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PROLISTRAFO: Il termine creato da Mario Contino per dare voce a un dolore senza parole

DiRedazione

Mar 9, 2025

Nel vasto panorama della lingua italiana, le parole non sono solo strumenti di comunicazione: sono chiavi per accedere al mondo delle emozioni, dei pensieri e delle esperienze umane. Ogni termine porta con sé il potere di definire, comprendere e condividere. Tuttavia, nonostante la straordinaria ricchezza del nostro vocabolario, alcune realtà rimangono prive di un nome, invisibili nel loro dolore. Tra queste, una delle più strazianti: la condizione di un genitore che perde un figlio.

Se per un bambino che perde i genitori esiste la parola “orfano”, capace di racchiudere il peso della perdita e il cambiamento che ne consegue, per i genitori che vivono il dolore indicibile di perdere un figlio non esiste alcun termine corrispondente. Questo vuoto linguistico riflette, in qualche modo, un vuoto sociale ed emotivo, lasciando chi soffre ancora più isolato. È come se la mancanza di una parola amplificasse l’invisibilità di questa tragedia, rendendola ancora più difficile da esprimere e condividere.

Mario Contino e la nascita di “Prolistrafo”

Lo scrittore Mario Contino, pugliese ma noto a livello nazionale come “lo scrittore del mistero“, ha sentito l’esigenza di colmare questa lacuna linguistica creando un neologismo capace di dare voce a un dolore inenarrabile. Nasce così “prolistrafo”, un termine che si propone di identificare la condizione di un genitore che perde un figlio, riconoscendone la sofferenza e offrendo una parola per esprimerla.

Contino ha costruito questo neologismo con cura, scegliendo due elementi che racchiudono l’essenza della condizione che vuole descrivere:

  • Proli, derivato da “prole”, che richiama l’idea della genitorialità e del legame profondo tra genitore e figlio. Un rapporto che non si limita alla biologia, ma include amore, cura e identità.
  • Strafo, derivato da “strappare”, un verbo che evoca la violenza della perdita. Perdere un figlio non è un distacco naturale, ma una lacerazione improvvisa e innaturale, un trauma che lascia cicatrici profonde e spesso invisibili.

L’unione di queste due radici ha dato vita a un termine che non si limita a descrivere, ma porta con sé tutto il peso della sofferenza che vuole raccontare. “Prolistrafo” è una parola forte, intensa, tetra, così come la condizione che identifica.

L’importanza di dare un nome al dolore

Con la creazione di “prolistrafo”, Mario Contino ha voluto offrire uno strumento linguistico per dare dignità a un’esperienza umana complessa. Dare un nome a una realtà così dolorosa significa riconoscerla e renderla parte del discorso collettivo, rompendo il silenzio e permettendo a chi soffre di sentirsi visto e compreso.

L’autore ha iniziato a utilizzare “prolistrafo” nei suoi scritti, dai saggi agli articoli per giornali e riviste di rilevanza nazionale, con l’obiettivo di diffondere questa parola e farla arrivare a chi potrebbe trovarla utile. Il termine ha suscitato reazioni diverse: alcuni lo hanno accolto con sollievo, trovandovi un mezzo per esprimere il proprio dolore, altri lo hanno criticato, ma ogni dibattito dimostra quanto fosse necessaria una parola per descrivere questa condizione.

La lingua evolve per rispondere ai bisogni delle persone e per rappresentare le loro esperienze. “Prolistrafo” è il contributo di Mario Contino per aiutare chi vive una delle esperienze più dolorose che un essere umano possa affrontare. Un piccolo, ma significativo passo verso il riconoscimento di un dolore che, fino ad ora, non aveva un nome.

La necessità della divulgazione per l’affermazione di un termine

Affinché una parola entri a far parte della lingua italiana, deve essere usata e divulgata il più possibile. Solo attraverso la diffusione e l’uso costante nei contesti adeguati, un termine può consolidarsi e diventare parte del lessico comune. È per questo che Mario Contino invita tutti a utilizzare “prolistrafo” quando necessario, affinché il dolore di troppi genitori non rimanga più senza nome e senza voce.

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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