Con una grande voce della letteratura internazionale, la scrittrice di origine armena Antonia Arslan, raccontata sullo sfondo di una città unica al mondo, Venezia, giunge a conclusione – mercoledì 14 dicembre, alle 11 nell’Isola di San Lazzaro degli Armeni – il progetto “Conoscere, incontrare: uno scrittore, una città“, ideato e promosso in questa sua prima edizione da Crédit Agricole FriulAdria con Fondazione Pordenonelegge, per avvicinare i lettori a rilevanti figure letterarie del nostro tempo e ai luoghi che questi scrittori hanno vissuto e raccontato nelle loro opere. Antonia Arslan si racconta, e racconta la città di Venezia anche nella docu-produzione “L’isola di San Lazzaro e l’eredità armena” che le ha dedicato Fondazione Pordenonelegge, e che sarà proiettata e presentata in occasione dell’incontro. Con l’autrice dialogherà il poeta e scrittore Gian Mario Villalta. L’evento è già sold out.
«Sono italiana, ho studiato e conosco la letteratura italiana e non posso che scrivere in italiano – racconta Antonia Arslan nella video produzione che si presenta a Venezia – La parte armena custodita dentro di me si è sviluppata un po’ alla volta: prima come ricordo e memoria familiare legata anche ai parenti che ci facevano visita, poi come appropriazione vera e propria che mi ha restituito le immagini e i colori della natura orientale e del Paese perduto, l’Anatolia orientale, dove gli Armeni abitavano da migliaia di anni. È avvenuto attraverso racconti, fotografie, immagini di repertorio penetrate a poco a poco. Gli armeni, a differenza degli ebrei, hanno taciuto a lungo la loro tragedia, rimasta silenziata per troppo tempo a causa di ragioni storiche e politiche. Io stessa, con la mia famiglia, non parlavo mai in armeno a casa, tranne in rare situazioni e feste legate sempre alla città di Venezia». E sarà Venezia, appunto, il cuore di questa esplorazione guidata dal dialogo con Antonia Arslan. Di lei racconta l’accademica e scrittrice armena Siobhan Nash-Marshall: «gli armeni stessi la definiscono la loro “voce”: secondo la tradizione armena il popolo ha il suo bardo, e ad Antonia riconoscono questa prerogativa. Lei riesce ad essere insieme antichista e modernista, italiana e armena, concreta e meravigliosamente astratta: un tutt’uno che si fonde sempre in modo armonioso e coerente». E, sempre nel documentario prodotto, aggiunge il ricercatore universitario e scrittore Roberto Carnero: «Antonia Arslan è nata a Padova ma è da sempre molto legata a Venezia, innanzitutto per le robuste memorie familiari: suo nonno, Yerwant Arslanian – che dovette poi contrarre il suo cognome in Arslan – venne a studiare quindicenne a Venezia e si laureò a Padova, diventò un importante chirurgo e professore universitario. La sua storia è simbolica delle storie di tanti popoli d’Oriente che a Venezia hanno trovato la loro patria. Antonia Arslan stessa racconta spesso “l’ospitalità serena dei veneti, che non giudica mai con durezza ma valuta con calma i pro e i contro di ogni situazione. Concede credito allo straniero, ma non illimitato, perché alla fine i conti devono tornare …”. Così, se Padova è, ed è stata la parte più ”italiana” della vita di Antonia Arslan, Venezia è certamente la città legata alla sua componente armena».
“Conoscere, incontrare: uno scrittore, una città” ha raccontato quest’anno anche Ferdinando Camon, Andrea Zanzotto, Goffredo Parise e Umberto Saba. Le cinque docu-produzioni sono disponibili per tutti, sul canale YouTube di Fondazione Pordenonelegge.