Da martedì 20 aprile online il podcast sui canali Spotify e YouTube del Teatro
Basta la Gorgiera: alla scoperta dell’arte del doppiaggio con Laura De Biasi
Martedì 20 aprile il podcast del Teatro de LiNUTILE “Basta la Gorgiera” ospiterà l’attrice, doppiatrice e speaker Laura De Biasi, fondatrice e docente della scuola speciale di teatro e tecniche di comunicazione Censupcom – Centro Superiore delle Comunicazioni di Verona.
Tra le eccellenze che l’Italia può vantare in ambito internazionale c’è anche quella di avere tra i migliori doppiatori che lavorano nel mondo della televisione e nel cinema. È una tradizione che risale agli anni Trenta del secolo scorso e che ancora oggi rappresenta un possibile sbocco professionale per chi ha deciso di intraprendere una carriera di tipo attoriale.
Al mondo del doppiaggio è dedicato il quarto episodio di “Basta La Gorgiera”, il podcast del Teatro del LiNUTILE scritto e diretto da Marianna Filipuzzi e Matteo Lo Schiavo, online sui propri canali Spotify e YouTube da martedì 20 aprile, che avrà come ospite l’attrice e doppiatrice Laura De Biasi, fondatrice e docente della scuola speciale di teatro e tecniche di comunicazione “Censupcom – Centro Superiore delle Comunicazioni di Verona”.
L’intervista, condotta da Marta Cazzin e Marta Tridello, sarà l’occasione per conoscere in modo approfondito il lavoro del doppiatore, che Laura De Biasi definisce come «un arte vera e propria, una reinterpretazione artistica, una sorta di opera d’arte in parallelo». Un mondo che è vicino all’arte performativa ma che richiede, oltre a ottime capacità attoriali, anche un diverso approccio al proprio lavoro da parte del professionista, che si trova ad essere al servizio di un altro attore, con cui, alle volte può anche sentirsi in competizione.
Nel corso del podcast, gli ascoltatori entreranno virtualmente in un vera e propria sala di registrazione per conoscere le figure professionali che concorrono alla buona riuscita del lavoro, dal traduttore al direttore del doppiaggio. Verranno messe in luce le differenze che esistono tra i diversi tipi di doppiaggio, dallo spot pubblicitario al documentario, per arrivare al film vero e proprio. Attività connesse ma che richiedono competenze e utilizzano tecniche proprie, partendo sempre tuttavia da un continuo allenamento della vocalità.
Uno sguardo infine verrà rivolto anche al futuro di questa professione, in un momento in cui, anche in Italia, la maggiore conoscenza delle lingue straniere, specialmente quella inglese, porta gli spettatori sempre di più verso la visione delle opere in originale.
Laura De Biasi si diploma nel 1996 come attrice professionista all’Accademia del Teatro Stabile di Genova. Affina la propria preparazione lavorando con Marco Sciaccaluga, Anna Laura Messeri, Massimo Mesciulam. Ottiene una borsa di studio dal Teatro Stabile di Genova per partecipare ad un master con Peter Clough, direttore e regista della Guildhall School of Music and Drama (Londra) dove approfondisce tramite il teatro Shakespeariano il rapporto tra attore e pubblico. Collabora con Ferruccio Soleri ed Enrico Bonavera maestri di commedia dell’arte. Affronta il doppiaggio con Tonino Accolla. Lavora nel doppiaggio televisivo e documentaristico. Ha collaborato con varie trasmissioni radiofoniche e televisive, svolge professionalmente attività di speakeraggio, realizza spot radiofonici e presentazione di eventi. È presente come voce attoriale in varie edizioni di testi poetici e narrativi su cd, dal 2012 su Itunes è presente con la sua voce l’audio libro di poesie di Emily Dickinson. Dal 1997 sviluppa l’attività di docente di recitazione teatrale e cinematografica, doppiaggio, dizione, in scuole del territorio veneto. Nel 2003 fonda la scuola di Teatro e Comunicazione a Verona il Centro Superiore delle Comunicazioni “Camploy”, poi divenuto CENSUPCOM (www.censupcom.net) di cui è oggi direttrice e docente e nel 2008 apre a Vigasio una sezione Produzione Tv con marchio CSC Media. Nel 2013 pubblica insieme ad Alberto Bonizzato il libro “Abbasso Freud – I rapporti umani e le risposte che vorrei” Ed. Booksprint, in cui scrive una sezione sulla fisicità delle emozioni, l’attorialità e la verità espressiva.
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