TRIESTE 1954, LA RIPARTENZA
La musica da camera di Giulio Viozzi
Conferenza concerto
Mercoledì 13 novembre 2024 Ore 17.30
TRIESTE – Il Trio Pro Musica e la musica per flauto di Giulio Viozzi sono al centro della conferenza-concerto proposta dal Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” nella Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich (Via Rossini, 4), in calendario mercoledì 13 novembre 2024 alle ore 17.30, quale terzo della terna di appuntamenti, a cura di Stefano Bianchi, dedicata alla musica da camera di Giulio Viozzi (1912-1984), nell’ambito della attività culturali realizzate dal Comune di Trieste con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nella ricorrenza del 70° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia.
Protagonisti della conferenza-concerto, al centro della quale figura il Trio composto da Viozzi per il Trio Pro Musica, sono Giorgio Marcossi (flauto), Massimo Favento (violoncello) e Corrado Gulin (pianoforte) del Gruppo Strumentale Lumen Harmonicum, coadiuvati per i contributi musicologici e aneddotici da Corrado Maurel, pubblicista e critico musicale. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Nel catalogo delle composizioni di Viozzi scritte per trio, ai sempre presenti violoncello e pianoforte si alternano il clarinetto, il violino e il flauto. L’occasione di scrittura fu la presenza in città di alcune formazioni cameristiche particolarmente care all’autore, tutte formate da colleghi, amici e compagni d’arte: il Trio Ars Nova di Bruno Bidussi (pianoforte) Giorgio Brezigar (clarinetto) e Guerrino Bisiani (violoncello); il Trio di Trieste di Dario De Rosa (pianoforte), Renato Zanettovich (violino) e Libero Lana (violoncello); il Trio Pro Musica di Roberto Repini (pianoforte), Bruno Dapretto (flauto) e Adriano Vendramelli (violoncello).
Il Trio per flauto, violoncello e pianoforte, scritto nel 1960 per il Trio Pro Musica, ha uno stile che sembra una naturale evoluzione di quello proposto nelle precedenti composizioni cameristiche per tre strumenti. Se nel primo movimento (Preludiando – Vivo e nervoso) la scrittura sembra anticipare modelli poi affiorati nel rock impegnato degli anni ’70, nel secondo movimento (Lento cantabile) Viozzi pare ottimizzare la sua capacità di sviluppo continuo del tema, innescando e moltiplicando, potenzialmente senza fine, l’intreccio espressivo dei tre strumenti, sfociando poi in un consueto tempo finale (Presto), nel quale il gusto della musica popolare riaffiora incontenibile tra richiami stravinskiani e formule ritmiche brillanti. Molto varie e curate sono le «Peripezie» per flauto e pianoforte (Preambolo – Scherzo – Recitativo – Ninna Nanna – Congedo) che Giulio Viozzi scrisse nel 1962 per Milos Pahor, e che si potranno sentire nell’edizione curata dall’interprete stesso, Giorgio Marcossi (già allievo di Milos Pahor). Il programma si completa con «Il ruscello magico» per pianoforte (1932) e qualche altra pagina inedita di Giulio Viozzi.