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Voce del NordEst

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Perché Sanremo è…


L’inverno porta in grembo amare certezze. Come vedi la brina sui campi la mattina sai già che nei mesi successivi : andrai a lavorare e tornerai a casa con le tenebre, dilapiderai le tue fortune in bollette del gas, prenderai l’influenza e la diffonderai, ti si creperanno le mani, dovrai sbrinare il parabrezza ogni mattina e arriverà il Festival di Sanremo.

Neanche il Faraone farebbe cambio con le sue piaghe d’Egitto. Così accade quest’anno che i giorni della merla vengano seguiti dal festival della solita solfa italiana. E con esso arrivano i soliti scandali preconfezionati e pompati ad arte per dare modo alla mediocrità di nutrirsi e arricchirsi.

Diventa uno scandalo vedere un cantante con un costume che sul palco di un teatro di danza classica (noto tempio dell’anticonformismo) sarebbe considerato casto. Diventa uno scandalo persino che sia truccato da donna, come tutti gli sfigati che a carnevale vengono invitati ad una festa il giorno prima e non hanno i soldi per comprarsi una maschera. Fa scalpore che due donne fingano di baciarsi in una nazione in cui il sesso saffico è una delle materie più ricercate su internet.

Fa scandalo che Morgan sia stonato e abbia un carattere discutibile. Fa scandalo tutto, tranne che l’incompiutezza delle canzoni proposte, la canonizzazione della figura femminile, la censura a Roger Waters. Forse la cosa che mi turba maggiormente è proprio questa macchina di annebbiamento di massa che in maniera così platealmente dozzinale, riesce a distrarci dalla sua essenza per ipnotizzarci con la sua forma.

In fondo è lo specchio di ciò che siamo, di ciò che è il nostro attuale spessore : solo un corpo perfetto su uno scheletro ipocrita.

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