Riapre il 2 giugno il Castello di Miramare
In questa fase sperimentale sarà aperto dalle 14 alle 19. Tante novità e una mostra nella ex Sala Progetti completamente rinnovata attendono i visitatori.
Dopo la tanto attesa riapertura del Parco di Miramare, come preannunciato, il 2 giugno apre nuovamente anche il Castello. La data scelta per la ripresa dei servizi museali è stata fortemente auspicata da parte della Direzione poiché si tratta di un giorno simbolico: il 2 giugno di 65 anni fa, infatti, aprivano per la prima volta le sale del Museo di Miramare. Anche allora era stata scelta una data emblematica, coincidente con una festività nazionale di grande importanza come la Festa della Repubblica italiana.
Per l’occasione, la sera del 1° giugno il Castello, che in questo periodo di lockdown e di assenza dell’affezionato pubblico era rimasto mestamente buio anche nelle ore serali, sarà nuovamente illuminato. Non sarà una semplice riaccensione dei fari che ne facevano risaltare la sagoma bianca sul promontorio roccioso di Grignano, ma l’inaugurazione di una nuova illuminazione frutto della recente sostituzione di tutti i corpi luminosi collocati intorno al perimetro della dimora signorile. I vecchi fari funzionanti ai vapori di iodio sono stati sostituiti nelle scorse settimane da undici moderne luci dalla tonalità abbastanza “calda” da evidenziare nell’oscurità il biancore caratteristico della pietra d’Istria di cui è rivestito il Castello. Solo la luminosità diretta sulla torre del Castello è stata attutita per mettere in mostra il quadrante dell’orologio che è illuminato dall’interno.
La riapertura del Castello non avverrà con le modalità precedenti ai mesi dell’emergenza sanitaria. In particolare, varierà l’orario di apertura che, in questa fase sperimentale sarà dalle 14 alle 19. Ci sarà una sola postazione per la biglietteria protetta, come il bookshop, da una barriera in plexiglas; per evitare code e limitare assembramenti, è fortemente consigliata la prenotazione on line. Come per il Parco storico, sono state adottate le necessarie misure di sicurezza: pannelli informativi con le prescrizioni sull’utilizzo delle mascherine e le norme di comportamento, distributori di gel disinfettante, una barriera trasparente posizionata sulla biglietteria.
“Va sottolineato – spiega il direttore del Museo storico e il Parco del Castello di Miramare Andreina Contessa – che si tratta di una fase temporanea. Ci auguriamo abbia una durata limitata per tornare ai regimi precedenti la chiusura prima possibile. Il ritorno alla normalità è soggetto a molti fattori, non ultima la riapertura dei confini regionali e con le nazioni contermini che potrebbe far tornare, almeno, il cosiddetto turismo di prossimità sul quale contiamo per il graduale recupero dei flussi. Nel frattempo – aggiunge il direttore –, invitiamo tutti i triestini a visitare il loro Castello o a ritornarvi. Troveranno un Museo rinnovato, con delle belle sorprese, frutto di un grande lavoro fatto nell’ultimo periodo, questo sì facilitato dall’assenza di pubblico. Tra tutte le novità, una quadreria aggiornata e in linea con l’originale allestimento della dimora di Massimiliano e Carlotta accoglierà gli ospiti nell’atrio e, soprattutto, una mostra allestita nella ex Sala Progetti che ha cambiato radicalmente volto per accogliere le esposizioni temporanee”.
La mostra allestita nella ex Sala Progetti del Museo di Miramare – il terzo “Focus on” – si intitola “La scienza della visione. Fotografia e strumenti ottici all’epoca di Massimiliano d’Asburgo”. Per qualche giorno, gli appartamenti del Duca d’Aosta saranno chiusi per lavori di pitturazione e riallestimento. Il biglietto di ingresso al Museo comprende anche la visita alla mostra che ha per protagonista il megaletoscopio, un visore progettato per osservare stampe fotografiche con diversi effetti di luce inventato dall’ottico Carlo Ponti nel 1860.
Come Miramare riaprono il 2 giugno anche le preziose collezioni dei musei nazionali di Aquileia (Museo Archeologico Nazionale e Museo Paleocristiano) e di Cividale, realtà archeologiche di riferimento per la regione, rappresentative di vicende storiche fondamentali per la storia italiana, “un segnale concreto – commenta Andreina Contessa nella sua veste di Direttore regionale della Direzione regionale Musei – verso la costituzione di una nuova sinergia nel sistema museale regionale”.