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Non solo “il cugino”: Nico Naldini al centro del convegno annuale di studi del Centro studi Pasolini di Casarsa l’8 e 9 novembre 2024

DiRedazione

Nov 6, 2024

“NALDINI E PASOLINI”:

L’8 E 9 NOVEMBRE 2024 A CASARSA DELLA DELIZIA (PORDENONE) IL CONVEGNO ANNUALE DI STUDI ORGANIZZATO DAL CENTRO STUDI PASOLINI INDAGA E CELEBRA L’OPERA DI NICO NALDINI (1929-2020)

Una vita oltre l’ombra di Pasolini: Naldini è stato un intellettuale raffinato, poeta, scrittore e biografo, “capace di costruire una propria poetica, in cui l’incontro fra cultura friulana e letteratura italiana dà vita a un linguaggio personale, immediato e aperto al mondo”.

Parterre di prestigio con studiosi, accademici, giornalisti

Si intitola “Naldini e Pasolini” e per la prima volta indaga in maniera sistematica la figura di Nico Naldini, poeta, narratore e biografo (1929-2020), uno dei più notevoli scrittori e intellettuali del secondo Novecento e dei primi decenni di questo secolo, il convegno annuale di studi organizzato dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, in programma venerdì 8 e sabato 9 novembre a Casarsa della Delizia, nella sala consiliare di Palazzo Burovich.

Appuntamento annuale di prestigio che porta a Casarsa intellettuali, accademici e studiosi da tutta Italia, come afferma il presidente del Centro Studi Marco Salvadori, “affronta la figura di Naldini, non nel ruolo che per lui è stato anche penalizzante, ovvero quello di cugino di Pasolini, ma lo vuole indagare come intellettuale a tutto tondo, poeta, narratore e biografo raffinato. Riscoprire e celebrare il valore indipendente della sua opera è un atto dovuto a un artista che ha saputo rendere universali i valori della nostra terra ed è un vanto per la nostra comunità”. Naldini ricevette infatti dalla città di Casarsa della Delizia l’onorificenza di cittadino dell’anno e, più recentemente, la biblioteca civica cittadina è stata intitolata in suo onore.

Curato da Francesco Zambon, docente dell’Università di Trento, il convegno si articolerà in due giornate di interventi e approfondimenti, aperte venerdì 8 novembre alle 15 dalla presentazione dello stesso Zambon, che introdurrà l’importanza di Naldini come figura letteraria indipendente, “capace di costruire una propria poetica in cui l’incontro fra cultura friulana e letteratura italiana dà vita a un linguaggio personale, immediato e aperto al mondo”.

La prima giornata accoglierà il contributo di Franco Zabagli del Gabinetto Vieusseux di Firenze, che esplorerà il ruolo di Naldini all’interno della cultura del Novecento, con uno sguardo su tre grandi intellettuali, Giovanni Comisso, Filippo De Pisis e Sandro Penna, con cui Naldini condivise momenti significativi della sua vita. Seguirà Philippe Di Meo, scrittore e saggista, che interverrà sulla complessa attività di Naldini come biografo di Pasolini, arricchendo il contesto letterario con testimonianze personali. Anna Modena, dell’Università di Pavia, approfondirà poi l’aspetto lirico e narrativo dell’opera di Naldini, presentandolo come un “poeta del ritratto,” mentre Elvio Guagnini, docente emerito dell’Università di Trieste, rifletterà sulla forma narrativa dei suoi ricordi, in particolare sul valore memorialistico del suo “Treno del buon appetito”.

La seconda giornata, che si aprirà sabato 9 novembre alle 9, sarà dedicata principalmente al rapporto tra Naldini e Pasolini, ma con un’ottica diversa rispetto al passato: sarà infatti l’esperienza di Naldini ad essere messa in primo piano. Luciano De Giusti, dell’Università di Trieste, parlerà dell’interesse di Naldini per il cinema, che negli anni ’70 portò a significative collaborazioni. Caterina Furlan, dell’Università di Udine, esaminerà il rapporto tra Naldini, Pasolini e lo scultore Ado Furlan, con un’analisi che include anche l’attività di Naldini nei premi letterari friulani. Lo scrittore e saggista Nicola De Cilia, infine, offrirà una riflessione sull’intensa introspezione poetica di Naldini, prendendo in esame “Giochi proibiti”, una delle sue opere più rivelatrici.

A conclusione del convegno, Claudia Di Fonzo dell’Università di Trento analizzerà la “fame d’amore dei corpi” presente nell’opera di Naldini, mostrando come si colleghi all’immaginario poetico di Pasolini e persino a Dante. L’evento si concluderà con una tavola rotonda diretta dal giornalista Alessandro Mezzena Lona, già responsabile delle pagine culturali de Il Piccolo di Trieste, che guiderà una discussione con alcuni dei relatori per approfondire le tematiche emergenti.

BREVE BIOGRAFIA

Naldini mosse i primi passi letterari sotto la guida di Pasolini nell’Academiuta di lenga furlana. Negli anni ’50 collaborò con Pasolini e il regista Federico Fellini, lavorando nel cinema e nell’editoria, ma parallelamente continuò a pubblicare poesie e racconti. Dopo la morte di amici e colleghi come Giovanni Comisso e Goffredo Parise, sviluppò un’intensa carriera di biografo, firmando opere di grande rilievo come Vita di Giovanni Comisso (1985) e Pasolini, una vita (1989). Dalla metà degli anni ’90 in poi, la sua attività narrativa si arricchì con una serie di opere autobiografiche, tra cui Il treno del buon appetito (1995) e Alfabeto degli amici (2004). Da ultimo, il suo soggiorno sulla costa tunisina ispirò la raccolta di liriche Piccolo romanzo magrebino (2016), considerata la sua opera poetica più matura.

Di Redazione

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