Francia e Italia stanno collaborando per portare l’innovazione nucleare a un nuovo livello. La start-up francese NAAREA e la società italiana Fluid Wire Robotics (FWR) hanno unito le forze per sviluppare i microrreattori XAMR dotati di robot capaci di operare autonomamente. Questi sistemi permettono di ispezionare, manutenere e persino smantellare impianti nucleari con elevati livelli di radiazione, riducendo i rischi per gli operatori e garantendo una produzione più sostenibile e sicura.
Un’alleanza franco-italiana per reattori nucleari “autocuranti”
L’idea alla base del progetto è trasformare un microreattore nucleare in una struttura parzialmente autonoma. NAAREA, attiva nello sviluppo di un microreattore a sali fusi di quarta generazione, ha stretto una collaborazione con FWR, azienda italiana specializzata in robotica per ambienti estremi. L’obiettivo è rendere le operazioni più sicure, efficienti e automatizzate.
Il reattore XAMR — progettato da NAAREA — è un dispositivo compatto e modulare, capace di produrre 40 MW elettrici e 80 MW termici. Ciò che lo rende particolarmente innovativo è la sua capacità di bruciare scorie nucleari a vita lunga, trasformando rifiuti radiattivi in fonte d’energia utile ed efficiente.
Questa soluzione si inserisce in una prospettiva di decarbonizzazione e autonomia energetica: grazie ai robot, alcune operazioni pericolose o complesse vengono automatizzate, garantendo operative più regolari e sicure nei siti nucleari. Questo approccio combina la micro nucleare con la robotica avanzata, aprendo la strada a impianti più autonomi e controllati, e contribuendo alla transizione verso un modello energetico più efficiente.
Robotica estrema per ambienti nucleari: il ruolo strategico di FWR
La partnership con Fluid Wire Robotics è al centro della strategia di automazione di NAAREA. FWR, spin-off italiano della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha sviluppato una tecnologia robotica unica, capace di operare in contesti altamente ostili come quelli radiativi o a elevata temperatura. Il sistema utilizza un’unità remota con attuatori collegati tramite un meccanismo idrostatico: così motori e sensori, proteggibili in una zona blindata, trasmettono movimento a bracci robotici senza esporre l’elettronica alle radiazioni.
Questi robot possono lavorare sotto condizioni estreme: livelli di radiazione fino a 1,5 MGy, temperature che raggiungono i 180 °C e persino operare sott’acqua. Possono essere controllati sia da remoto da operatori sia in modalità automatica tramite sequenze programmate e validate; ciò rende possibile eseguire operazioni ripetitive di manutenzione o produzione con grande precisione e senza intervento umano diretto.
Questa integrazione permette a NAAREA di automatizzare la produzione del combustibile, ispezionare strutture costantemente e gestire smantellamenti anche in ambienti complessi.
L’obiettivo è combinare robotica e micro-reattori per garantire sicurezza, efficienza e replicabilità industriale, creando un nuovo standard nella gestione dei reattori nucleari sicuri.
Digital twin e laboratori I-Lab per un futuro decentralizzato
Il microreattore XAMR non è solo robotica: adotta uno schema a sali fusi, funziona a bassa pressione e ha capacità di auto-regolazione. NAAREA ha inoltre sviluppato un “digital twin”, una replica virtuale del reattore per simulazioni, ottimizzazioni e analisi predittive.
Parallelamente, la società ha inaugurato la struttura sperimentale “I-Lab”, un laboratorio di test non-nucleari dedicato alla validazione delle tecnologie chiave prima della fase nucleare. Questa struttura di circa 2.400 m² include aree per prototipazione, sistemi automatizzati, cicli di prova termoidraulici, e laboratori per materiali, chimica, gas e analisi.
Grazie all’I-Lab, gli ingegneri di NAAREA possono condurre esperimenti su pompe, valvole, sensori, sali refrigeranti e processi chimici in ambienti simulati ma reali. Al contempo, il modello digitale permette di anticipare scenari di guasto, analizzare il comportamento del reattore in condizioni estreme e generare dati utili per le autorità di sicurezza nucleare.
Questo approccio integrato contribuisce alla creazione di microcentrali sicure, autonome e decentralizzate, installabili vicino a comunità o centri industriali. Il risultato è energia continua, riduzione dei rischi e supporto alla transizione verso fonti rinnovabili e sostenibili.
Conclusione
La collaborazione NAAREA-FWR segna una svolta: centrali che non solo generano energia, ma possono anche “curarsi” da sole. L’innovazione combinata di robotica, digital twin e micro-reattori promette un futuro energetico più sicuro, verde e autonomo.
Fonte: papernest.it
