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REGENI E AQUILEIA: TOGA INSANGUINATA AFFIDATA AI “LARES” DAL CIVISMO DELL’ANTICO AGRO

DiRedazione

Set 2, 2025
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Nella fiera memoria del ricercatore friulano ucciso in terra d’Egitto, da Udine a Codroipo, il civismo attivo dell’agro storico aquileiese reagisce all’annuncio di un prossimo meeting Aquileia-Alessandria con un gesto di altissimo profilo morale e culturale

“‘Laribus nostris, ut concivi iustitiam Iulio Regeni, victimae huius Barbarorum temporis nobili, reddant’. Boni Aquileiae hodierni Foroiuliensesque cives (pridie Kal. Sept. MMXXV)”. Ecco l’elegante epigrafe latina, opera del codroipese-udinese prof. Luca Fabbro, comparsa sull’allegorica “toga virilis” macchiata di sangue e deposta da un gruppo di cittadini – intellettuali e civisti dell’agro storico aquileiese, da Udine a Codroipo – ai piedi del Grande Mausoleo Candia, ad Aquileia, domenica 31 agosto 2025, suggestivo voto rivolto ai Lari ovvero agli antenati, patroni trascendenti di ogni famiglia nella tradizione romana antica ed in questo caso di un focolare collettivo inglobante idealmente l’intera comunità friulana. Un voto fieramente e disperatamente rivolto agli avi o per meglio dire ai predecessori dei cittadini del Friuli d’oggi, auspicando che possano ciò che sinora nessuno al mondo ha potuto o voluto allo scopo di rendere debita giustizia al ricercatore fiumicellese Giulio Regeni, massacrato in Egitto nel 2016, da regime tirannico vilmente ossequiato in Italia ed Europa. Ora, di fronte alla disinvolta iniziativa comunale locale di un meeting culturale settembrino Aquileia – Alessandria d’Egitto, iniziativa alla quale parteciperebbero anche rappresentanti del Paese nilotico mai disponibile a fare luce sulle proprie responsabilità in ordine all’efferato assassinio del giovane friulano dell’agro aquileiese, il fogolarismo civista di Udine guidato dal prof. Alberto Travain non ci ha visto più. “Messi in allarme dalla carissima prof.ssa Renata Capria D’Aronco, massima figura elettiva del civismo della Capitale friulana, volevamo inizialmente appendere dei cappi nel foro di ‘Aquileia Mater’, per dire agli egiziani che i friulani non dimenticano e non perdonano lo scempio di un figlio della loro terra” annota Travain: “Poi abbiamo optato per un gesto infinitamente più elegante e pregnante, nato da suggestione proposta dall’amico e collega prof. Alexej Giacomini, noto intellettuale di Codroipo ‘Quadruvium’: una simulata toga romana insanguinata, come quella di Cesare, Padre del Friuli, a ricordo del supplizio del “civis” Regeni, sotto quella sorta di monumento all’Aquileiese Ignoto – quindi un po’ a tutti i “patres” della Friulanità di oggi – che è certo l’imponente Mausoleo Candia. Non più quindi un pur legittima manifestazione protestataria ma addirittura un voto spirituale – convinto, non gesto pro forma – impetrante il soccorso degli antenati territoriali sull’impunita tragedia d’Egitto. Un gesto mosso, in quel di Aquileia, da coscienza storica di appartenere a una bimillenaria aquileiesità che travalica di gran lunga i ristretti confini del piccolo Comune di Aquileia odierna. Come aquileiesi non ‘comunali’ nel senso attuale ma ‘municipales’, del territorio del “municipium” romano storico, oltreché certamente come friulani, senz’altro popolo metropolitano dell’antico capoluogo patriarcale, ci siamo per forza sentiti in dovere di esprimere civica sensibilità d’area vasta, confermando la nostra intenzione di suscitare e di mobilitare, su vari temi e in varie situazioni, coscienza ‘aquileiese territoriale’ che restituisca a molti attuali corregionali il senso e il diritto di un’appartenenza ideale alla “civitas” di Aquileia…”.

Ecco allora eletto capannello di cittadinanza ritrovarsi ai piedi del Grande Mausoleo. Incontro privato, tra amici. Il prof. Giacomini è intervenuto dicendo: “Io sono qui, oggi, ai piedi di questo cenotafio, chiamato anche Mausoleo Candia, i cui resti furono rinvenuti vicino a Fiumicello alla fine dell’Ottocento, poi ricostruito alla metà del Novecento grazie all’intervento del Brusin, questo cenotafio che rappresenta tutti i cittadini liberi dell’agro aquileiese. L’essere qui lo considero un obbligo morale per due motivi: il primo è per plaudire all’annuncio di un meeting Aquileia-Alessandia, convegno internazionale che esplorerà le radici dell’Aquileia romana, al quale saranno invitati studiosi provenienti dall’Egitto; il secondo motivo è per sottolineare la necessità che gli studiosi che proverranno dall’Egitto dal 2 al 5 settembre assumano una posizione nei confronti del loro governo, che ha assunto dei comportamenti barbari e brutali nei confronti della popolazione civile e anche nei confronti del nostro fratello aquileiese Giulio Regeni. Spero, quindi, in un atto solidale nel nome della ricerca e della cultura, che possa avvicinare veramente le due sponde del Mediterraneo in un unico abbraccio di civiltà e cultura del vivere civile!”.

Poi è stata la volta del prof. Travain, intervenuto anche in qualità di leader storico del pluridecennale Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e presidente del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, sigle storiche del civismo culturale regionale. Nelle sue parole, rigorosamente “in marilenghe”, la fiamma generosa della più antica passione civica degli udinesi: “Noaltris, citadins di chest Friûl, i miôr citadins, chei cun plui cussience, o sin achì a dedicâ une domenie sot di chest monument, che par noaltris al rapresente in struc la storie dai nestris vons, i ‘Lares’ a disevin i Romans, par riferîsi a lôr che a metin man a chel câs scabrôs che al à colpît la nestre Patrie e che al è il fat de coparie di chest student, chest studiôs, Giulio Regeni. Aquilee, tal moment che e fâs une cunvigne che e puarte incà rapresentants egjizians, e varès doprâ la ocasion par riclamâ in maniere fuarte, orgoiose, l’Egjit al dovê. E chest riclam al dovê i spietarès aes Istituzions di cheste Regjon e ancje a chês de Italie, che a varessin di mostrâ al mont che i nestris fîs no si puedin copâ cussì e cui che ju cope, che ju sfracaie, lis paie juste benon! Jo no soi chi a dâ dimostrazion di pâs. Jo o soi chi a dâ dimostrazion di vuere. Jo o soi pai furlans che no si rindin e che, in ogni maniere, ancje cun ferocie, a reagjissin a ofese ae lôr cjar, al lôr sanc, al lôr teritori, al lôr sens di citadinance. E se i furlans, la plui part dai furlans, no si svein e no si rivoltin cu la cussience – jo mi spieti almancul la cussience: no mi spieti armis – che a vadin a trai. O bastìn noaltris, cuatri citadins, a rapresentâ un orgoi che chei altris no son bogns di rapresentâ!”.

Intervenuta, poi, la prof.ssa Capria D’Aronco, “camerarius” dell’Arengo partecipativo udinese e presidente del Club per l’Unesco di Udine: “In primis, ringrazio il prof. Alberto Travain, che ha organizzato questo evento estremamente importante, formativo, educativo e di grande interesse civico-culturale, che resterà nel cuore di noi tutti. Io parlo a nome dell’Arengo di Udine – di cui sono responsabile, coordinatrice pro tempore – quindi di tutti i cittadini della nostra Udine e anche del Club per l’Unesco di Udine, che opera sul territorio ed è naturalmente, con tutti gli altri Club – settemila – nel mondo, porta avanti gli ideali della cultura della pace e della non-violenza, dei diritti e dei doveri, dell’educazione, scienza, cultura e comunicazione. La figura di Giulio Regeni è nei nostri cuori e lo vediamo come un esempio veramente incredibile per le giovani generazioni, non solamente in loco ma in tutto il pianeta. Ha avuto la forza, l’abnegazione, la passione, il coraggio di portare avanti i valori in cui noi tutti ci riconosciamo. Siamo grati a questa persona che, per noi, sarà sempre viva, sempre presente e sempre qualcosa di molto significativo. Soprattutto per le giovani generazioni. Quindi, bravo Giulio, continua così, perché noi crediamo che tu sia vivo e nel cuore di tutti noi con il tuo esempio emblematico!”.

Presente in delegazione, insieme ai “consiliarii” rionali sig.ra Marisa Celotti e sig.ra Renata Marcuzzi. poi la dott.ssa Maria Luisa Ranzato, “procurator” dell’Arengo di Udine, ha ribadito come sia l’Egitto che l’Università di Cambridge debbano assumersi la responsabilità della tragedia del giovane studioso friulano. Apprezzamento per l’iniziativa è giunto dal Sindaco di Terzo d’Aquileia, sig. Giosualdo Quaini, pubblico amministratore del finitimo agro fuori le mura, in ideale rappresentanza di un sentimento che tocca il cuore e l’orgoglio della migliore cittadinanza friulana. E mentre ad Aquileia i civisti udinesi rivendicano giustizia per Giulio Regeni, a Udine il Comune toglie lo striscione rivendicativo da Palazzo D’Aronco: “Renderanno conto!” dice Travain.

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