Vincitore di 22 Grammy Award della musica, numerosi dischi d’oro, collaborazioni con i più grandi musicisti mondiali e insegnante fin da giovane prima presso l’università della musica di Miami e poi nella prestigiosa Berklee school di Boston, una carriera iniziata ormai 50 anni fa con il mitico vibrafonista Gary Burton e proseguita da solo con l’esordio nel 1975 grazie all’album Bright size live con Jaco Pastorius e poi con il Pat Metheny group fino ad arrivare ai giorni nostri dove si sta esibendo in questo tour europeo con il suo nuovo trio.
Gli ultimi suoi lavori sono l’ottimo live “Side eye NYC” e l’ultimissimo album uscito da poche settimane Dream box.
Complice un temporale estivo con tanto di vento forte che ha rischiato seriamente di annullare l’evento che conclude Udine jazz, il live del chitarrista del Missouri, che tra meno di un mese compirà 69 anni, inizia con circa mezzora di ritardo.
C’è molta gente che fa la fila per ascoltare il talento di Pat, e ben presto il parco del castello è gremito.
Si inizia subito dopo la presentazione di rito dell’organizzatore Giancarlo Velliscig con Pat che entra da solo accompagnato dalla sua chitarra acustica Pikasso a 42 corde che delizia e incanta come solo lui sa fare.
Ecco poi entrare il tastierista Chris Fishman e il batterista Joe Dyson che lo accompagnano nel tour. Entrambi molto giovani e ovviamente preparati, si ritaglieranno momenti di interessanti improvvisazioni durante lo spettacolo.
Pat ama suonare e si vede, non si perde in chiacchiere e dopo So may it secretly ecco che il pubblico si scalda sulle note del suo primo grande successo, Bright size live. Pat e i suoi compari sono in forma e il pubblico apprezza. Si continua con Better days ahead e Timeline, una cover molto ben arrangiata. Always and forever e When we were free scorrono via tra gli applausi del pubblico che apprezza molto le improvvisazioni mai esagerate e sempre precise e calibrate di Pat e soci. La scaletta dei brani prosegue con Pat che si limita a sorridere e ringraziare il pubblico dopo ogni brano. Lui non ha mai amato molto le celebrazioni…c’è anche spazio per ammirare il talento di Dyson e di Fishman e si arriva poi alla conosciuta Phase dance riarrangiata sapientemente dal trio e poi Zenith blue e Are you going with me concludono lo spettacolo dopo circa due ore filate.
Pat durante il concerto ha suonato oltre alle sue mitiche semiacustiche Pm model, la sua iconica chitarra elettrica Synth e la acustica Pikasso, dimostrandosi sempre in gran spolvero e tecnicamente ineccepibile sia nelle situazioni più elettriche che in quelle più intimiste, nelle quali la melodia e la sua classe la fanno da padrone (Pat adora il nostro paese proprio perché a suo dire è il paese della melodia per eccellenza e grande fonte di ispirazione per lui).
Un gran finale per Udine jazz con un Metheny ancora in gran forma e con tanta voglia di musica e che in Friuli ci torna sempre molto volentieri.