Grazie a Marco Dreosto (Lega – ID) emerge un quadro sconsolante
AMIANTO, QUESTO SCONOSCIUTO PER BRUXELLES…
LA UE NULLA SA DEL PERICOLOSO MATERIALE
L’Europa non dispone di alcuna informazione sui siti disponibili nè sulle capacità residue per lo stoccaggio dell’amianto. Bruxelles di fatto rimpalla la responsabilità sugli Stati e si lava le mani rispetto ad un’emergenza seria e attuale. E’ quanto emerge dalla risposta che la Commissione Europea ha fornito all’interrogazione dell’eurodeputato MARCO DREOSTO e di altri suoi colleghi del Gruppo Lega – Identità e democrazia.
L’interpellanza partiva da un presupposto di fatto ormai evidente dopo i ripetuti allarmi delle imprese del settore: in tutto il territorio dell’Unione sono sempre meno le disponibilità di spazi per accogliere in sicurezza i rifiuti contenenti il pericoloso composto. Si tratta di ex cave o miniere nelle quali viene deposto il materiale una volta inertizzato, evitando ogni volatilità delle fibre. Ma a Bruxelles nulla si conosce del problema e, cosa ancor più grave a detta di Dreosto, “nulla vuole saperne”.
“La spinosa questione ambientale, che pone anche seri interrogativi sulle forme di smaltimento illegali e di connessioni con la criminalità organizzata, viene liquidata in poche, scarne righe – commenta al proposito Dreosto -. Spetta agli Stati coordinare e provvedere all’attuazione di piani di gestione dei rifiuti, si è limitata a rammentare la Commissione. Esistono tuttora migliaia di fabbricati che presentano al loro interno parti in eternit e che negli anni finiranno in discarica. Eppure non pare un argomento di interesse per l’Unione, che non propone nemmeno di attivarsi per un’indagine statistica sulle reali capacità residue degli impianti attualmente in funzione. Uno scaricabarile che dimostra per l’ennesima volta la debolezza delle Istituzioni comunitarie su dossier di rilevanza internazionale”.