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PICCOLE IMPRESE: TRIPLICATO IL COSTO PER RISARCIRE LICENZIAMENTI ILLEGITTIMI

DiRedazione

Lug 27, 2025
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ALLARME DI CONFARTIGIANATO: LA PAURA DI ASSUMERE BLOCCHERÀ LA CRESCITA

Confartigianato Imprese Marca Trevigiana interviene sulla pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale l’articolo 9, comma 1, del “Jobs act”
Dai dati elaborati dall’Associazione risulta che fino ad oggi solo il 5% dei licenziamenti impugnati dal lavoratore è diventato una vera causa davanti al giudice
Il presidente Armando Sartori: «Tutelare il lavoratore è sacrosanto, ma chi ha a cuore la sostenibilità delle imprese? Questa sentenza apre la stagione del contenzioso, proprio nel momento in cui abbiamo bisogno di imprese sempre più strutturate»

Artigiani e piccole imprese, triplicato il costo per risarcire licenziamenti illegittimi, un duro colpo per l’imprenditore che puntava sulla crescita. Ne è convinta Confartigianato Imprese Marca Trevigiana dopo l’intervento della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale l’articolo 9, comma 1 del decreto legislativo 23/2015, meglio noto come “Jobs act”. «Siamo preoccupati, ora non esiste più nessuna soglia certa massima e le imprese saranno lasciate nell’incertezza», sottolinea il presidente Armando Sartori. «Il rischio è che si inneschi la paura di assumere, proprio nel momento in cui abbiamo bisogno di imprese sempre più strutturate per mantenere ricco e attrattivo il nostro territorio».
La Consulta di fatto ha eliminato il tetto massimo di sei mensilità previsto per i licenziamenti illegittimi nelle imprese con meno di 15 dipendenti. Toccherà ora al giudice del lavoro riconoscere indennizzi a carico del datore di lavoro, a partire da 3 e fino a 18 mensilità. Per le imprese che superano i 15 dipendenti, le mensilità sono da 6 a 36 mesi.
«È inaccettabile che il tradizionale punto di riferimento delle “sei mensilità”», attacca Armando Sartori, «ancor prima fissato nella legge 604 del 1966, sia stato decretato nullo. Era una garanzia minima acquisita come standard dagli operatori che assistono le imprese e i lavoratori nelle vertenze. Tutelare il lavoratore è sacrosanto, ma chi ha a cuore la sostenibilità delle imprese?»
In provincia di Treviso le piccole imprese, spesso familiari, sono circa 7 mila e danno occupazione a circa 35 mila dipendenti, con una media occupazionale che per eccesso sfiora i 5 addetti. In Italia il 90 % delle aziende ha meno di 15 dipendenti. Su questo settore cala la scure di costosi risarcimenti a carico dell’impresa per migliaia di euro, in relazione allo stipendio mensile del dipendente.
«Un licenziamento per mancanza di lavoro», fa notare il presidente Sartori, «con conseguente soppressione del posto del lavoro, nel caso venisse dimostrato qualche vizio datoriale porterebbe ora a questi esborsi. Va tenuto conto che lo stipendio medio del settore di un dipendente è di 2 mila euro (media tra giovani neoassunti e lavoratori prossimi alla pensione). Con questa sentenza si ingessa la mobilità dei lavoratori nel mercato del lavoro della piccola impresa».
Dai dati elaborati da Confartigianato risulta che fino ad oggi solo il 10% delle cessazioni dei rapporti di lavoro avviene per licenziamento (per oltre il 60% prevalgono le dimissioni per cambio ditta, seguite dalla naturale scadenza del rapporto a termine). Su questo numero di licenziamenti quelli impugnati dal lavoratore che diventano una vera causa davanti al giudice del lavoro sono solo il 5%. L’eventuale contenzioso sui restanti licenziamenti,  grazie allo storico tetto massimo di risarcimento dei 6 mesi è stato gestito,  con il supporto degli uffici dedicati delle associazioni di categoria, ricorrendo ad accordi previsti dal codice di procedura civile sottoscritti  in sede di Ispettorato del Lavoro o in sede sindacale grazie ai quali, a poche decine di  giorni dalla cessazione, si estingueva il possibile contenzioso tramite l’erogazione di qualche mensilità che il datore di lavoro versava al dipendente a titolo di incentivo all’esodo e/o transazione, rendendo così il fenomeno, nelle imprese sotto i 15 dipendenti, di fatto  inesistente.
«In questo momento in cui necessitiamo come l’aria di nuovi lavoratori», conclude il presidente Armando Sartori, «di investimenti a favore delle scuole professionali che offrono formazione duale con le imprese, di semplificare l’accesso al mercato del lavoro degli stranieri extra UE, di potenziare le politiche attive del lavoro per investire su percorsi di riqualificazione dei disoccupati, ci troviamo una sentenza che apre la stagione di conflitti e contenziosi di cui non abbiamo alcun bisogno».

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