“Un riconoscimento formale che porti occasioni di sviluppo e valorizzi le singole identità“, propone l’europarlamentare di FdI, Sergio Berlato
BRUXELLES, 14 SETTEMBRE 2021 – Trieste e Venezia siano dichiarate ufficialmente “capitali storiche d’Europa”. A proporre un riconoscimento formale del ruolo avuto dalle due città del Nord Est nella nascita, nella costituzione e nel consolidamento dei valori della Ue è Sergio BERLATO di Fratelli d’Italia.
Il parlamentare europeo parte da un presupposto: senza realtà come Trieste e Venezia, l’Unione di oggi sarebbe ben diversa e forse non esisterebbe neppure. Le due città hanno rivestito una parte vitale nel passato più o meno recente del Continente e ora meritano di fregiarsi a tutti gli effetti del titolo di “capitale”, quanto meno storica se non propriamente politica.
L’idea sarà presto oggetto di discussione nelle aule di Strasburgo dove Berlato intende trovare sostegni trasversali, anche da parte di altri gruppi. Si tratta di un’iniziativa diversa da quella delle capitali della cultura grazie alla quale a turno delle località vengono investite del compito di valorizzare il patrimonio artistico e architettonico di tutti e che a breve coinvolgerà Gorizia e Nova Gorica. “Vantiamo decine di comunità che potrebbero ambire al nome di capitale d’Europa, partendo da Ventotene passando per Trento, Vienna e la stessa Lepanto – ha spiegato al proposito l’esponente di Fdi -. Un tesoro immenso di identità che non può e non deve annacquarsi. L’importante è che ora Bruxelles si attivi per la creazione di un iter con cui concedere il titolo a richiesta degli interessati. Ottenerlo non deve diventare un qualcosa di puramente teorico e privo di concretezza: grazie a speciali contribuzioni economiche, dovranno svilupparsi delle reti di sinergia tra città e amministratori in grado di fare squadra e promuovere i singoli territori. Non dimenticando l’aspetto del turismo, anche straniero”. Secondo Sergio Berlato, eletto nel collegio di Nord Est nel 2019, il marchio metterà in luce l’importanza del contributo dato da ciascun Paese all’ideale comune, evitando l’appiattimento delle culture nazionali. “Del resto lo stesso motto della Ue ricorda che siamo uniti nella diversità e noi siamo orgogliosi della unicità di certi luoghi come le nostre Trieste e Venezia”, ha concluso il parlamentare.