PLAN 75
Prima italiana al Torino Film Festival
Dopo Hamaguchi, la Tucker Film punta ancora
sul nuovo cinema giapponese con la regista
Hayakawa Chie e la sua potente opera prima.
L’uscita nelle sale è prevista per la primavera 2023
Dopo aver puntato su tre titoli di Hamaguchi Ryusuke (Drive My Car, Il gioco del destino e della fantasia, Happy Hour), la Tucker Film continua il proprio viaggio nel cuore d’Oriente. Continua ad esplorare, parallelamente al Far East Film Festival di Udine, il territorio dei nuovi autori e delle nuove espressioni del cinema asiatico. Ed ecco, appunto, la regista giapponese Hayakawa Chie con il suo potente debutto: Plan 75, menzione speciale a Cannes (Caméra d’Or), ora attesissimo al Torino Film Festival, dove sarà presentato fuori concorso in prima italiana (l’uscita nelle sale è prevista per la primavera 2023).
Giappone, domani. Un programma governativo, il Piano 75, mira ad arginare quella che ormai è diventata un’emergenza nazionale: l’invecchiamento della popolazione. Da un lato, i costi pubblici del welfare. Dall’altro, appunto, la possibilità per gli anziani di ricorrere all’eutanasia di Stato in cambio di supporto logistico e finanziario. Vivere o morire non è un dilemma etico: è una questione di burocrazia. Basta aver compiuto 75 anni. Seguendo, tra gli altri, Michi, un’anziana che cerca solo di tirare avanti, Hiromu, un venditore del programma, e Maria, una giovane infermiera filippina, Hayakawa Chie dipinge con grazia e naturalezza un rigoroso dramma sociale dove convergono distopia e realismo, indagine morale e riflessione civile. Plan 75 vede scintillare l’eterno talento di Baisho Chieko nel ruolo di Michi: simbolo di un vecchio Giappone che cerca di resistere agli urti del tempo e della modernità.
Lasciando la parola alla regista: «Il Piano 75, nella realtà, non esiste, ma tutto ciò che viene rappresentato nel film, purtroppo, sì. A cominciare dalla pressione che la società esercita sugli anziani, fino a farli sentire inutili… Ho cercato di criticare qualunque tipo di società che non mette al primo posto la dignità umana ma l’economia e la produttività. Eliminare quello che definiamo “improduttivo” è un concetto molto vicino al fascismo: anche senza un dittatore, questo modo di vedere le cose può propagarsi facilmente tra le persone. Ed è spaventoso!».
Nel 2019, ricordiamo, la regista discusse il progetto di Plan 75 al Far East Film Festival di Udine durante le sessioni industry di Focus Asia, oltre ad accompagnare sul palco l’opera collettiva Ten Years Japan.