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Confagricoltura Fvg, accordo CETA: cinque anni di risultati molto positivi

DiRedazione

Set 26, 2022

Con l’agroalimentare (San Daniele e Prosecco compresi) che fa la parte del leone

«A cinque anni dall’entrata in vigore dell’accordo CETA tra Unione europea e Canada, i risultati confermano performance largamente positive per l’Ue, l’Italia e per l’export agroalimentare. Confagricoltura Fvg aveva sostenuto già allora l’intesa, che si è rivelata positiva non solo dal punto di vista commerciale, ma anche nel contesto macroeconomico e politico». Così il presidente regionale di Confagricoltura, Philip Thurn Valsassina, commenta i dati diffusi dalla Commissione europea in occasione del primo lustro di applicazione del CETA.

In una nota, la Commissione fornisce i dati e conferma che ci sono state significative ricadute per l’economia e per i consumatori: gli scambi bilaterali e bidirezionali di merci tra l’Ue e il Canada sono aumentati del 31 per cento negli ultimi cinque anni, raggiungendo i 60 miliardi di euro, con un ritmo di crescita medio annuo, tra il 2017 e il 2021, del 5,5 per cento, superiore di oltre un punto percentuale rispetto alla performance del “Made in Italy” verso il mondo. Per l’Italia (che, ancora, non ha ratificato l’accordo), la crescita delle esportazioni verso il Canada dall’entrata in vigore del CETA è stata del 36,3 per cento, raggiungendo nel 2021 quota 7 miliardi, con un aumento del 15 per cento dei posti di lavoro (il secondo maggior incremento dopo la Germania, a livello Ue).

Tra le voci più performanti dell’export tricolore figura proprio l’agroalimentare (prosciutto di San Daniele compreso), cresciuto del 41 per cento, con aumenti dell’82 per cento in cinque anni nell’ortofrutta trasformata e del 24 per cento nel comparto bevande (Prosecco compreso), spiriti e aceti. Nel quinquennio, anche grazie all’alimentare, il Canada è diventato la nostra decima destinazione al di fuori dell’Ue guadagnando quattro posizioni. Pure i dati parziali di quest’anno confermano tale buona dinamica: +28,8 per cento per il nostro export nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2021. 

«Siamo convinti che gli accordi commerciali bilaterali sottoscritti dall’Ue siano, in generale, un valido strumento per supportare la crescita delle esportazioni agroalimentari regionali e italiane – sostiene Thurn Valsassina – anche per la tutela assicurata alle Indicazioni Geografiche. Il CETA, inoltre, offre l’occasione di allargare le intese. A fine mese, durante il programmato incontro tra il Commissario Ue all’agricoltura e le autorità di Ottawa, si potrà siglare un accordo per l’aumento delle importazioni di ammoniaca sul mercato europeo, come contributo per evitare una carenza di fertilizzanti nella Comunità».

Di Redazione

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