Cividale del Friuli (Ud), 7 set – “L’obiettivo è implementare i servizi sanitari nel Cividalese consolidando la struttura ospedaliera attraverso una puntuale attività di risposta delle prestazioni che verranno erogate e che sono in corso di perfezionamento“.
Lo ha detto il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Ricardi, a margine della visita odierna all’ospedale di Cividale del Friuli, accompagnato dai consiglieri regionali Roberto Novelli ed Elia Miani.
“L’ospedale di Cividale – ha spiegato Riccardi – può giocare una partita importante nel sistema della salute; oggi siamo nella fase della ridefinizione della pianificazione socio-sanitaria che terrà conto degli esiti del prossimo confronto con la commissione comunale di Cividale e delle visite ai distretti sanitari che ho in programma a breve per raccogliere le informazioni utili a dare le necessarie risposte al bisogno di salute del cittadino. L’obiettivo resta quello di garantire le migliori prestazioni possibili“.
Uno dei temi affrontati oggi durante il colloquio con la direttrice del distretto sanitario di Cividale, Anna Paola Agnoletto, il direttore del servizio sociosanitario dell’Azienda 3 Alto Friuli-Collinare-Medio Friuli, Denis Caporale, la responsabile del personale sanitario, Miria Del Forno, e la responsabile infermieristica del distretto sanitario, Cristina De Sarno, è stata la necessità di mettere in sicurezza la salute del cittadino: “è la priorità – ha confermato il vicegovernatore – e per farlo sono necessarie le competenze professionali e la riorganizzazione oltre a un cambio culturale“.
Per Riccardi, infatti, la società è permeata da una visione ancora troppo ospedale-centrica che deve traghettare verso un sistema a rete di ospedali sicuri e richiede un grande cambiamento strutturale, organizzativo e di mentalità. Serve un cambio culturale ma anche un rafforzamento del sistema della presa in carico “che oggi – ha aggiunto l’esponente della Giunta Fedriga – si appoggia su tre pilastri: Rsa, hospice e casa di riposo. È un sistema da ampliare perché non è più sufficiente a dare risposte alla cronicità in una società cambiata rispetto al passato che ha nuovi bisogni di salute“.
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