Martedì sera gli attivisti di Extinction Rebellion hanno versato del petrolio finto addosso a due persone stese a terra sul Molo Audace, in opposizione all’incremento delle attività dell’oleodotto transalpino gestito da SIOT, con 4 nuovi impianti a metano in Friuli Venezia Giulia che aumenteranno le emissioni, sostenuti da finanziamenti pubblici della Regione.
Martedì sera sul Molo Audace di Trieste sono entrati in azione gli attivisti di Extinction Rebellion, sostenuti da Fridays For Future e Comitati Alto But, Lago di Cavazzo, STOP TTIP, in opposizione ai nuovi impianti della Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino (SIOT) che si occupa di trasportare il greggio tramite l’oleodotto transalpino nella tratta italiana che da Trieste porta all’Austria [Rainews, Altreconomia].
“Basta crimini climatici. Stop al fossile”, così enuncia il banner che ha fatto da sfondo a un’azione dimostrativa dove è stato versato del finto petrolio su due persone a terra. A versarlo, da due taniche d’oro, due figure che rappresentavano la SIOT e la Regione FVG.
“A investire nella SIOT e spingere per la realizzazione di questi progetti ci sono aziende come Shell, Eni ed Exxon” dichiara Tommaso, attivista di Extiction Rebellion “Le stesse che già 50 anni fa sapevano e hanno nascosto al mondo delle gravi conseguenze che le loro attività avrebbero provocato, portando consapevolmente il clima al collasso per non ostacolare i loro profitti. Un vero e proprio crimine nei confronti di intere popolazioni, dei cittadini e cittadine che oggi subiranno gli effetti di quella che è ad oggi un’emergenza ecoclimatica di dimensioni spaventose” [Repubblica].
In questo momento vi sono 2 ricorsi attivi al TAR da parte di Legambiente FVG, Movimento Difesa del Cittadino e Comune di Paluzza nei confronti della SIOT [Rainews], che oggi attiverebbe le sue nuove centrali a San Dorligo della Valle, Reana del Rojale, Cavazzo e Paluzza, ma la Regione Friuli Venezia Giulia non ha revocato l’autorizzazione già concessa e i lavori stanno proseguendo, ignorando i pareri scientifici di APE (Agenzia per l’Energia), Università degli Studi di Udine e Università di Trieste che ne mettono in luce l’enorme impatto ambientale e la mancanza di una vera cogenerazione [Greenreport.it].
“Gli impianti daranno nuova energia al trasporto del greggio sostituendo l’energia di rete, prodotta al 38% da rinnovabili, aumentando le emissioni e andando in totale contrasto con gli obiettivi di neutralità della Regione al 2045” [Areasciencepark] afferma Davide di Fridays For Future “Un controsenso climatico e una fonte di inquinamento che i cittadini non vogliono accettare”.
Ad oggi sono stati raccolti più di 10mila euro da una raccolta fondi per sostenere la battaglia legale in corso [STOP SIOT]. Una questione, quella delle attività della SIOT, che va avanti dagli anni ’90 con ripetute segnalazioni da parte della popolazione locale [TriestePrima].
Oggi l’incremento di tali attività risulterebbe in un aggravarsi dei danni che la crisi climatica apporterà alla popolazione e chi dovrà rispondere di questo non sono solo le aziende, ma soprattutto i governi che agevolano e sostengono questi crimini. Per questo sarà la Regione Friuli Venezia Giulia a dover rispondere di questa scelta, in contrasto con le dichiarazioni di neutralità a cui è vincolata.
Extinction Rebellion invita tutti i cittadini e cittadine ad unirsi ed esprimere il proprio dissenso in maniera collettiva. Non possiamo più permetterci di restare a guardare ed essere complici delle ingiustizie che stanno portando al collasso ecoclimatico.
Extinction Rebellion