Chi non conosce il talentuoso attore e doppiatore Mario Cordova?
Il solo fatto che abbia “prestato” la voce a Richard Gere, Patrick Swayze, Jeremy Irons, Willem Dafoe, Bruce Willis… fa di lui un mito.
Se consideriamo poi la sua carriera di attore, brilla tanto quanto quella di doppiatore, avendo recitato anche nelle fiction Storia di Anna (22 milioni di telespettatori), L’onore e il rispetto e Le tre rose di Eva, a cui è d’obbligo aggiungere la soap Centovetrine.
Dal punto di vista della direzione del doppiaggio, l’attore siciliano può vantare titoli importanti, quali: Green book, Il corvo, Here e Animali notturni.
Insomma, solo per il suo curriculum, non basterebbe questa rubrica. Me ne servirebbero almeno quattro!
In realtà, un talento come quello di Mario Cordova non ha certo bisogno di presentazioni e non si ferma al doppiaggio-recitazione, espandendosi anche in campo letterario, con la pubblicazione del suo primo libro, dal titolo suggestivo “Gli uccelli non hanno vertigini” (Bertoni Editore).
Ciò che emerge, quando si incontra Mario, è un’ondata avvolgente di mostruoso talento, che si riverbera anche nel suo scritto, bilanciandosi con una sensazione di profonda umiltà.
L’impronta dell’attore-doppiatore affiora nei dialoghi, caratteristica che rende l’opera, edita nel 2023, costantemente originale nella sua attualità.
Fin dalle prime pagine, l’Autore esordisce con un colpo di scena, facendo sì che il lettore si chieda quando potersi calare emotivamente in quell’episodio così adrenalinico.
L’opera, insomma, parte già col botto, per poi scorrere con un leggero tormento di fondo, fino a sfociare in uno snodo cruciale, in un crescendo di trepidazione.
Marco, l’inquieto protagonista, viene toccato dall’impietosa mano del dolore per ben due volte, in occasione della separazione dalla moglie Elena e della morte del proprio padre, due eventi che non possono fare a meno di scatenare un demone interiore difficile da domare.
Il ritrovamento casuale di una pistola assume le forme, nella mente del tormentato Marco, di un tassello mancante, necessario per delineare uno sconvolgente proposito criminoso.
Ossessionato dalla sua ex moglie, il protagonista, nella speranza farneticante di ottenere un po’ di quell’amore interrotto, continua a spiarla sui social, alimentando un insano bisogno di controllo e possesso.
Nell’affrontare i propri mostri interiori, Marco annega nella somatizzazione del dolore, percorrendo un sentiero introspettivo disseminato di ostacoli, descritti dall’Autore con sapiente maestria.
Consiglio vivamente la lettura dell’opera “Gli uccelli non hanno vertigini” per provare il brivido dell’imprevisto, proprio come se si stesse guardando un appassionante film, ricco di colpi di scena, con una calda voce di fondo che abbraccia, turba, consola e fa riflettere.
