Nota del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale sul prelievo d’acqua dal canale Brian per sopperire ai problemi di salinizzazione del Livenza
La siccità accentua la risalita del cuneo salino lungo il fiume Livenza, corso d’acqua che storicamente non aveva mai risentito di questa problematica, mettendo a rischio anche il prelievo per uso idropotabile all’impianto Veritas di Boccafossa che serve le utenze turistiche di Caorle ed Eraclea oltre che alcune località interne degli stessi comuni e del comune di Torre di Mosto.
Grazie all’attivazione dell’unità di crisi costituita dal presidente del Veneto Luca Zaia, coordinata dal dott. Nicola Dall’Acqua, la sinergia messa in campo dagli enti preposti ha permesso di arrivare a una soluzione tecnica immediata del problema. Nella giornata di ieri e nella notte trascorsa, infatti, si sono attivate le squadre del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, quelle di Veritas, la protezione civile ANA di Verona, quella di Torre di Mosto e quella di Meolo e Piave Servizi, quest’ultima fornendo un chilometro di tubazioni flessibili.
Il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, in particolare, con specifiche installazioni, sta rendendo possibile il prelievo di emergenza dal Canale interno Brian in luogo di quello originario dal Livenza, minacciato dalla salinità.
Il Canale consorziale Brian, realizzato più di 100 anni fa, gestito a supporto dell’irrigazione del territorio in destra Livenza, è alimentato con acque derivate dallo stesso fiume in località Albano di Motta, posizione molto più lontana dalla costa, ed è protetto dalla risalita della salinità grazie ad uno specifico sbarramento situato allo sbocco nel canale Revedoli.
In via provvisoria è stata realizzata una stazione di pompaggio con relativo sistema di condotte che alimenta il potabilizzatore di Boccafossa in alternativa al sifone dal fiume Livenza; questa rimarrà attiva fino al ripristinarsi delle condizioni di sicurezza rispetto all’elevata salinità nel fiume.
Con questa azione di stretta collaborazione fra Enti, si è potuto ovviare ad una situazione di forte criticità che avrebbe fortemente penalizzato le comunità locali e l’importante economia turistica.
Lo scampato pericolo, non deve tuttavia far abbassare la guardia rispetto al più generale problema della gestione della risorsa idrica nei grandi fiumi che spesso tende a penalizzare i territori posti nelle zone più a valle, per gli utilizzi irrigui e quelli umani.
Da alcune settimane, a seguito di quotidiane osservazioni, il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale sta infatti segnalando alle Regioni di Veneto e Friuli Venezia Giulia, all’Autorità di Bacino e all’ENEL, il problema della progressiva risalita del cuneo salino lungo il fiume Livenza, dovuto al particolare andamento climatico ed alla gestione dei rilasci da monte in particolare da parte dei gestori idroelettrici, non più corrispondente alla necessità del corso d’acqua.
La criticità avvertita con un consistente calo dei livelli per diversi chilometri e con la salinizzazione nel tratto terminale verso la foce, si è manifestata con ulteriore evidenza in questi giorni, quando i livelli di salinità, non compatibili con l’uso idropotabile, hanno raggiunto l’impianto di presa di Veritas situato a Boccafossa.
I sistemi consorziali per l’irrigazione di vaste aree coltivate che attingono da questo fiume per prevenire una estesa situazione di desertificazione, stanno ora operando ad una capacità attorno al 40-50 % di quella assentita dai disciplinari di derivazione; ciò nonostante il fenomeno è in continua crescita.
Ad accentuare la situazione è senz’altro la sospensione unilaterale, senza alcun confronto con il Consorzio, delle restituzioni in Livenza di acque provenienti dal sistema idroelettrico afferente al Lago di Santa Croce, previste già dalle disposizioni di compensazione definite più di cento anni fa. Si parla di 13,3 metri cubi al secondo che dal sistema del Fadalto dovrebbero essere restituiti in Livenza a valle di Sacile.
Auspichiamo pertanto che il rischio corso in questi giorni, rispetto al quale il Consorzio Veneto Orientale si è prodigato, rendendo disponibile il proprio sistema di acque interne per le necessità idropotabili, costituisca un campanello di allarme ed una importante occasione per dare la giusta evidenza alle necessità di tutti i territori beneficiari delle acque dei grandi fiumi, senza penalizzare gli ambiti come il nostro in prossimità della foce, dando la giusta evidenza al problema della risalita del cuneo salino.