Premio Allende a Costa-Gavras, il focus su Frida Kahlo
In programma anche un omaggio all’istriana Vlasta Lah, prima regista del sonoro in Argentina, e a Gabriela Mistral, prima latinoamericana (e unica donna) Premio Nobel per la Letteratura, nel 1945 – Il manifesto firmato da Héctor ‘Mono’ Carrasco – La finestra su Ventana Sur.
Il Premio Allende a Costa-Gavras (in foto di opertina), il manifesto firmato da Héctor ‘Mono’ Carrasco e l’omaggio a tre grandi protagoniste della cultura latinoamericana sono le prime anticipazioni dal Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste, e che quest’anno anticipa le sue date e si terrà da domenica 13 a domenica 20 ottobre. Il Teatro Miela sarà sempre la sua sede principale e nella prima domenica di manifestazione, il 13 ottobre, il Museo della Comunità Ebraica “Carlo e Vera Wagner” ospiterà ancora una volta la sezione Shalom, il sentiero ebraico in America Latina, dedicata alle testimonianze e alla memoria della presenza degli ebrei nel subcontinente americano. Come sempre il programma della manifestazione sarà ricchissimo, con almeno 90 film da tutto il continente latinoamericano.
Riconosciuto dalla Fundación Salvador Allende, il Premio Allende è stato istituito nel 2003 dal Festival per riconoscere l’impegno nel riscattare la memoria e la storia dei popoli latinoamericani da parte di artisti, diplomatici, giornalisti, ricercatori. Costa-Gavras, nato in Grecia, ma residente da decenni in Francia, è uno dei più importanti cineasti internazionali del cinema di denuncia sociale e politica. Nel suo lungo curriculum ci sono soprattutto due film legati all’America Latina. Ne L’amerikano (1973), vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes, il regista denuncia le ingerenze degli Stati Uniti nella politica sudamericana, in particolare nell’Uruguay. Missing – Scomparso (1982) narra la disperata ricerca del giornalista statunitense Charles Horman, desaparecido durante il golpe di Augusto Pinochet, e ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes e il Premio al Miglior Protagonista Maschile (Jack Lemmon), oltre all’Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale.
Héctor ‘Mono’ Carrasco, uno dei più apprezzati muralisti cileni, da decenni residente in Italia, ha disegnato anche quest’anno il manifesto del Festival. Con il suo stile inconfondibile, ha rappresentato, spiega, “il volto di un indio latinoamericano che osserva il futuro dei suoi antenati, le colombe bianche come augurio di pace e di amicizia tra i popoli, una telecamera cinematografica riprende gli avvenimenti di ieri e di oggi in quel continente plurinazionale”.
Il Festival sarà inaugurato da un Evento Speciale, il documentario Vlasta, apuntes para un documental di Candela Vey, un omaggio all’istriana Vlasta Lah, prima regista argentina a realizzare un lungometraggio sonoro. Nata a Pola nel 1913, con Trieste come città di riferimento per la prima gioventù, si formò nel Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, prima di emigrare in Argentina. Il documentario intende ricostruire la sua figura e il suo “cammino duro ed esteso, dalla sua infanzia in un Paese smembrato dalla guerra alla sua formazione a Roma, fino ad arrivare in Argentina, fuggendo da un’altra guerra, per diventare la più importante assistente alla regia degli studi di San Miguel. A partire dalla sua corrispondenza personale e attraverso un lavoro di ricerca, il suo nome sarà recuperato dall’oblio”, spiega la regista. A Trieste saranno presentati in anteprima 15 minuti di quest’opera in lavorazione. Per Vlasta, quasi un ritorno a casa, nel luogo da cui la sua storia appassionante è partita.
Nella sezione Cinema e Letteratura, che propone film e documentari dedicati a scrittori e intellettuali o adattamenti delle loro opere, un omaggio a un’altra donna, il cui legato rischia di essere dimenticato. La cilena Gabriela Mistral è stata la prima latinoamericana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, nel 1945. “Dopo di lei sono arrivati il guatemalteco Miguel Ángel Asturias (1967), il cileno Pablo Neruda (1971), il colombiano Gabriel García Márquez (1982) il messicano Octavio Paz (1990) e il peruviano Mario Vargas Llosa (2010), tutti uomini e tutti ampiamente ricordati e apprezzati, a differenza di lei, scomparsa dalla memoria collettiva”, commenta il direttore artistico del Festival Rodrigo Díaz. A Trieste sarà proiettato il documentario Locas mujeres di Maria Elena Wood, che ripercorre la relazione di Gabriela con la statunitense Doris Dana. Le registrazioni delle loro conversazioni, realizzate e curate da Doris, “sono l’ingresso nell’universo affettivo di una donna che vive in permanente tensione con i suoi demoni interni”, spiega la sinossi.
La terza protagonista del programma della 38a edizione è la più nota di tutte, l’artista messicana Frida Kahlo, che ha influenzato, e continua a influenzare, idee e autonomie femminili, estetica e arte, non solo del suo Messico. Nel 70° anniversario della sua morte, avvenuta il 13 luglio 1954, il Festival le dedicherà un Focus.
Da tre anni il Festival del Cinema Ibero-Latino Americano è partner di Ventana Sur, il più importante evento e mercato per i contenuti audiovisivi in America Latina, organizzato dall’argentino Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales (INCAA) e dal Marché du Film – Festival de Cannes. Una sua Giuria assegna tre Premi, finanziati dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, consistenti nella realizzazione dei sottotitoli in una lingua europea scelta dai premiati, così da dare loro maggiori opportunità di partecipare agli eventi internazionali. Una Sezione Speciale presenterà a Trieste quattro dei film premiati a Ventana Sur, già usciti e visti nei Festival internazionali. Il messicano No nos moverán di Pierre Saint Martin (premiato a Ventana Sur nel 2023), che racconta il piano di vendetta di un’avvocata ossessionata dalla ricerca del soldato assassino di suo fratello, nei massacri di Tlatelolco, a Città del Messico, nel 1968; il film ha vinto il Primo Premio Mezcal al 39° Festival del Cinema Iberoamericano di Guadalajara, in Messico. La co-produzione costaricano-spagnola Memorias de un cuerpo que arde di Antonella Sudasassi Furniss (premiato a Ventana Sur nel 2023), che segue la storia della protagonista, educata nella repressione sessuale riservata alle donne nel loro tempo; il film è stato presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino 2024 e ha vinto il Premio del Pubblico. Il cileno A la sombra de la luz di Ignacia Merino Bustos e Isabel Reyes Bustos (premiato a Ventana Sur nel 2022), che denuncia come centinaia di torri di alta tensione, trasformatori e termoelettrici abbiano trasformato un piccolo villaggio del Cile centrale nel più inquinato del Paese. Il messicano Monstruo de Xibalba, di Manuela Irene (premiato a Ventana Sur nel 2022), che offre un ritratto delicato di un giovane che vuole sapere cosa succede quando moriamo.
Il programma completo del XXXVIII Festival del Cinema Ibero-Latino Americano sarà sul sito web ufficiale, www.cinelatinotrieste.org, a partire dalla fine di settembre.