lirica dedicata a Dante Alighieri, Rapimenti d’amore (commissione Teatro Coccia di Novara). Le sue opere sono edite da Casa Musicale Sonzogno, Edizioni Curci e Edizioni Stradivarius e sono incise da case discografiche quali Warner Classics, Tactus, Amadeus Arte, Arts/Tosca, Incipit, Stradivarius, Curci.
Clemente Antonio Daliotti
Diplomato al Conservatorio di Salerno, ha perfezionato gli studi presso l’Accademia Rossiniana di Pesaro e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma specializzandosi con Bruno De Simone, Claudio Desderi e Alfonso Antoniozzi. Interpreta ruoli quali Dandini nella Cenerentola, Taddeo nell’Italiana in Algeri, Guglielmo in Così fan tutte, Schaunard nella Bohème, Don Magnifico nella Cenerentola, Bartolo e Fiorello nel Barbiere di Siviglia di Paisiello, Cavaliere Astolfi nel Campiello di Wolf-Ferrari, Martino nell’Occasione fa il ladro, Bonifacio in Adelson e Salvini di Bellini, Geronimo nel Matrimonio segreto di Cimarosa, Gottardo nella Gazza ladra, Belcore in Elisir d’amore, Barone Mirko Zeta nella Vedova allegra. Si è esibito in diversi teatri italiani ed esteri tra cui la Fenice di Venezia, San Carlo di Napoli, Maggio Musicale di Firenze, Comunale di Bologna, Rossini Opera Festival di Pesaro, Petruzzelli di Bari, Römersteinbruch St. Margarethen e Opéra National de Lorraine di Nancy, Verdi di Trieste, Alighieri di Ravenna, diretto dalle più prestigiose bacchette, tra cui Lorin Maazel, Alberto Zedda, Christophe Rousset, Fabio Biondi, Francesco Lanzillotta, Andrea Battistoni, Corrado Rovaris, José Miguel Pérez Sierra, Dmitri Jurowski, Yi-Chen Lin. Ha interpretato le regie di Emilio Sagi, Damiano Michieletto, Robert Dornhelm, Leo Muscato, Roberto De Simone, Aldo Tarabella, Denis Krief, Lamberto Puggelli, Michele Mirabella, Francesco Esposito, Jacopo Spirei, Cesare Scarton, Francesco Saponaro, Roberto Recchia, Arturo Cirillo, Francesco Nappa, Carlos Wagner, Lorenzo Regazzo e Paolo Donati. Ha registrato dvd per Rai, Unitel, Arthaus e Bongiovanni.