Un piccolo centro di ricerca italiano, l’ASPS, prosegue nelle sue ricerche sulla violazione del Principio di Azione e reazione
Roma, 20 dicembre 2023 – Proseguono in Italia gli studi sulla Propulsione Non Newtoniana (PNN) da parte dell’ASPS, Associazione Sviluppo Propulsione Spaziale (www.asps.it).
Per capire bene il problema esiste una domanda che andrebbe rivolta alla moderna astronautica: perché non abbiamo ancora basi sulla Luna e su Marte ad oltre mezzo secolo dalla storica impresa? Perché ancora insuccessi nel 2023 con l’enorme razzo di Musk al primo lancio?
La risposta non è un segreto, ma è stata col tempo messa in disparte e poi dimenticata: perché la fisica del sistema di propulsione utilizzato non può che perdere massa. E quindi la perdita di massa è la causa della non colonizzazione degli altri pianeti.
Se prendiamo come esempio la recente missione di Artemis 1 possiamo facilmente constatare che, dopo un viaggio attorno alla Luna senza allunaggio, è tornato sulla Terra circa lo 0,3% della massa partita dalla rampa di lancio, ovvero il restante 99,7% è andato perduto.
Ma anche il fatto che Marte sia da decenni dominio esclusivo delle sonde e dei robot da esplorazione dimostra che semplicemente non è possibile nè trasportare esseri umani e nè l’enorme quantità di materiali che potrebbe assicurare l’esistenza di un avamposto permanente.
E non può nemmeno cautelare dagli inevitabili imprevisti, non solo su Marte ma anche sulla Luna che è molto più vicina.
Una propulsione alternativa non si può costruire insistendo con la fisica newtoniana dei razzi, secondo l’ASPS, ma si costruisce con una fisica che non obbliga ed espellere massa di reazione per spostarsi.
Sappiamo bene che le parole non bastano per convincere, ecco perché offriamo la possibilità di partecipare ai test sperimentali del propulsore PNN e lasciare che sia l’evidenza sperimentale a convincere.
La sola soluzione che può cambiare questo stato catastrofico di cose nell’astronautica attuale è la PNN, propulsione senza espulsione di massa di reazione. Una propulsione alternativa e sostenibile, che non inquina perché non espelle gas.
La propulsione PNN consente all’astronave di partire intera e ritornare intera con pieno carico di minerali e non come Artemis 1 che per fare un solo giro attorno alla Luna è tornato a terra solo lo 0.3 % e il 99.7% dell’astronave è tutto materiale andati perso.
I prototipi dimostrativi ideati dal centro studi dell’ASPS possono appunto dimostrare che è possibile cambiare paradigma per una conquista reale e non fasulla dello spazio.
Collegandosi al link
www.neolegesmotus.com/2020/10/29/pnn-has-been-disclosed si possono comprendere i principi di funzionamento della PNN (Propulsione Non Newtoniana).
Altri link utili:
www.altpropulsion.com/events/apec-7-31-non-newtonian-em-propulsion-superconductors
All’ASPS si sono spinti fino ad immaginare le tempistiche di una colonizzazione della Luna e Marte con la Propulsione Non Newtoniana.
Ecco la tempistica del programma PNN di colonizzazione della Luna e di Marte:
Fase 0 : Opportuni test preparatori con propulsori PNN e PNN Dynamo come generatore elettrico operativo della PNN
Fase1 : Spedizione di una sonda PNN in orbita attorno alla Terra con decollo da terra e comandata da remoto per dinamica C2: Comando e Controllo della PNN e in particolare per test sui tempi di spinta , frenata e assetto
Fase 2 : Costruzione di una vera astronave per la Luna e per Marte con equipaggio che permetta di individuare i luoghi più idonei per l’installazione di basi permanenti.
“Accettiamo collaborazioni e aiuti, che ci permettano di accorciare i tempi del seguente programma di esplorazione e colonizzazione sia della Luna che di Marte”, dicono sall’ASPS.
Per capirne di più sul tema rimandiamo al sito internet www.propulsion-revolution.com.