A Treviso si formano le nuove leve del giornalismo d’inchiesta
Al via la quinta edizione della Scuola di reportage “Goffredo Parise”, dedicata agli studenti liceali. Docenti d’eccezione Lisa Iotti, Emiliano Poddi e Riccardo Staglianò
Inaugurazione mercoledì 3 dicembre nell’auditorium Santa Caterina con la lectio magistralis di Toni Capuozzo sull’informazione al tempo di guerra.
Giunge alla quinta edizione la Scuola di reportage “Goffredo Parise” di Treviso, legata all’omonimo premio giornalistico, ideata e organizzata da Antonio Barzaghi e Maria Rosaria Nevola, che ne è la coordinatrice. Dal 2017 il progetto formativo, nato nel nome dell’indimenticato scrittore e inviato di storiche testate, offre agli studenti della provincia di Treviso l’opportunità di imparare le competenze di base, teoriche e pratiche, per la realizzazione di reportage che approfondiscono le complesse tematiche sociali del presente. Quest’anno gli studenti indagheranno un argomento molto vicino alla loro realtà quotidiana: l’impatto dei social nella vita dei giovani della provincia di Treviso.
Docenti d’eccezione sono giornalisti di primo piano della carta stampata e della televisione, che arrivano a Treviso per tenere le lezioni teoriche in presenza e poi costruire, sul campo, le inchieste sugli argomenti scelti dagli “apprendisti reporter”. Ogni anno il successo della scuola, unica nel suo genere in Italia, è decretato dall’alto numero di adesioni da parte dei licei coinvolti. L’anno scolastico 2024-2025 conta una quarantina di allievi provenienti dai Licei “Da Vinci” e “Duca degli Abruzzi” di Treviso, Liceo “Marconi” di Conegliano, Liceo “Scarpa” di Oderzo e il “Flaminio” di Vittorio Veneto.
La sede dei corsi sarà la sala Coletti del Museo Civico Santa Caterina, messa a disposizione dalla Città di Treviso – Assessorato alla Cultura, che fa parte del panel dei sostenitori della Scuola di reportage “Goffredo Parise” insieme ai Comuni di Salgareda, Ponte di Piave, Banca Prealpi SanBiagio e il Soroptimist Club Treviso. Renato Barbisan, Presposto della Filiale di Treviso di Prealpi SanBiagio: “Siamo orgogliosi di essere tra i sostenitori di questa iniziativa, unica nel suo genere. Un vero e proprio laboratorio di crescita personale e professionale che si rivolge ai ragazzi dei licei della provincia di Treviso”, afferma Renato Barbisan, preposto della filiale di Treviso di Banca Prealpi SanBiagio, “Siamo convinti che investire nella cultura e nella formazione significhi investire nel futuro della nostra comunità, dando ai giovani strumenti concreti per comprendere e raccontare il mondo che li circonda”.
A dare il via al nuovo anno scolastico sarà un maestro del calibro di Toni Capuozzo, scrittore, giornalista e conduttore televisivo, che mercoledì 3 dicembre terrà una lectio magistralis nell’auditorium di Santa Caterina, che segna già il tutto esaurito. Infatti Capuozzo, che nel 2024 ha editato il saggio “Cos’è la guerra? I conflitti spiegati ai ragazzi”, parlerà ad una estesa platea di giovani, composta dalle classi di scuole superiori della provincia, oltre agli iscritti alla scuola di reportage. L’incontro con i giovani trevigiani avrà come tema proprio il reportage di guerra, oggi più che mai cruciale a causa degli agitatissimi scenari internazionali. Toni Capuozzo condurrà la lezione per far capire come, perché e quando nascono i conflitti, ma anche quali sono gli strumenti per prevenirli o fermarli. Altro focus: il ruolo dell’informazione e l’importanza di una cultura di pace nella vita quotidiana, come via d’uscita dal senso di impotenza che proviamo allo scatenarsi delle guerre. Dopo la lectio magistralis, fino al mese di aprile gli studenti iscritti seguiranno gli incontri frontali di due giorni con i giornalisti-docenti: Lisa Iotti (che è anche tutor della Scuola “Parise”) inviata di “Presa Diretta”; Riccardo Staglianò, tra i più autorevoli inviati italiani e firma de La Repubblica; lo scrittore Emiliano Poddi, insegnante della Scuola Holden di Torino, nata da un’idea di Alessandro Baricco per insegnare l’arte della scrittura e dello storytelling.
“Passiamo la maggior parte della nostra esistenza a cercare di ingurgitare velocissimamente migliaia di informazioni e a processare cascate di immagini, saltando da un link all’altro con una voracità bulimica che lascia solo un senso di stordimento e di vuoto. Per questo mi piace pensare alla lentezza e alla profondità che ci impone il reportage come a un atto di resistenza, un esercizio di igiene mentale contro l’appiattimento cognitivo e relazionale a cui ci siamo condannati, perché ci obbliga ad un ascolto profondo dell’altro, ad un’umiltà e ad un’umanità senza le quali non è possibile scrivere nulla. O quanto meno, nulla che valga la pena leggere. La cosa straordinaria è che, quando questo lavoro è fatto bene, non si torna mai a casa a mani vuote: ogni incontro, ogni persona che abbiamo incrociato, ogni mondo che abbiamo attraversato diventano parte di noi e ci fanno crescere. A patto naturalmente di essere disposti a farci capovolgere e cambiare la nostra prospettiva”, spiega Lisa Iotti nel descrivere il senso più autentico della Scuola di reportage.
All’inviata di “Presa Diretta” e tutor della scuola spetterà il compito di dimostrare agli studenti come si passa da un’idea alla realizzazione pratica di un reportage inchiesta: quali sono gli strumenti da utilizzare, come si organizza il materiale, cosa serve per scavare dentro un tema, come si esegue una ricerca. Attraverso un lavoro interattivo e le video interviste a noti giornalisti italiani, ognuno dei quali darà dei consigli sul proprio lavoro, gli allievi avranno modo di comprendere quanto è appassionante la ricerca e la scrittura di un racconto giornalistico.
Riccardo Staglianò in due giorni di lezioni dovrà illustrare come si prepara e si realizza un reportage in tre fasi: la pre-produzione (studio, casting degli intervistati, preparazione logistica), durante la lavorazione (registrazione, organizzazione degli appunti, eccetera) e dopo (sbobinatura, scrittura). Inoltre fornirà l’ABC per realizzare eventuali versioni multimediali (podcast, video) del medesimo reportage. Con l’aiuto di un’antologia ragionata da grandi giornalisti e scrittori, Staglianò esporrà gli studenti esempi di stile che possano ispirarli nel loro percorso.
“Mark Twain consiglia a chiunque voglia scrivere – racconti, romanzi, ma anche reportage – di usare la parola giusta e non una sua cugina di secondo grado. Gli fa eco Domenico Starnone, secondo cui scrivere significa trovare le parole giuste per dare un senso a tutto ciò che nella vita viene giù a vanvera. Joseph Conrad sostiene che il primo dovere di uno scrittore è far vedere, sentire, toccare. Per Flannery O’Connor cura immediata di chi scrive è infilare pantofole di pezza ai personaggi come fa Flaubert – ossia essere precisi, dettagliati, evocativi. Partiremo da questi ed altri insegnamenti dei grandi maestri, per capire quali sono i principali strumenti narrativi e come si possono utilizzare anche al di fuori di racconti e romanzi” anticipa Emiliano Poddi, che terrà le sue lezioni il 28 febbraio e 1° marzo.
“Siamo convinti che ideare, organizzare, realizzare un reportage, nelle sue varie accezioni sia una forma di allenamento per affinare le capacità di ricerca, di ascolto, di empatia dei ragazzi e delle ragazze”, conclude Lisa Iotti, “Chiederemo agli studenti di non limitarsi a reperire dati interessanti attorno a un tema, per poi essere cuciti in una buona forma, ma di realizzare un reportage che abbia una dimensione narrativa, di immersione, di tempo e soprattutto di scrittura, nella certezza che il racconto sia un antidoto al rumore di fondo in cui siamo immersi”.
Quanto elaborato dagli studenti nelle lezioni sarà “restituito” al pubblico nel corso della cerimonia del “Premio Goffredo Parise , in calendario nel maggio 2025 al Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso. Il riconoscimento, voluto e promosso da Antonio Barzaghi e Maria Rosaria Nevola per valorizzare il meglio del giornalismo d’inchiesta italiano, è presieduto da Andrea Favaretto, sindaco di Salgareda, luogo del cuore dello scrittore vicentino che qui si ritirò, negli anni Settanta, ispirato dalla straordinaria natura delle Grave del fiume Piave e in cui scrisse “Sillabario”, il suo più bel libro di racconti.
“Case della memoria”, turismo culturale nei luoghi di Goffredo Parise
La mission dell’edizione 2025 del “Premio per il reportage Goffredo Parise”, strettamente legato alla scuola, sarà anche quella di creare un’azione originale di marketing territoriale, avendo per tema un patrimonio di altissimo spessore, quasi sempre trascurato nei circuiti del turismo di massa: “Le Case della memoria”, dimore che ancora conservano il fascino del passato e i segni di chi vi ha vissuto.
Mercoledì 4 dicembre p.v. (ore 17.30), nella Sala Coletti di Santa Caterina verrà presentato il progetto “Le case della memoria”, che apre il territorio al turismo culturale internazionale. L’anteprima del premio vedrà la presentazione dell’omonimo libro, contenente racconti di Nico Naldini e immagini di Fulvio Roiter. L’incontro proporrà l’occasione per tracciare il ricordo dello scrittore Naldini (Casarsa della Delizia, 1929 – Treviso, 2020) a cura di Olimpia Biasi, Nicola De Cilia, Angelo Battel e Antonio Barzaghi. “Le case della memoria sono i simboli del vero “made in Italy”, ovvero dell’intelligenza che ha fatto grande la cultura e il territorio italiano, esportandoli in tutto il mondo. E per mostrare la loro ricchezza bisogna custodire questi luoghi e promuoverli”, spiega Barzaghi, “L’intento è quindi di sviluppare, con la stampa locale e nazionale, un’azione finalizzata alla conoscenza e frequentazione di percorsi turistici e culturali nuovi partendo proprio dalle due case di Parise. Il sito del Premio Parise pubblica una finestra ad hoc su questi luoghi e dal 2025 entreranno a far parte dei circuiti delle Guide di Marca”.