Era il 1957 e il giovane artista friulano Mario Micossi, classe 1926 nativo di Artegna, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma, e un lungo tirocinio dal vero e nei musei romani, inviava alcuni suoi disegni alla prestigiosa rivista statunitense The New Yorker, che subito li acquistava e gli garantiva un minimo settimanale affinché potesse soggiornare a New York lavorando per la sua redazione. Cominciava così una lunga collaborazione che inseriva Micossi nell’ambito artistico statunitense, con molte personali allestite a New York, Washington, Boston, New Haven, Los Angeles, Toronto, ma anche a Milano, Monaco di Baviera, Villach e naturalmente Udine. A quasi 20 anni dalla scomparsa di Mario Micossi, mancato nel 2005, la sua opera, ripercorsa anche nel 2014 alla Biblioteca Civica di Pordenone con la rassegna Mario Micossi per The New Yorker, e il suo indimenticabile racconto per immagini della montagna rivivono in questa nuova mostra che si inaugura venerdì 13 settembre nella Chiesa di San Lorenzo a San Vito al Tagliamento, dove resterà visitabile fino al 27 ottobre, per iniziativa del CICP Centro Iniziative Culturali Pordenone in sinergia con il Comune di San Vito al Tagliamento e con l’Associazione Presenza e Cultura. L’allestimento a cura di Giancarlo Pauletto per il coordinamento di Maria Francesca Vassallo e Antonio Garlatti, è la seconda tappa della 33^ edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra, quest’anno di scena sul tema “Charitas”. «Amor naturae, ovvero l’omaggio – spiegano il presidente di Presenza e Cultura Orioldo Marson e la presidente del Centro Iniziative Culturali Pordenone Maria Francesca Vassallo – alle bellissime tavole di Mario Micossi che nel tempo hanno restituito i monti carnici, le Alpi Giulie, le Dolomiti, infine le grandi montagne del Nepal, dall’Everest all’Annapurna, con una visione ampia e contemplativa, capace di simboleggiare perfettamente quel trasporto verso la realtà naturale che scandisce il tema dell’esposizione». Ed è, questa mostra di Mario Micossi, anche l’esposizione numero 500 della intensa attività culturale portata avanti dal Centro Iniziative Culturali Pordenone negli oltre 60 anni di attività, un progetto legato all’intuizione e impegno di don Luciano Padovese e alla sua innovativa concezione dell’”arte diffusa” per i cittadini. “Una sistematica ricerca – le parole della presidente CICP – fondamentale per una lettura dello sviluppo artistico e storico del territorio regionale in un contesto internazionale, ampiamente documentata dal ricco patrimonio della Collezione della Fondazione Concordia 7”.
La mostra dedicata a Mario Micossi, ricca di una cinquantina di incisioni per lo più in acquatinta e solo in parte conosciute, sarà inaugurata venerdì 13 settembre alle 17.30. La vernice includerà un intermezzo musicale a cura della violinista Prisca Luce Verardo. Con il curatore Giancarlo Pauletto interverranno i direttori artistici del Festival internazionale di Musica Sacra, Franco Calabretto e Eddi De Nadai. Visite sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle-19. Fuori orario la mostra è visitabile su prenotazione, info Ufficio Beni e Attività Culturali del Comune di San Vito al Tagliamento, tel. 0434.843050 – Punto I.A.T. tel. 0434.843030 www.comune.san-vito-al-tagliamento.pn.it e www.centroculturapordenone.it
«In che modo la mostra Amor Naturae. La montagna di Mario Micossi si colleghi all’idea della Charitas, che è quest’anno il tema del XXXIII Festival Internazionale di MusicaSacra, ci pare subito chiaro se si ricorda uno dei primi monumentidella poesia italiana, il Cantico delle creature diFrancesco d’Assisi – spiega il curatore della mostra, Giancarlo Pauletto – Questo amore del creato, del “naturale”, è parso a noi potesse essere simboleggiato assai bene dalle incisioni che Mario Micossi (1926-2005), artista friulano ma internazionale, ha dedicato alla montagna, alle Carniche come alle Giulie, alle Dolomiti e infine ai grandi monti della catena himalayana che, da grande appassionato, visitò osservò e ritrasse in un gran numero di tavole. Il grande amore dell’artista per la montagna è testimoniato da una lunga serie di incisioni impostate per lo più dal vero, e dalle quali si comprende bene come il suo interesse non sia solo per le pareti scoscese e per le vette, ma per tutto il paesaggio, il “mondo” della montagna, con valli fiumi e paesi, con vedute che spesso si allargano dalla pianura per finire sulla catena montuosa che chiude l’orizzonte in una sorta di amplissimo abbraccio “amoroso”. La tecnica soprattutto usata è quella dell’acquatinta, per gli effetti latamente “pittorici” che essa permette attraverso le raffinate stesure cromatiche che si avviano dall’attento e paziente lavoro dell’artista. Sono, tutte queste vedute di Micossi, una realtà trasformata in fantasia, una ben concreta, verificabile successione di piani che diventano visione, quasi favola, un modo per trasferire ciò che gli occhi concretamente vedono in una sorta di “dover essere” del mondo in cui veramente si trasmette quell’Amor Naturae, di cui parla il titolo dell’esposizione. Dalle Alpi Giulie, alle Dolomiti, ai monti dell’Himalaya le opere trasmettono il trasalimento, la meraviglia, lastupefatta contemplazione dell’artista cheguarda l’imponenza della natura».