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Recensione di Raffaele Piazza al volume “Verso il nuovo mondo…” di Pietro Nigro, docente di Noto (SR)

DiRedazione

Set 15, 2025

Pietro Nigro, Verso il nuovo mondo… Per rincontrarci, Guido Miano Editore, Milano 2025

Recensione di Raffaele Piazza

Pietro Nigro è nato ad Avola (SR) nel 1939; il suo primo libro di liriche, Il deserto e il cactus, è stato pubblicato da Miano Editore nel 1982 e gli è valso il 1° Premio assoluto per la poesia edita, Targa “Areopago” (1983, Roma).

Verso il nuovo mondo… Per rincontrarci, la raccolta di poesie di Nigro che prendiamo in considerazione in questa sede, anch’essa pubblicata per i tipi di Guido Miano, presenta una prefazione di Michele Miano acuta e ricca di acribia.

Entrando nel merito dell’analisi e del giudizio dei contenuti del volume il primo dato che emerge consiste nel fatto che le composizioni che incontriamo si situano in continuum con quelle delle precedenti opere poetiche del Nostro conservando l’originalità della forma e dello stile inconfondibili.

Si tratta di quello che si potrebbe come un corale canzoniere dedicato alla presenza-assenza dell’amata scomparsa prematuramente e proprio lei è il tu al quale l’io-poetante si rivolge.

La silloge non è scandita in sezioni e anche per questo è connotata da una forte compattezza formale e semantica e i componimenti sembrano sgorgare gli uni dagli altri in una virtuale lunga ed ininterrotta sequenza.

Il libro per la sua alta qualità s’inserisce nel solco della grande poesia italiana contemporanea che ha affrontato il doloroso tema della dipartita di una persona cara e questo genere di poesia vede gli esempi più alti nelle poesie di Montale per la fine della moglie Drusilla e nelle poesie di Ungaretti per la morte del figlio nonché nel volume Tema dell’addio recente di Milo De Angelis dedicato alla memoria della moglie Giovanna.

Cifra essenziale della poetica di Pietro è una vena neo lirica tout-court e consapevolmente i versi divengono una riattualizzazione produttiva dei momenti felici passati insieme all’amata e non un gemersi addosso. disperato.

In Ci ritroveremo leggiamo: «Ci ritroveremo in quel luogo un giorno/ in un mondo senza inizio né fine/ io e te/ e gli altri che amammo./ Avremo nuove sembianze/ sprazzi di un infinito fulgore./ Aleggerà un etereo sorriso/ su rigenerate presenze…».

Proprio nella poesia suddetta si esemplifica l’ottimismo di Nigro nel presentare a livello immaginario un incontro vivo con l’amata in un luogo del quale non viene detto nessun riferimento e che quindi potremmo immaginare come catartico per gli amanti e connotato da vaga bellezza un Eden e ci sono rimandi a temi religiosi. quando viene detto l’Eterno che dispiegherà un infinito splendore nel quale vivere insieme il nuovo sogno, immagini tratte dal componimento Il sogno di un poeta infelice.

Le poesie spesso sono generate da un senso appunto di rêverie e un fattore x che ha qualcosa di magico le pervade e la raccolta assume il senso di un testamento spirituale.

In L’approdo leggiamo: «Innaturale silenzio/ mentre percorro l’ultimo sentiero/ che porta all’approdo./ Forse si apriranno/ spazi inattesi/ dove buttare la mia impazienza…». Anche qui domina la speranza e sarebbe riduttivo parlare solo di una rielaborazione del lutto in versi. Invece nel poiein del Nostro domina la forza salvifica stessa della scrittura in genere e nel caso preso in esame di quella in versi e il libro in toto potrebbe essere paragonato a un messaggio in bottiglia destinato all’amata gettato in un oceano lunare della tranquillitàcon la viva speranza che le arrivi perché lei anima possa leggere le parole che quando era nel mondo lui non le aveva ancora detto.

Raffaele Piazza

Di Redazione

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