Le buone pratiche premiate quest’anno sono esempi di risposte concrete allo spopolamento della montagna, ma anche della necessità di promuovere conoscenza, cittadinanza scientifica, partendo dalle peculiarità e dalla storia del nostro territorio montano. Vogliono sottolineare l’importanza della collaborazione tra le diverse generazioni e tra residenti e nuovi abitanti ma anche di come le istituzioni locali possano sostenere e dare continuità a queste esperienze di comunità accoglienti e promotrici di cultura e conoscenza del territorio, senza bisogno di investire in iniziative effimere od eventi dal discutibile impatto.
Le bandiere nere rappresentano invece due casi emblematici di dove può condurre la mancanza di una seria pianificazione e di investimenti “disinvolti” del denaro pubblico. Pensare di abbattere ettari di foresta a Tarvisio, continuare a violare l’incanto del Lussari, per realizzare altri impianti ed infrastrutture per lo sci a quote sempre più improbabili, significa essere rimasti fermi al passato e negare l’evidenza dei cambiamenti climatici. Opere inutili ed ingiustificabili come la mastodontica rotatoria in corso di realizzazione nelle vicinanze del ponte Avons, a Verzegnis, dimostrano invece l’incapacità di comprendere quali siano le vere priorità ed esigenze della viabilità in montagna.
In copertina : Bandiera Verde per VIENI A VIVERE IN MONTAGNA