Al XXXIX Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste,
è tempo di musica: il Messico afro e l’ultimo show di Luca Prodan
A 70 anni dalla sua nascita, il Festival ricorda il rocker italiano, che rivoluzionò il rock argentino
Nel pomeriggio, il laboratorio di Medianos, per imparare a usare la comunicazione non violenta
La competizione entra nel vivo al 39° Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste, in corso al Teatro Miela fino a domenica 20 ottobre.
Domani, mercoledì 16 ottobre, nella Sala Grande del Teatro, il Concorso Ufficiale apre alle ore 11.00 con il messicano Lumbrensueño di José Pablo Escamilla, che parla di adolescenza, uno dei temi cari ai registi di quest’anno: Lucas lavora in un fast-food con l’amico Oscar, che gli lascia i suoi beni più preziosi quando decide di partire; così il ragazzo scoprirà il magico mondo della fotografia. Nel pomeriggio, alle ore 14.50, il Concorso Ufficiale presenta l’argentino La herida di Diego Gottheil: il ricordo di un amore adolescenziale, porta il 62enne Raúl e lo spettatore nella Buenos Aires del 1980, durante la dittatura, e apre una ferita struggente. E struggente è anche la storia del brasiliano Os 80 gigantes di Joana Nin, alle ore 17.00 per Contemporanea Malvinas: il sogno di una coppia di artisti di teatro di burattini e il loro mondo fantastico, costruito assieme alla comunità, crolla a causa delle controversie politiche locali, ma loro non si perdono d’animo e preparano un nuovo spettacolo. Al termine della proiezione ci sarà l’incontro con il produttore Adenilson Muri. Ancora Brasile, alle ore 20.35, con il suo unico film in gara nel Concorso Ufficiale: O vazio de domingo à tarde di Gustavo Galvão racconta l’incontro tra Mônica, un’attrice in crisi a causa della troppa esposizione pubblica, e la giovane Kelly, che cerca di parlarle senza rendersi conto delle sue difficoltà. Al termine, il regista Gustavo Galvão dialogherà con il pubblico.
La musica è uno dei temi che non mancano mai nel Festival e quest’anno non fa eccezione. Nel programma del 16 ottobre, ci sono due film che raccontano le influenze e le commistioni musicali e culturali del continente. Alle ore 18.40, Contemporanea Concorso porta in Messico con Los hijos de la costa di Bruno Bancalari, per scoprire i musicisti afro-messicani della Costa Chica e la cultura popolare costiera, attraverso la musica; la tradizione musicale come principio fondamentale nella costruzione dell’identità del Messico contemporaneo. Segue l’incontro del regista Bruno Bancalari con il pubblico. L’ultimo film della Sala Grande, alle ore 22.30, per Contemporanea Fuori Concorso, è uno degli eventi della giornata: l’argentino Fuck you! El último show di José Luis García ricorda e rende omaggio a Sumo, la band che rivoluzionò il rock argentino negli anni ’80; il documentario segue la preparazione dell’ultimo, storico concerto, per presentare il nuovo disco: due mesi dopo il leader e frontman, l’italiano Luca Prodan, arrivato in Argentina per liberarsi da una vita di eccessi, sarebbe morto, a soli 34 anni a causa delle sue dipendenze. “Questo film nasce con l’obiettivo di rendere cinema quel materiale e per dimostrare che ogni gesto di Luca, ogni parola, sono carichi di poesia punk e di una luce unica“, si legge nel catalogo. Al termine, l’incontro con il produttore Marcelo Schapces.
In Sala Birri apre la giornata, alle ore 11.30, il cileno A la sombra de la luz di Ignacia Merino Bustos e Isabel Reyes Bustos, in competizione in Contemporanea Ventana Sur: in un villaggio cileno, le grandi torri ad alta tensione portano l’energia al resto del Paese e, attraverso la storia di un bambino, rivelano i complessi meccanismi di un sistema iniquo. Nel pomeriggio, la sezione Contemporanea Concorso presenta due film: l’argentino Ayahuasca now di Carlos Bruno Cejas, che segue i veterani di Vietnam, Afghanistan e Iraq arrivati nell’Amazzonia peruviana per curare i loro traumi attraverso cerimonie sciamaniche (ore 15.00), e il cileno Aullido de invierno di Matías Rojas Valencia, in cui il documentario si mescola a una storia di finzione, per raccontare uno dei capitoli più bui del Cile e del piccolo paesino Colonia Dignidad (ore 16.45).
Si cambia registro alle ore 18.15, con un evento diventato tradizione del Festival: il laboratorio di Medianos. Dopo la proiezione del film colombiano Nosotras di Emilce Quevedo, Massimiliano Ferrari conduce un laboratorio per insegnare la comunicazione non violenta, l’ascolto e la comprensione delle ragioni degli altri per arrivare pacificamente a un territorio comune. L’evento si realizza anche grazie al contributo di Fondazione CRTrieste.
La giornata della Sala Birri si chiude con due film al femminile di Contemporanea Malvinas. Alle ore 20.40, il cileno Las dawsonianas di Roberto Riveros porta nei giorni del golpe di Augusto Pinochet, quando la cerchia di persone più vicine a Salvador Allende fu arrestata; le mogli si riunirono per cercare i mariti e arrivarono a mettere in pericolo le loro vite per conoscere la verità sul destino dei loro cari. Alle ore 22.00, l’argentino Un juego propio di Julia Martínez Heimann e Natalia Laclau inserisce la storia di tre calciatrici nel contesto del movimento femminista che, dal 2015, è al centro della scena politica argentina; le tre, appartenenti a generazioni e quartieri cittadini diversi, hanno un obiettivo comune: che non ci sia più una generazione di donne senza un posto in cui giocare.
Da quest’anno i biglietti del Festival sono in prevendita attraverso Vivaticket e possono essere acquistati anche dal sito ufficiale del Festival, www.cinelatinotrieste.org, sul quale sono presenti anche tutti gli aggiornamenti e tutte le informazioni.
In copertina : Fuck you! El ultimo show
