I dati raccolti confluiranno nell’archivio regionale amianto
“L’amianto è da considerarsi un’emergenza per il Friuli Venezia Giulia, e per Monfalcone in particolare, e l’attenzione della Regione su questo tema è direttamente proporzionale alla gravità delle situazioni che vengono registrate sia dal punto di vista sanitario che ambientale“.
Lo ha confermato l’assessore regionale ad Ambiente ed energia, Fabio Scoccimarro, all’apertura della seconda giornata del convegno “Amianto: ieri, oggi, domani”, organizzato dal Comune di Monfalcone, rappresentato dal primo cittadino Anna Maria Cisint, e dal Consorzio culturale del monfalconese-Ecomuseo Territori, in collaborazione con Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) e l’Associazione esposti amianto (Aea).
Come previsto dal piano varato lo scorso anno, la Regione creerà l’archivio regionale amianto (Aram) e otterrà la mappatura delle strutture. Parallelamente saranno avviate azioni di sostegno all’eliminazione dell’amianto e, attraverso sinergie tra le direzioni Energia e ambiente e Salute verranno definite le linee guida per l’autorimozione e le procedure per la microraccolta.
Scoccimarro ha spiegato che “per rilevare la presenza di cemento-amianto verranno usati i droni che, sorvolando 24 Comuni, copriranno il 50 per cento del territorio regionale, nel quale risiede l’89 per cento della popolazione. Telecamere speciali stabiliranno anche lo stato di degrado delle coperture per definire la priorità degli interventi. Allo stato attuale l’attività, che prevede che le immagini siano georiferite e collegate alla carta tecnica della regione e al catasto, è stata conclusa a Monfalcone e in un altro Comune e verrà completata entro l’anno“.
L’assessore ha spiegato che “i dati raccolti in questo modo confluiranno nell’Aram e consentiranno di avere finalmente il quadro globale sulla presenza di amianto compatto in Friuli Venezia Giulia. I Comuni potranno quindi, tramite le aziende sanitarie, effettuare i controlli per poter verificare lo stato di pericolosità delle coperture e definire come procedere caso per caso“.
Scoccimarro ha rimarcato che “la Regione nella scorsa Finanziaria ha posto a bilancio oltre 2,5 milioni di euro per la rimozione dell’amianto attraverso varie linee contributive. Per i privati è previsto il contributo pari al 50 per cento della spesa e le richieste di finanziamento sono in costante aumento: 340 nel 2017, 347 nel 2018 e oltre 600 nel 2019 per un totale di 500mila euro di contributi. Per le imprese, che ogni anno presentano circa 140 domande di contributo, nel 2019 lo stanziamento è passato a 1,45 milioni (nel 2018 era 1,1 milioni), con un rimborso tra il 20 e il 40 per cento della spesa sostenuta“.
L’assessore ha inoltre sottolineato che “a queste azioni si aggiungono quelle destinate alle amministrazioni cittadine, a partire dai 700mila euro per la rimozione, con copertura totale delle spese sostenute, ai quali richiedono l’accesso annualmente in media 8 enti locali. A Bilancio è stata predisposta una posta per i poteri sostitutivi dei Comuni: tale regolamento è stato appena pubblicato e consente di richiedere contributi ove, nonostante le ordinanze dei sindaci, i privati o le imprese non rimuovano l’amianto presente nelle loro proprietà“.
In merito alle microraccolte di amianto, l’esponente della Giunta ha spiegato che “una ventina di giorni fa la Regione ha definito con Arpa e Crua le strategie per l’autorimozione attraverso specifici kit che verranno consegnati ai cittadini. Tali linee guida sono state portate la scorsa settimana sul tavolo di confronto al quale partecipano tutti i gestori del servizio raccolta rifiuti urbani, alcuni dei quali si sono resi disponibili a offrire questo servizio ai cittadini“.
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